Diventi rossa se qualcuno ti guarda

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Chiara salì sul treno nello stesso momento in cui un ragazzo stava scendendo e i due si scontrarono.

Si guardarono negli occhi e Chiara, arrossendo vistosamente, si scusò immediatamente e senza aspettare risposta dal ragazzo si andò a sedere.

Il ragazzo invece rimase imbambolato a guardarla e se il capotreno non avesse fischiato per avvisare che il treno stava per ripartire, sarebbe rimasto chiuso in mezzo alle porte che si stavano richiudendo.

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La giornata passò veloce e Chiara si trovò nuovamente sul treno, ad aspettare la sua fermata.

Si diresse verso l'uscita e quando il treno si fermò scese.

Come tutte le sere la stazione era poco affollata e lei chiamò il padre per farsi venire a prendere il prima possibile perché non le piaceva stare sola in quel posto poco sicuro.

Nel frattempo il treno era ripartito e questo le permise di vedere l'altro binario.

Notò un ragazzo che camminava avanti e indietro, forse per scaldarsi.

Quando questo si voltò verso di lei, i due si guardarono negli occhi, ma proprio in quel momento Chiara si sentì chiamare e si voltò verso la strada dove vide suo padre nell'auto, che la stava aspettando.

Riguardò dietro di sé, ma si accorse che sul binario non vi era più nessuno: però era certa di aver già visto quel ragazzo da qualche parte.

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Il giorno dopo fu caratterizzato dal solito risveglio e dalla medesima routine: colazione, treno, università, ancora treno e casa, ma un pensiero nuovo si fece largo nella mente di Chiara e cioè 'perché non riusciva a smettere di pensare a quel ragazzo che l'aveva guardata', non poteva neppure essere certa si trattasse di un ragazzo, infondo la sera prima era buio e poi, probabilmente, l'aveva fissata per casualità: sì, sicuramente era quella la spiegazione.

Dopodiché non ci pensò più e presto se ne dimenticò.

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«Bianca, dai, andiamo a casa!»

«Uffa, Chiara! E' passata solo un'ora, vorrei vedere altri negozi.»

«Io mi sto annoiando» disse Chiara sbuffando «in questo momento vorrei essere nel mio lettino caldo a leggere qualche libro».

«Che noia! Io invece qui mi diverto tanto e dato che è il mio compleanno decido io» disse Bianca facendo la linguaccia.

«D'accordo ma quando sarà il mio resteremo a casa» ricambiò la smorfia Chiara.

Erano ancora in centro quando iniziò a piovere, perciò decisero di tornare a casa prima che il temporale peggiorasse.

Alcuni passanti erano stati previdenti e si erano muniti anch'essi di ombrello ma altri che ne erano sprovvisti iniziarono a correre sotto le tettoie dei negozi per ripararsi.

Intanto le due sorelle avevano quasi raggiunto il parcheggio quando un ragazzo si avvicinò a Chiara, per coprirsi dalla pioggia, facendola spaventare involontariamente.

«Scusa, non è che potresti darmi un passaggio fino alla stazione. Non ricordo dov'è e il mio treno arriva tra poco».

Chiara, rossa come un pomodoro, era rimasta imbambolata e sembrava aver perso la capacità di parlare perciò intervenne Bianca «Certo, tanto è a due passi da qui, ti ci accompagniamo noi».

Il ragazzo ringraziò e s'incamminarono verso i binari.

Chiara ritornò in sé e chiese «Quindi non sei di Rimini?»

«No, qui vengo a studiare Economia. Io sono di Pesaro.»

«Che coincidenza! Chiara fa Giurisprudenza proprio lì» s'intromise Bianca che venne subito fulminata dalla sorella.

«Quindi ti chiami Chiara! Piacere Luca» si voltò e allungò la mano.

«Eggià, mentre lei è mia sorella Bianca. Piacere mio» rispose Chiara arrossendo e stringendogli la mano che ritirò subito dicendo «Siamo arrivati: spero tu sia ancora in tempo per prendere il treno».

«Sì, non preoccuparti. E' stato un piacere conoscerti, emm, conoscervi!» ridacchiò Luca imbarazzato per l'errore commesso «Magari ci rincontriamo in stazione».

«Si vedrà. Buon rientro» e detto ciò Chiara prese Bianca per un braccio e, prima che potesse aggiungere altro, la trascinò via, mentre Luca le osservava divertito.

«Ehi! Ma che ti prende?» Bianca si massaggiò il braccio.

«Perché hai accettato di accompagnarlo?»

«Era un ragazzo bisognoso: ho solo fatto un gesto caritatevole verso il prossimo.»

«Lo sai che mi imbarazzo a parlare con gli sconosciuti.»

«Soprattutto se sono ragazzi carini e interessati a te!»

Chiara scoppiò a ridere «Interessato a me?»

«Non hai visto come era estasiato quando ti fissava?!»

«Smettila, io non piaccio a nessuno e tanto meno a un ragazzo come lui, che poi non è che sia tutta sta bellezza!»

«Scherzi?! E' il ragazzo perfetto!»

«Certo, come dici tu. Ora però possiamo andare alla macchina o vuoi continuare a stare sotto la pioggia?»

«Magari mi ammalassi, così non dovrei andare a scuola!»

«Ma smettila, sciocchina!» disse Chiara amorevolmente.

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