Saluti.

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[CAPITOLO TRENTACINQUE]

~Saluti.~

La notte scorsa non dormii nemmeno per un minuto, troppo erano i pensieri per la mia testa, troppe erano le preoccupazioni.
Perché la vita di una sedicenne deve essere stravolta così tanto? Perché non potevo essere felice come tutti i ragazzi della mia età sono?

La luce del sole all'alba penetrava dalla piccola finestrella.
Mi rigirai nel letto sapendo che sarebbero stati gli ultimi minuti della mia vita che avrei passato sopra a quel materasso.
Sarebbe cambiato tutto nei prossimi giorni, completamente tutto.
Avrei cominciato a frequentare una scuola "normale", vivere in una casa adatta ai miei spazi, adatta alle mie esigenze, anche se vivere in questa piccola stanza mi ero ormai già fatta l'abitudine.
Avrei dovuto riagganciare qualche rapporto con mia madre, ne ero costretta a farlo anche contro la mia volontà.

Riguardo a lui non c'è niente che potevo fare: mi ha mollata, non so per quale motivo ma ormai è inutile stare a lottare per una persona che non mi vuole e che tra poche ore sarà a 700 km da me.
Dovevo fare un passo difficile adesso: dire tutto a Chantal.
Avevo legato molto con lei in questi mesi che sono stata qui e interrompere tutto così improvvisamente sarebbe stata una grande botta al cuore: ma dovevo farlo.

Mi alzai da letto ormai esausta di provare a dormire.
Mi veniva da piangere al sol pensiero di dover raccontare tutto alla migliore amica, mi veniva da piangere al sol pensiero ti dover affrontare tutto questo.
Mille domande mi vagavano per la testa ma mille domande inutili che ormai non c'era bisogno più di dare una risposta.
Indossai casualmente dei vestiti senza badare neanche al loro abbinamento, poco importava adesso della coordinazione dei colori.
Legai disordinatamente i capelli in una coda alta ed uscii dalla camera senza prestare attenzione allo stato del mio viso.
Percorsi le scale superiori girandomi da un'altra parte una volta che passai esattamente davanti a quella stanza, probabilmente adesso lui stava dormendo, gli è sempre rimasto difficile alzarsi preso.
Ma adesso basta, basta pensare ad Harry, basta pensare a quando è stronzo caratterialmente.
Avrei voluto buttarmi lì davanti alla sua porta e piangere da disperata chiedendogli una spiegazione, una ragione per la quale mi ha lasciato così nel momento più brutto della mia vita lasciandomi sola.
Ma no, non potevo, non potevo piangere per lui, non meritava niente da me nemmeno le emozioni più brutte.
Arrivai davanti alla stanza di Chantal e bussai solo quando ero pronta psicologicamente.
Aprì la porta leggermente scossa, con i capelli arruffati: l'avevo svegliata.

-tu, lurida Isabel, hai appena interrotto il mio sogno! Esclamò ironicamente con gli occhi piccoli in due fessure.

Mi venne da ridere, almeno lei era sempre felice.

-ti devo parlare, è una cosa seria.

-entra.

Entrai sedendomi sul suo letto.

-voglio che anche tu ti sedia. Dissi.

-così mi fai preoccupare.

-Chantal mi trasferisco. Andai subito al sodo, non volevo fare mille discorsi per arrivare ad un conclusione dopo tre ore. Era questa la verità tanto valeva dirla fin da subito.

Rimase a bocca aperta, senza dire nulla per qualche minuto.

-cosa cazzo stai dicendo Isabel?!

-è tornata mia madre, adesso è sana mi porterà via; tornerò a Glasgow, nella mia casa.

-no, non è possibile! Dov'è la telecamera che riprende questo scherzo? Chiese guardandosi attorno.

-non c'è nessuno scherzo Chantal, mi trasferisco sul serio.

Bad Angel.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora