Chapter VI: what's wrong with you?

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-Oops, l'ho fatto di nuovo, avevo dimenticato che stavo perdendo la testa
Oh, ho scritto questo solo per farti premere il tasto di riavvolgimento
E far passare il messaggio che ero giovane e una minaccia -

Storyteller's point of view

Nicolas aveva un'altra, cruciale, caratteristica: si affezionava troppo alle persone.

Per quanto cercasse di nasconderlo, di trattare male la gente, di isolarsi dal resto del mondo, usare tutti per i suoi scopi personali, dentro di se, in un angolo remoto del cuore che ormai,a parer suo, non funzionava più, sapeva di aver bisogno di un amico. Di un amico vero, un amico che avrebbe potuto sopportare le sue minacce, il suo carattere di merda e la sua indole, a volte, troppo violenta.

Ed era per quello che in quel momento si trovava lì, con Lucas, a fissare quel cielo azzurro e limpido del pomeriggio, mentre un leggero calore, dovuto al sole, accarezzava le loro braccia nude.

La palla da basket era ferma sull'erba verde del campo, non troppo distante dai piedi di Lucas, mentre lui e Nicolas cercavano di riprendere fiato dopo l'ennesima partita a basket di quel pomeriggio.

Era passata una settimana da quando Nicolas aveva incontrato per la prima volta i due gemelli, ed era anche una settimana di fila che continuava a vederli ogni giorno. Anna e Lucas continuavano ad andare a casa sua, per permettere alla ragazza di studiare, insieme a Gray, la mappa di Natsu e Lucy.

Lui e Lucas, durante quelle ore di noiose indagini, che coinvolgevano in particolar modo solo Anna, uscivano tutto il pomeriggio per giocare a basket e, talvolta, anche a calcio.

Lucas era sorprendentemente bravo anche a calciare, Nicolas non l'avrebbe mai detto.

Quando, finalmente, il suo respiro si fu regolarizzato, Nicolas estrasse, come sua abitudine, il pacchetto di sigarette dalla tasca dei pantaloni e, contando le rimanenti sigarette, se ne portò spensieratamente una alla bocca, bruciandone l'estremità con l'accendino nero che si portava sempre appresso.

Lucas girò di poco il capo, osservando profilo del ragazzo che, mentre fissava con spensieratezza il cielo, era intento a fumare.

<<da quanto fumi?>> azzardò a chiedere, curioso.

Nicolas lo fissò con la coda dell'occhio, per poi tornare a fissare il cielo.

Certo, Lucas non si aspettava una risposta, dato che quel ragazzo non parlava mai se non per dirgli di stare zitto, ma forse fu l'influenza del bel tempo e della pace che in quel momento li circondava o per l'adrenalina che avevano provato nel giocare l'ultima partita, ma, fatto sta, che per una volta, quel ragazzo rispose.

<<circa quattro anni>> disse, per poi fare un tiro dalla sua sigaretta.

Lucas rimase tra lo sconvolto e il super sconvolto, poi, dopo aver realizzato che Nicolas gli aveva finalmente risposto, cominciò a ridere, guadagnandosi un'occhiataccia da parte del corvino.

<<finalmente hai parlato, stavo per perdere le speranze>> confessò il biondo, tra una risata e l'altra.

<<allora avrei fatto meglio a stare zitto>> disse Nicolas, impassibile, buttando fuori il fumo dal naso.

Lucas roteò gli occhi al cielo, per poi sospirare e tornare a fissare l'azzurro del cielo.

<<i tuoi genitori non ti dicono nulla? Intendo, non ti hanno sgridato per esserti fatto tutti quei tatuaggi e piercing pur avendo solo 15 anni? E cosa dicono del fumo?>> chiese tutto d'un fiato, chiudendo leggermente gli occhi.

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