-Meucci, siamo nel 2100, tutto sta cambiando- fecel'investigatore. -'O Munaciello c'ha salvato!-.

-Lo so, ma dobbiamo trovarlo-.

-E che risolviamo?- chiese Trambarulo, chiudendo gliocchi e mettendo a nudo il suo piccolo regolare filare di dentigialli mentre si appoggiava alla scrivania affollata di codicipenali.

-Andiamo alla Caserma Garibaldi e vediamo cosatroviamo- fece l'ispettore, tamburellando le dita sulla fronte.

Si infilarono gli impermeabili e uscirono dallaQuestura.

Nonsono io ad averlo voluto cosi, ma gli altri. Ispeziono le gocce chevengono giù. Rotolano nell'aria. Lancio sguardi sbilenchi alle autoelettriche che si alzano in cielo. Carrozzinecon bambini seguono signore dispettose col carrellino dellaspesa, mentre una frotta di disoccupati inveisce contro il sindaco.Sono in un caotico video games che si incastona in un magicoautomatismo.

Erano le otto di sera quando il guardiano dalla facciada gufo aprì il portoncino della Caserma costruita nella secondametà dell'ottocento. Ospitò le forze armate per oltre cento anni,prima di essere utilizzata dall'amministrazione della giustizia. Idue si incamminarono lungo i corridoi. Meucci sentì un rumoreprovenire da una stanza. Salì su una sedia e picchiettò il soffittocon le dita. Il cartongesso non era stabile. Lo spostò, ma sul suovolto si dipinse una smorfia di dolore per uno strappo ai muscolilombari. All'interno, appeso a un chiodo, vide un saio.

-Qualcosa abbiamo trovato- fece Meucci.

Lasolitudine mi sta guastando. Ho bisogno di affetto, di compagnia. Ilmio corpo è una carcassa precaria. Cammino nella scacchiera coloratadel video games, quando il mio omino si ferma braccato dalle ombre.Devo ucciderlo o lasciarlo vivere?

Trambarulo e Meucci sentirono dei passi, poi ghignare.Entrarono in altre stanze, ma non trovarono altro. Decisero così disepararsi. L'investigatore tornò a Secondigliano nella suacasa-ufficio. Meucci rientrò in Questura per dormire lì. A casanessuno l'avrebbe atteso. Sua figlia stava ormai dalla sua ex checonviveva con un'asiatica brava nell'agopuntura e nei massaggi. Lamattina appena sveglio l'ispettore aprì gli occhi e si tirò su discatto. Venne assalito da un bagliore bianco. Un sole malato filtravadalla finestra e faceva sembrare ancora più squallido l'ufficio, lecarte ammassate sulla scrivania e il divano sul quale aveva dormito.Non era la prima volta che, svegliandosi, vedeva gli atti di indaginie li odiava, costringendolo a riflettere pure di notte, tra unosbadiglio e l'altro. Sentì bussare alla porta e un collega gliannunciò la presenza di una donna. Si alzò e si preparò un caffècon la moka. Lo bevve, poi andò in bagno, accompagnato da un doloreai muscoli lombari che non l'aveva lasciato dalla sera prima. Sisciacquò la faccia, le ascelle col sapone e fece pipì. Si asciugòe andò ad aprire la porta. Fece accomodare la donna, che entrò conaria di padrona di casa. Pareva appena uscita da una cappellacimiteriale. Puzzava di naftalina e fiori marci e aveva il voltosmunto e bianco, come una medusa appena catturata e lasciata aevaporare al sole.

-Dottò, ata i' a bberè sotto 'a chiesa 'e San Carloall'Arena- fece Scarfiglieri, bionda ossigenata, sopra i cinquanta.-Sotto 'a via arenosa l'acqua che arriva ra' collìn ha lasciatoabbandonàt 'e scarpette ro' Munaciello-.

-C'erano fibbie argentate sulle scarpe?-.

-Bravo!- urlò, facendo tintinnare i braccialetti sulpolso.

-Signora, può andare, grazie-.

Voltati.Sto parlando con te. Ti ho creato io! Sei stato il primo. Ciondolonel cerchio dell'iperuranio, dove le idee sono indispensabili perl'esistenza delle cose. Che sia maledetta la tua puzza, il sudore deltuo sudore.

MunacielloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora