COME NOI NESSUNO

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CAP.1

Qualcosa di simile alla carezza gelida di un fantasma lo fece rabbrividire fin nel profondo. La porta del negozio che si trovava giusto alle sue spalle si era appena richiusa, e Lucas era già perfettamente consapevole dell'identità del nuovo avventore. Buck, senza nessun dubbio. Questo era solo uno dei grandi misteri che avevano costellato la loro vita: percepivano la reciproca presenza con una precisione che rasentava la magia pura.

Rifletté su quella sensazione e su quanto fosse rimasta immutata nel tempo. Otto anni e ancora doveva fare i conti con quel legame psichico.

Aveva pensato e ripensato a quel momento mentre guidava per raggiungere Bar-Harbour, ripetendosi che sarebbe stato pronto, che l'acqua passata sotto i ponti era davvero tanta e che quando si deve mettere una pietra sul passato bisogna farlo e basta.

Così decise di girarsi, sapendo che non lo avrebbe colto di sorpresa.

Buck, abito più recente del solito, scarpe inglesi e il profumo consueto che si era fatto creare in esclusiva. La storia di quell'essenza era emblematica: non aveva voluto sentire ragioni, dopo essersi reso conto che l'ultimo dopobarba acquistato, con quello che per lui era un notevole sforzo economico, lo stavano usando tutti.

Decise che non ne avrebbe fatto una questione di denaro, ma di esclusività. Chiese a un mastro profumiere di studiare una fragranza adatta alla sua pelle, poi comprò anche il diritto a non veder ceduta la stessa miscela.

Lucas aveva assistito a quei maneggi, combattuto tra l'incredulità e un pizzico di vergogna. Era stato evidentemente innamorato di un insopportabile snob, che portava ancora quello stesso profumo, che gli arrivava fin dentro la testa superando l'odore pesante di un paio di giubbotti da pescatore. Buck aveva la meglio sull'ambiente circostante, come sempre. In effetti, non aveva dovuto impegnarsi molto neppure per avere la meglio anche su Lucas, e lo aveva fatto con noncuranza, come se la loro storia avesse potuto concretizzarsi senza conseguenze.

Aveva tra le mani un paio di lattine di soda e un pacco di salviettine igienizzanti, che non rappresentavano articoli di prima necessità, ma il cui desiderio era stato sufficiente per Lucas a interrompere il viaggio praticamente sulla soglia di casa.

Guardò direttamente Buck negli occhi, cercando di controllare il lieve tremore che già lo stava minacciando. Fu l'altro a parlare per primo.

«Allora non mi sbagliavo: sei davvero tu...»

Cos'era il tono di quella voce, per Lucas... Il metallo lucido e prezioso delle armi più antiche avvolte nella seta morbida. Pregò che lui non leggesse il turbamento nel suo sguardo, avvantaggiato anche dal fatto che Buck indossava come sempre i suoi adorati Ray-Ban. Quella piccola forma di sicurezza durò giusto un momento, visto che decise di toglierli. Lucas si sentì di colpo totalmente nudo, privato di quell'unico schermo di lenti scure che intercorreva tra loro: quegli occhi che rubavano il colore all'oceano lo facevano tremare, e lo sforzo fatto per nasconderlo gli sottraeva tutte le energie. Doveva scappare dal fuoco dei ricordi, o la sua anima ne sarebbe uscita incenerita.

Decise di smetterla di affogare nel mare della vulnerabilità: era abbastanza adulto da sapere che tutti avevano il proprio punto fragile e se lui si sentiva così sottosopra Buck, nonostante il ghiaccio che sembrava rivestirlo, non poteva stare molto meglio.

Deglutì un paio di volte e impose al cuore di recuperare un battito normale, poi afferrò un'altra cosa qualunque da uno degli scaffali.

Erano dentro uno di quei drug-store che cominciavano a scomparire, dal panorama delle cittadine americane. Nel Maine resistevano ancora, per via di un settore comune a tutti e che riguardava la pesca generica. Roba da turisti, perché i locali mal si adattavano a sborsare cifre esose per prodotti dozzinali.

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