Preface

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- Arya, svegliati! Dobbiamo andare!

Sentii mia madre gridare dalla porta della mia camera. Odiavo quando mi svegliava di prima mattina, soprattutto se era metà luglio!

- Un attimo! Dammi il tempo di vestirmi almeno."

Risposi un po' seccata, insomma come una appena svegliata.

- Sbrigati! Ti ho già detto ieri sera che dovevamo uscire presto di casa!

Il fatto era che dovevamo andare a trovare i genitori del marito di mia madre, Louis. Odiavo quando andavo a trovarli, sempre a criticare! Loro erano entrambi avvocati così Louis prese le loro orme. Mia madre faceva l'assistente allo studio legale di Louis. Assistente era un modo di dire, che poi chi sa cosa facevano lì dentro. Ah, il solo pensiero mi fa vomitare.

Mio padre, beh, mio padre è morto 5 anni fa, in un incidente stradale. I miei genitori hanno divorziato quando io avevo 7 anni. Una volta li avevo sentiti litigare, come succedeva ormai le ultime volte prima del loro divorzio. Mia madre ha sempre amato Louis sin dal liceo, ma ha dovuto sposare mio padre perché era rimasta incita di me, penso che questo sia stato il suo errore più grande. Quando hanno divorziato mia madre è andata subito da Louis. Credo che si vedessero anche quando era con mio padre, ma questo non si poteva sapere. Lei non ci pensò due volte ad andare e lasciarmi lì, non che mi dispiacesse, ma almeno una domanda poteva farmela: "Con chi vuoi restare?". Non l'ho mai sentita... Così sono dovuta restare per forza con mio padre e i miei nonni paterni, i nonni da parte di mia madre sono morti poco dopo la mia nascita, a differenza di un anno uno dall'altro.

La mia infanzia, che dire, l'incubo peggiore che una ragazzina come me potesse sperimentare. Ero la solita ragazzina un po' sovrappeso che non si curava perchè non sapeva fare due trecce come si deve, vestirsi in modo adeguato e altre cose. Per giunta mi dovevano mettere pure l'apparecchio! Oddio, l'inferno! Quando alle elementari si scoprì che ero rimasta sola con mio padre iniziarono tutti a chiamarmi "orfanella". Non l'avevo mai detto a nessuno, tanto sapevo che sarebbe stato inutile, mia madre non sarebbe comunque tornata!
Alle medie quel nomignolo sparì, ma la mia gioia se ne andò molto in fretta: i miei compagni mi trovarono un nuovo nomignolo, "ranocchio". Quello che più mi dispiaceva era che il ragazzo che mi piaceva era in prima linea a deridermi e a farmi i suoi stupidi scherzi, ai quali si aggiunsero anche le risate di tutti gli altri. Odiavo veramente quel posto, era la mia prigione personalizzata. Mi ricordo ancora gli ultimi giorni in quel luogo: era dicembre, il 19 per la precisione, avevo 12 anni. Quel giorno eravamo andati tutti in gita a vedere un lago, non ricordo bene quale fosse lo scopo, ma mi ricordo benissimo ciò che accadde. Christian Lewis, il ragazzino che mi piaceva fin dalle elementari, mi aveva chiesto di seguirlo in disparte lontano dagli altri. Ero così contenta, finalmente avrei avuto la possibilità di stare un po' con lui. Però quando ci avvicinammo al lago vidi tutti i suoi amici, compresa Lydia Smith, la ragazza che detestavo più di tutti, la tipica figlia di mamma che secondo me ora è la troia della scuola, ci metto la mano sul fuoco! Dicevo, loro mi guardarono con quelle stupide facce rimbambite e quegli stupidi sorrisi, poi lui mi prese la mano, pensavo per proteggermi e invece... Che stupida! Mi tirò più forte finchè non mi accorsi che mi aveva spinto in una piccola pozzanghera, non poi così piccola, che portava nel lago. Idioti! Se solo potessi ritornare indietro nel tempo giuro che avrei decapitato tutti quanti! Cominciai a piangere perchè stavo iniziando a sentire freddo, infondo era il 19 dicembre, non faceva poi così caldo per farsi una bella nuotata. Provai a rialzarmi, ma Lydia mi si piazzò davanti per fermarmi.

- Ranocchio, pensavamo tutti quanti di portarti a casa tua, magari ti saresti trovata molto meglio che in un ambiente ostile come la terra! Sai, questo è il posto giusto per una rana come te, vero ranocchio?"

Subito dopo partirono le risate in coro di tutti. Quando se ne andarono mi alzai e andai piangendo dalla maestra, sapevo che lei era a conoscenza di tutto quello che mi stava accadendo, ma non voleva mai interferire, in quanto il padre di Chris era l'amministratore delegato della più famosa azienda di giornalismo. Stavo per dirle che mi avevano buttato loro nella pozzanghera quando vidi gli altri trucidarmi con gli sguardi, così alla fine dissi solo che ero caduta. Mi avevano dato solo delle coperte per non prendere il raffreddore, non avevano altro. Al ritorno scappai il più velocemente possibile da loro per andare a casa. Quando entrai nella mia abitazione vidi i miei nonni sul divano, il che era una novità, poiché non venivano molto spesso a trovarci. Il trauma peggiore, però, fu quando mi dissero che a causa delle strade ghiacciate la macchina in cui si trovava mio padre finì fuori strada. Sapevo che per me non era rimasto più niente al mondo, con mio padre ci vedevamo sì e no la sera per cena, per via del suo lavoro fuori casa. Credo che nessuno mi avrebbe mai voluto, forse mio padre, ma dopo il divorzio cambiò completamente. I miei nonni mi dissero solo che avevano chiamato mia madre e che da quel momento in poi sarei stata da lei. Come era facile sbarazzarsi di una povera bambina... Quando arrivai a casa di Louis per me fu una novità: la casa in cui abitavo con mio padre aveva solo due stanze ed era abbastanza piccola, quella invece era dieci volte più grande. Per me fu la felicità assoluta, non solo per la casa, ma anche perchè finalmente potevo stare anche con mia madre. Mi insegnò come fare due trecce e non solo quelle, iniziò anche a riempirmi di vestiti all'ultima moda e così via, ma la cosa più meravigliosa era che quell'estate mi tolsero l'apparecchio! Quando mi trasferii conobbi la mia attuale migliore amica e il mio miglior amico, che ora è il mio fidanzato da ben 3 anni. Grazie a loro ho imparato a dover dire ciò che mi passa per la testa e non restare rinchiusa dentro quella gabbia che mi ero creata. Loro l'avevano aperta e l'hanno fatta sparire del tutto, anche se le tracce sono rimaste e fanno ancora male, io l'ho superata quella fase e posso solo ringraziare loro due per questo.

- Arya datti una mossa o arriveremo in ritardo."

Mi svegliò mia madre dai miei pensieri. Beh, cosa posso dire ancora di me? Ora sono una ragazza comune che ha fatto 18 anni una settimana fa. Ho i capelli lunghi fin quasi alla vita e sono grigio scuro, ogni tanto mi piace lasciarmi andare e bevo forse più del dovuto, ma niente a cui non si possa rimediare. Se c'è una festa, conta che io sarò presente!

 Se c'è una festa, conta che io sarò presente!

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(Giusto per darvi un idea)

Conquer From WithinWhere stories live. Discover now