Capitolo 7

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Mi sveglio. Stesso letto, stessa vista ogni mattina. Seattle ai miei piedi. Che meraviglia. È sabato mattina e sono le nove, Christian mi ha accompagnato nel mio appartamento qualche giorno fa per prendere alcuni vestiti e alcune delle mie cose. Praticamente mi ha chiesto di andare a vivere da lui, dato che nel mio appartamento sono sempre sola e in questo momento è pericoloso. Devo dire che non ha tutti i torti, ammetto di avere anche io un po' di paura. L'altra parte del letto è fredda e vuota, Christian deve essersi alzato molto prima di me. Sento delle voci provenire dal suo studio, presumo stia parlando al telefono con qualcuno.
«Non mi interessa, dovete trovarlo costi quel che costi, chiaro?» sbotta, è parecchio incazzato. «Perfetto, a dopo» butta il telefono sulla scrivania e sospira, prendendosi la testa fra le mani e massaggiando le tempie. Sono in piedi appoggiata alla porta del suo studio, ma lui sembra non accorgersi ancora di me. Qualche secondo dopo, alza gli occhi verso di me e mi sorride. «Sei sveglia» dice. Io faccio il giro della scrivania e mi siedo sulle sue gambe.
«A quanto pare» Alzo le spalle. «Qualche amministratore delegato megalomane ha deciso di svegliarmi»
Lui mi accarezza la gamba nuda. «Oh, ti ho svegliata? Scusami, piccola, è che sto impazzendo per quel bastardo che ti ha rovinato l'auto. È riuscito a disattivare le telecamere di sicurezza, ma abbiamo un filmato che lo ritrae in volto qualche minuto prima» Fa una smorfia. «Non è tanto furbo»
Raddrizzo la schiena. «Posso vederlo?»
«Certo» Senza spostarmi, mette la sedia in direzione del computer e clicca un tasto nella tastiera. Sullo schermo compare la granulosa immagine in bianco e nero di una telecamera a circuito chiuso. Nell'inquadratura si vede un uomo con i capelli scuri e una tuta da lavoro chiara. Christian preme un altro tasto e l'uomo cammina verso la telecamera, con la testa abbassata. Quando l'uomo è più vicino, Christian ferma il filmato. L'immagine sfarfalla, poi torna a fuoco, un po' più nitida questa volta, mostrando l'uomo che tiene la testa china per evitare di farsi riprendere dalla telecamera. Mentre lo guardo, un brivido mi scende lungo la schiena. C'è qualcosa di familiare nella linea della mascella. Ha corti capelli neri dall'aspetto strano e arruffato... e nell'immagine più nitida vedo un orecchino, un cerchietto.
«Porca miseria» mormoro.
«È-»
«Jack Hyde» lo interrompo e lui alza un sopracciglio.
«Si... Come fai a saperlo?»
Mi giro a guardare Christian negli occhi e deglutisco rumorosamente. «Sai quel messaggio che hanno trovato nella mia auto? Sarai di nuovo mia?» Christian annuisce. «Beh, credevamo non avesse un nesso logico, ma ora ce l'ha» Mi sta guardando in attesa di una risposta, in silenzio. «Jack è uno dei miei storici ex. Stavamo insieme l'ultimo anno di liceo. Come ben sai, non sono andata a letto con lui, visto che ho perso la verginità con te»
Christian ridacchia. «Quel momento me lo ricordo bene. Adesso che vuole da te?»
Faccio spallucce. «Non lo so, quello che mi chiedo anche io. La nostra storia è durata poco più di un anno, poi ci siamo lasciati perché non eravamo così compatibili. Non ho avuto più sue notizie da allora, credo fosse stato arrestato per possesso di droga o guida in stato di ebbrezza. Era un bad boy, all'epoca»
Christian stringe le sue labbra in una linea dura, sta pensando a qualcosa. «Credo che la droga gli abbia dato al cervello. I miei uomini stanno indagando per trovarlo, non può andare così lontano»
«Probabilmente saranno state quelle pasticche di ecstasy che lui sminuzzava e sniffava, sai com'è. Comunque sia, grazie per tutto quello che stai facendo per me» Gli circondo il collo con le braccia.
«Farei qualsiasi cosa per te, Ana, lo sai. L'importante per me è vedere che stai bene, che sei felice, in salute e al sicuro» Mi bacia dolcemente.
«Per me basta che ci sei tu in giro e il mio mondo si illumina» Gli accarezzo il viso.
«Ringrazio che sia venuta tu a farmi quella maledetta intervista e non Katherine Kavanagh!»
Ridacchio. «È stato parecchio imbarazzante. Ti ho chiesto se eri gay»
Christian scoppia a ridere. «Già. Poi ti ho fatto vedere quanto fossi gay» Mi guarda, con gli occhi che brillano. «Vuoi di nuovo un assaggio, Miss Steele?» Continua ad accarezzarmi le bgambe.
Scuoto la testa, alzandomi da sopra di lui. «Colazione!» urlo e mi metto a correre. Sento Christian alzarsi dalla sua sedia e venirmi dietro, prendendomi dalla vita e attirandomi a sé per poi baciarmi intensamente. «Potresti essere tu la mia colazione» mormora.
«Non oggi, Mr Grey» Lui fa il broncio e gli do un bacio veloce, per poi liberarmi dalla sua presa e recarmi in cucina. «Cosa ti andrebbe da mangiare? E non me!»
Christian scoppia a ridere. «Sorprendimi» Batte le mani sul tavolo da colazione e si siede sopra lo sgabello, osservandomi mentre entro in azione. Decido di preparare i waffles per questa mattina, quindi inizio a preparare l'impasto.
«Vuoi un po' di musica mentre cucini?» dice Christian, interrompendo i miei pensieri.
«Si, grazie. Perché mi stai guardando?» Ridacchio.
«È bello vederti entrare in azione, sei molto concentrata in quello che fai, è piacevole» Fa spallucce e inizia ad apparecchiare la tavola, mentre io continuo a preparare l'impasto.
«Sono lieta di intrattenere le tue giornate» lo prendo in giro.
«Tu migliori le mie giornate» Viene verso di me, dandomi un lieve bacio e mette della musica, per poi tornare a sedersi negli sgabelli. «Sono un po' preoccupato» ammette ed io mi giro a guardarlo.
«Per cosa? Per Hyde?»
Annuisce. «Mi sorprende come faccia a stare così tranquilla. Ci ha dimostrato che quello che ha fatto all'auto, potrebbe farlo a te se non obbedisci a uno dei suoi ordini, qualora ce ne fosse uno» gesticola. «Non voglio che ti accada niente, Ana. Capisci quanto sei importante per me?»
Sospiro. «Lo so, Christian, ti capisco e capisco anche come ti senti. Se dovesse succederti la stessa cosa, morirei. Un po' preoccupata lo sono, certo, ma se sono con te non ho paura di niente. E poi Jack è un tipo innocuo, almeno da quel che io ricordi»
Sbuffa. «La droga gli avrà mangiato mezzo cervello, è imprevedibile. Non saprai mai cosa gli passa per la testa, innocuo o no. Per aver fatto una cosa del genere, di certo non è sano di mente» Si passa una mano sul viso e sentiamo qualcuno tossire. Ci giriamo entrambi.
«Mr Grey, sono arrivati» Taylor è sulla soglia della porta della cucina. Christian annuisce e segue Taylor all'ingresso. Chi è arrivato? Poso l'impasto sul bancone e li seguo anche io. «Loro sono Sawyer e Prescott, la nuova sicurezza» Taylor li annuncia. Aggrotto la fronte. Christian ha aumentato la sicurezza?
«È un piacere» stringe la mano ad entrambi. Uno dei due è una donna afroamericana alta e con un atteggiamento serio. Sono stati scelti personalmente da Taylor, il meglio del mercato. «Presumo che Taylor vi abbia già spiegato il vostro compito»
Sawyer annuisce. «Si, Mr Grey, non si preoccupi»
Christian si gira verso di me. «Ana, loro sono Luke Sawyer e Belinda Prescott, i nuovi ragazzi della sicurezza. Sawyer e Prescott ti accompagneranno tutti i giorni a lavoro»
Alzo un sopracciglio e mi irrigidisco. «Non mi avevi avvisato di nulla» Lui mi fa un sorrisetto di scuse ed io sospiro. «Christian, posso parlarti in privato?» Mi osserva esitante, forse si sta preparando alla mia sfuriata, ma poi annuisce, seguendomi in cucina. Nel frattempo, Taylor e la nuova sicurezza sono scomparsi. Mi appoggio al tavolo, facendo un lungo respiro. «Perché non ne sapevo nulla?»
«Ora lo sai» dice, alzando le spalle.
«Non è questo il punto, Christian. Non posso portarmi la scorta tutti i giorni a lavoro come se dovessero farmi da babysitter. Non riuscirei a concentrarmi»
«Beh, ed io non posso permettere che ti accada qualcosa, Ana. Quel pazzo psicopatico di Hyde è in giro in libertà da qualche parte e, da quel che ho capito, vuole che diventi di nuovo sua e non so in quale modo lo farà. Ho bisogno di tenerti al sicuro. O questo o lasciare il tuo lavoro» lo dice come se niente fosse.
Sbarro gli occhi. «Lasciare il mio lavoro?! Fai sul serio?»
«Non mi lasci altra scelta» Il suo viso non lascia trapelare nessuna emozione. Cazzo, dice sul serio.
«Questo è ridicolo, Christian. Devo andare al
lavoro.»
«No che non devi.»
«Ho un nuovo impiego, che mi piace. Certo che devo andarci.»
«No, non devi» replica con enfasi.
«Credi che me ne starò qui a girarmi i pollici mentre tu giochi a fare il signore dell'universo?»
«Francamente... sì.»
Signore, dammi la forza. «Christian, devo andare al lavoro.»
«No, non devi.»
«Sì. Io. Devo» dico lentamente, come se lo spiegassi a un bambino.
Lui mi guarda torvo. «Non è sicuro.»
«Christian... ho bisogno di lavorare per vivere, andrà tutto bene.»
«No, non hai bisogno di lavorare per vivere... E come sai che andrà tutto bene?» Sta quasi urlando.
Che cosa vuol dire? Che mi darà dei soldi? Oh, questo è più che ridicolo.
È arrabbiato, me lo dicono i suoi occhi che fanno fuoco e fiamme, ma non m'importa. «Non voglio che tu vada a lavoro» ripete.
«Non devi dirmelo tu, Christian. Non è una decisione che spetta a te.»
Lui si passa di nuovo la mano tra i capelli mentre mi fissa. Passano secondi, minuti nei quali ci guardiamo in cagnesco.
«Allora la sicurezza verrà con te.»
«Christian, non è necessario. Non essere irrazionale.»
«Irrazionale?» ringhia. «O la sicurezza verrà con te, o sarò davvero molto irrazionale e ti terrò qui.»
«In che modo, esattamente?»
«Oh, troverei un modo, Anastasia. Non mettermi alla prova.»
«Okay!» gli concedo alzando le mani per calmarlo. «Okay, possono venire con me, se ti fa sentire meglio» concedo, alzando gli occhi al cielo. Christian stringe i suoi a fessura e fa qualche passo verso di me, con aria minacciosa. Io indietreggio di un passo. Lui si ferma e prende fiato, chiude gli occhi, si passa entrambe le mani nei capelli.
«Non volevo spaventarti» mormora.
Sospiro. «Non mi hai spaventata. Ormai ho imparato a domarti»
Lui scoppia a ridere. «Domare me?» Annuisco e lui assume un'aria pensierosa. «Mi hai cambiato, Ana, questo è vero. Hai fatto di me un uomo migliore, quindi direi che hai ragione» Prova nuovamente ad avvicinarsi, ma io indietreggio. «Oh, ma dài... Non posso baciarti adesso?»
Scuoto la testa. «Devo preparare la colazione»
Alza gli occhi al cielo e fa il giro del tavolo per poi ritornare a sedersi, ma è abbastanza irrequieto. Restiamo in silenzio per un paio di minuti, ognuno perso nei propri pensieri, ma è lui a interrompere il silenzio. «Vado ad aiutare Taylor» dice e scompare, mentre io finisco di preparare i waffles.
Le litigate saranno sempre così? Non posso crederci. Sta prendendo troppo sul serio la storia di Jack, ma non posso biasimarlo. È spaventato, come sono spaventata io, anche se non lo do a vedere. So che con lui tutto andrà per il meglio perché Christian farà di tutto per far sì che io sia al sicuro tutto il tempo, e la sicurezza ne è un esempio. Mi è difficile poterla accettare, non mi va di essere osservata da tutti perché ho la guardia del corpo dietro che mi fa da babysitter e che controlla ogni mia mossa, ma per amore della pace sono costretta ad accettarla. Magari con Prescott potremmo diventare amiche, chi lo sa. Lascio i waffles a cucinare nel loro stampo e prendo il burro e lo sciroppo d'acero per condirli una volta pronti. Christian ancora non si fa vedere, quindi decido di prendere il mio telefono per inviargli una mail.

Da: Anastasia Steele
A: Mr Grey
Oggetto: Fame?

Caro Mr Grey,
Mi dispiace interrompere i tuoi colloqui con i miei babysitter, ma ti informo che la colazione è pronta e sta aspettando solo te.
Tua, Ana.

Clicco su invia e lo vedo avanzare verso la cucina, ma il suo telefono emette un suono e lui lo prende, leggendo qualcosa e aggrottando la fronte. Alza lo sguardo verso di me e poi digita una risposta veloce sul suo telefono.

Da: Christian Grey
A: Anastasia Steele
Oggetto: Molta

Cara Miss Steele,
Dov'è finita l'arte del saper parlare? L'odore è squisito e non vedo l'ora di assaggiarli.
Mi dispiace per il fatto che voglio solo tenerti al sicuro il più possibile.
Tuo, X

Christian Grey
Amministratore delegato, Grey Enterprises Holdings Inc.

Leggo la sua risposta e scoppio a ridere.
«Vieni a tavola, su»
Lui mi sorride e si siede vicino a me, iniziando a mangiare i suoi waffles.
«La tua cucina è sempre buona, Ana. Ti sposerei solo per questo» Parla con la bocca piena ed io ridacchio, iniziando a mangiare anche i miei. «Davvero, mi dispiace. Hai ragione, avrei dovuto parlartene prima e hai sempre ragione ad essere arrabbiata con me»
«È okay, Christian, ti capisco e sei perdonato. Credo che io avrei fatto la stessa cosa se fossi in te» accenno un sorriso e sospiro. «Taylor li sta educando a dovere?»
Annuisce. «Esattamente. Che ti piacerebbe fare nel pomeriggio?»
Sorrido. «Sorprendimi»
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Come ogni fan fiction che si rispetti, ho modificato un po' i personaggi e non ho dato a Jack Hyde il suo solito ruolo.
Spero che vi piaccia il capitolo.
xx

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