Cap 2 Canada

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Pov Otobek

Lui stava arrivando, mancava poco ormai doveva essere già sull'aereo. L'ultima volta che lo avevo visto era stato durante il mondiale. Mi avevano detto che era cambiato ma non ci credevo, Yuri non permetterebbe a nessuno di cambiarlo, nemmeno a se stesso.

L'aereo arrivò con tre ore di ritardo. Aspettai in sala d' attesa e quando lo vidi non riuscii a restare impassibile come al solito. Era cambiato eccome, mi guardò negli occhi e mi passò davanti senza dire niente. Lo rincorsi, non era così che immaginavo il nostro incontro dopo sei mesi. Lo presi per un braccio e lo voltai, stavolta la sua attenzione era tutta per me. "Otobek hai intenzione di portarmi a letto ?" chiese in un inglese strascicato ed io fraintesi subito perché per sua sfortuna ero per metà americano e non mi sfuggiva una sola parola.

"Cosa!!?" dissi sorpreso, che diavolo gli veniva in mente? Lui mi studiò con quel suo sguardo da "sto per ucciderti e ne sarò contento".
Io feci un sorriso tirato, il meglio che mi si poteva chiedere e mi portai una mano a sistemare i capelli, un gesto che facevo spesso soprattutto se irritato. "Immagino che per letto tu intenda il dormitorio dell'Accademia Bellenor." risposi sempre in inglese. " Ti ci porto subito, Yuri. Hai altri bagagli da prendere o possiamo andare?" chiesi sistemandomi  di nuovo i capelli. Lui mi diede un' altra occhiata, stavolta più mansueto e mi mise una mano tra i capelli. " Ti stanno da dio messi così ma se devi sistemarli in continuazione perché non metti più gel?"
Che io sia dannato se stavo ascoltando una sola parola. Cavolo, Yuri che abbassava le difese in questo modo era troppo. I suoi occhi azzurri non erano più assottigliati come quelli di un gatto dal pelo arruffato, ora erano spalancati perché guardava verso l'alto e le luci ne risaltavano il colore unico. Spostava la mano tra i miei capelli per sistemarli dopo che io li avevo torturati. Alla fine capii che avrei fatto una cazzata enorme se non toglievo le sue mani da me, subito. Gli presi il bagaglio e sorrisi senza che lui potesse vedermi, soprattutto quando notai i motivi leopardati impressi ovunque. Incominciai a camminare come se la valigia grande quanto una casa non pesasse nulla, in effetti era così, visto che avrei spostato un carro armato pur di andarmene di lì. Soprattutto se nella lista dei doppi sensi c'erano la parola "letto" e "gel".

Inoltre è imbarazzante ammettere che avevo lasciato fare al mio cervello quello che voleva... Soprattutto dopo che Yuri si era tolto la giacca dicendo che il Canada era troppo caldo per lui...ed io da vero coglione l'avevo guardato, soprattutto sopra la cinta, dove un serie di addominali scolpiti facevano bella mostra di sé.
Gli avevo detto di vestirsi di nuovo e lui mi aveva risposto che i vestiti ce li avevo in mano, dentro la valigia. Eravamo finiti dietro il pulman, lui con solo i pantaloni e le scarpe ed io che facevo finta di non guardare. Facevo finta, appunto.

"Allora amico, com'è che dopo gli ultimi Mondiali sei sparito?" chiese lui tanto per fare conversazione. Pessima idea, davvero non ne sapeva niente?
"Durante l'allenamento ho avuto un infortunio che mi ha bloccato per tre mesi." dissi senza guardarlo. Lui però mi guardava e lo sguardo da gatto arruffato era tornato.
Conoscevo Yuri meglio di chiunque altro perché mi ero sforzato di comprenderlo e perché davanti il suo atteggiamento aggressivo non ero mai scappato.
Proprio come in quel momento, appena percepii la sua occhiata mi feci più vicino. Voleva giocare con me, voleva qualcuno da maltrattare per vendicarsi della  merda in cui era finito. Bene, ma avrei preso qualcosa in cambio.
Stavo ad un passo da lui, poi non ci fu più nessuna distanza ed io lo schiacciavo contro la macchina. Gli bloccai le mani che tenevano ancora la maglietta e mi ritrovai a guardarlo in faccia, era furibondo.
Dovevo smetterla? No, mi dissi, non ancora.
"Yuri qual'è il tuo problema?" chiesi a pochi millimetri da lui.
Lui spostò lo sguardo altrove, era una cosa insolita per il suo carattere, il problema era più serio di quanto mi aspettassi?
"Sei troppo vicino Alin, non c'è bisogno di chiedermelo così."
Il mio vero nome, Alin, era una scarica di eccitazione che scendeva direttamente sotto la cintura ma solo se era Yuri a pronunciarlo e soprattutto se lo faceva con le guance rosse, come in quel momento.
"Devo metterti in trappola tigre, altrimenti tu saresti capace di non dirmi niente." risposi più calmo di prima.
"Cosa vuoi sapere ?" chiese lui.
"Perché ti hanno spedito in Canada senza il biglietto per il ritorno, cosa hai fatto per mandare a monte la tua carriera così in fretta?" domandai io in un sussurro. Lui abbassò ancora di più il capo per non permettermi di guardarlo.
"Ho solo il pattinaggio e nient'altro, mi hanno cacciato perché sono debole e hanno ragione. Ancora qualche giorno e sarei crollato." gli presi il volto e rimasi sorpreso, stava piangendo.
"Tu non sei debole e non saresti mai crollato. Se hai bisogno di qualcuno sai che io ci sono è questo il motivo per cui sei qui... Sei qui perché hai bisogno di un amico ed io sono quell'amico. Capito, tigre?" lui annuì ed io lo intrappolai in un abbraccio che lo avvolse tutto...era dimagrito ancora di più.
"Ei ti va di fare una pausa? Sei qui per distratti dal pattinaggio ed io conosco il luogo giusto."
La mia priorità era dargli da mangiare e rimetterlo in forse con dei zuccheri. Veniva dalla Russia e qui non c'era lo stesso clima ma un caldo soffocante.
Lui annuì, era stanco e si vedeva così lo presi e lo portai davanti.
Gli allacciai la cinta e gli sentii dire che succedeva spesso e che non dovevo preoccuparmi se sveniva. Io non dissi niente, come avevano fatto a ridurlo in quel modo?
Partì e lo portai all'Accademia il più veloce possibile. Dormiva quando lo presi e lo portai nei dormitori. Sapevo già  che avrebbe condiviso l'appartamento con me quindi portai i suoi vestiti e mi occupati di tutto.
Prima gli diedi il cibo e l'acqua con lo zucchero, poi le coperte e un buon sonno. Alle quattro del pomeriggio non era ancora sveglio così gli lasciai un biglietto con scritto dov'ero e cosa facevo.
Speravo di trovarlo ancora lì al mio ritorno.

Look me //Otayuri// Yuri on ice fanfictionWhere stories live. Discover now