» my sanctuary, you're holy to me

558 78 116
                                    

Il giorno dopo Frank si sveglia di soprassalto, incredibilmente nel suo letto. Ha un mal di testa porco e ogni singolo rumore lo rintrona.
Fanculofanculofanculofanculo pensa, mentre butta un braccio fuori dalle coperte per verificare la temperatura fuori.
Gelo.
Il suo encefalogramma è completamente piatto, non riesce a formulare pensieri di senso compiuto che vadano al di là delle tre sillabe e quando si ricorda che a casa non ha più nemmeno un'aspirina gli viene davvero voglia di tirare un pugno sul muro - ma si trascina ugualmente sul pavimento scricchiolante cercando di non andare a sbattere contro l'armadio in cui tiene i vestiti.
Fanculofanculofanculo.
Si guarda allo specchio del bagno appena fuori camera sua e ha gli occhi rossi, sembra un fottuto cocainomane e non si è fatto nemmeno un grammo di erba. Ha bevuto così tanto? Perché tutto è così sfocato nella sua testa?
Dio.
Va in cucina in punta di piedi.
In casa ovviamente non c'è un rumore.
Non c'era nemmeno ieri sera, un rumore. Quando è rientrato. Di nuovo in punta di piedi. Dalla festa di Woody. E' strano, sente una strana sensazione allo stomaco se ci ripensa - come se fosse stato felice in quel momento. Che cazzo era successo? Forse aveva davvero preso qualcosa e ora non si ricordava, forse semplicemente Ray gli aveva ficcato una pasticca nel bicchiere o qualcosa di simile per cercare di farlo divertire un po'. Eppure non sente la fastidiosa sensazione del post mi-sono-fatto-di-qualcosa-che-non-so-manco-bene-cosa-cazzo-è. 
Impreca mentalmente e apre il frigo.
Vuoto.
Di nuovo.
Spera almeno che sua madre stia dormendo.
Mentre non c'è nessun rumore. 
Non come quella volta che ha dovuto forzare la porta e darle un sonnifero per farle chiudere occhio perché continuava a urlare e dire che non voleva più dormire e non avrebbe dormito mai mai mai e mai ed era andata avanti a dire "mai e mai e mai" per due giorni  senza fermarsi bloccando la serratura e rimanendo seduta in silenzio a mangiare occasionalmente qualche briciola di toast secco. Aveva quattordici anni ed era un periodo in cui l'assenza di suo padre si era fatta più pungente e velenosa che mai per Linda. Ricordava bene le grida e il sudore freddo la notte e quando non ce l'aveva fatta più e aveva cominciato a gridare anche lui ma lei non smetteva e allora era dovuto entrare e l'aveva stretta e ormai nessuno aveva più voce e poi aveva capito che sua madre doveva dormire perché altrimenti sarebbe

morta

E quella parola aveva riecheggiato nella sua testa per minuti e minuti, proprio così, nera su bianco in mezzo al nulla totale, e così Frank era andato in cucina e aveva preso una di quelle piccole pastiglie bianche e un bicchiere d'acqua e l'aveva messa a letto e le aveva dato quella robaccia, quella chimica sintetica, l'aveva avvelenata, e le aveva anche detto "riposa mamma"

e poi finalmente c'era stato il silenzio.

Cammina scalzo, mette su il caffè e cerca quella scatola di biscotti integrali che deve essere in giro da qualche parte - deve esserci, perché l'ha vista pochi giorni fa, giusto?
E mentre rovista un po' ovunque per avere qualcosa di almeno commestibile da buttare nello stomaco le ore prima lo colpiscono come una fucilata alla testa.
Si ferma.
Le note della canzone che ha sentito quando per la prima volta ha visto il suo fragile fiore mentre nella sua mente cominciano ad apparire uno ad uno i mille istanti di poche ore prima.

Lo ha portato in giardino - ha rovesciato la vodka sulla moquette - gli ha chiesto se voleva la pizza - a cena aveva mangiato solo spinaci dopotutto - ed erano le undici - si sono alzati dal prato in cui si erano seduti - Gerard ha riso - Gerard ha gridato - Gerard non voleva mangiare la pizza perché lo rende brutto e grasso - e si sono detti - tutto okay, va tutto okay, ed è veramente tutto okay se loro sono insieme, loro due contro il mondo, anche se fossero lontani chilometri e chilometri andrebbe tutto bene perché sono loro due e loro due è una cosa inspiegabile e speciale e basta - Frank lo ha riaccompagnato a casa - Gerard gli ha chiesto di andare a casa sua - i giorni in cui non hanno le lezioni - per leggere insieme e studiare e Frank ha detto - stai scherzando spero - e Gerard ha riso ancora e Dio se lo ricorda il suono della sua risata è il più bello del mondo - poi si sono salutati - Gerard gli ha detto grazie nell'orecchio - è corso via - gli ha fatto ciao - e quando è sparito Frank gli ha mandato un bacio dal cancello della sua casa.

𝖆𝖑𝖑 𝖙𝖍𝖊 𝖆𝖓𝖌𝖊𝖑𝖘  ❥   𝖋𝖗𝖊𝖗𝖆𝖗𝖉Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora