1 . Arrivo a Mysteryville

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Il mio nome è Serena Norman e mi sono appena trasferita a Mysteryville da un piccolo paesino di campagna. Il mio volo è arrivato ieri sera e, per quanto fossi esausta, sono riuscita a vedere soltanto la mia squallida camera d'albergo. Tuttavia, ero troppo ansiosa per dormire, così ho passato tutta la notte a fantasticare. L'università inizierà soltanto tra tre giorni ed io sono un concentrato di emozioni: mi sento agitata perché sono nuova di qui e non conosco nessuno, ma sono anche molto eccitata perché non vedo l'ora di iniziare le lezioni! Oggi devo sistemare le ultime pratiche burocratiche per la mia registrazione e per questo motivo devo recarmi nell'ufficio ammissioni.

Speriamo di trovarlo in quel labirinto!

Penso di avere tutto quello che mi serve nella borsa e, siccome muoio dalla voglia di vedere almeno un po' l'università, mi affretto ad andare. Come arrivo, mi fermo qualche minuto a scrutare l'edificio che ho di fronte: i mattoni rossi che lo costituiscono si sposano perfettamente con le lucenti colonne scolpite che lo adornano. L'architettura è davvero impressionante ed io vado pazza per questo mix di arte moderna ed antica... conferisce un'aria intellettuale ed elegante a tutto il posto! Mi perdo ancora un po' ad osservare i sentieri fiancheggiati da alti e verdi alberi e i molti prati che sono presenti nel campus. È tutto così allegro che già mi vedo passare molto del mio tempo qui!

Improvvisamente mi riscuoto dai miei pensieri e, seguendo i cartelli, trovo la strada per l'ufficio amministrativo senza troppi problemi. Quando apro le porte mi metto a girovagare in cerca dell'ufficio ammissioni, ma dopo un quarto d'ora mi sembra chiaro che non ho la minima idea di dove sia o di dove io stia andando.

I corridoi sono tutti talmente uguali... accidenti.

Prima di perdere le speranze, sento un rumore di passi alle mie spalle. Voltandomi, vedo che una ragazza si sta avvicinando a me con fare sicuro e disinvolto. È molto bella: ha corti capelli castani legati in due treccine, grandi occhi ambrati truccati di nero, una corta maglietta bianca che le lascia scoperta la pancia, un cardigan, dei pantaloncini marroni e scarpe da ginnastica ai piedi. A differenza mia, sembra sapere esattamente dove si trovi, così provo a chiederle una mano.


«Scusami...» esito.

«Ciao. Sei qui per iscriverti?» chiede, con la sua voce squillante.

«Esatto. Come l'hai capito?»

«Non c'è altra ragione per trovarsi qui prima delle lezioni, giusto?»

«Suppongo di sì... Sto cercando l'ufficio ammissioni, ma ho qualche difficoltà a trovarlo...»

«Sei nuova?»

«Si nota così tanto?»

«Non ci voleva un detective. Vivo qui da sempre e non mi pare di averti mai vista. La città non è molto grande, ho solo fatto due più due

«In effetti mi sono appena trasferita. Sono arrivata ieri sera

«Non preoccuparti, sei capitata in buone mani.» mi sorride

«Ti mostro io dov'è l'ufficio. Tanto devo andarci anche io... Comunque, il mio nome è Sarah

«Serena, piacere, ma tutti mi chiamano Sere.»

Senza abbandonare la sua sicurezza, mi porta davanti l'ufficio ammissioni e, una volta fuori la porta, tiro fuori i documenti dalla borsa. Sarah li afferra all'istante e, essendo molta invadendo gli faccio una faccia storta, lei mi guarda ma non sembra importarle quindi la osservo finché non si lascia sfuggire un gemito eccitato. Sobbalzo per lo spavento e la fisso ad occhi sbarrati.

Si comporta davvero in modo strano...

«Ti sei iscritta al corso di miti e leggende! Anche io!» grida.

«Wow, grandioso!» rispondo... almeno posso contare già su un'amica, no?

Questa ragazza è misteriosa, gioiosa ed esplosiva allo stesso tempo. Il mio totale opposto... Mi dovrò abituare al suo atteggiamento esuberante! Ad ogni modo, si dice sempre che gli opposti si attraggono e, viste le nostre differenze, questo potrebbe essere l'inizio di una grande amicizia!

Una volta terminate le formalità, dopo circa un'ora di attesa, Chelsea mi trascina fino all'uscita ed io ho parecchie difficoltà a seguirla. Una volta fuori mi trascina con lei e ci sediamo sul'erba al sole.

« Vivi qui da tanto?»

«Ci sono nata. Conosco Mysteryville praticamente come le mie tasche. Vuoi che ti faccia da guida? Sono brava!»

«Magari più avanti. Purtroppo ho già una serata movimentata di fronte a me...»

«Davvero? Sei arrivata solo ieri e già hai da fare? Non perdi tempo, vero?!»

«Non è come pensi. Ho preso un impegno ancor prima di partire, ma quando sono atterrata ero così stanca che mi sono precipitata nel primo albergo che ho trovato per cercare di riposare un po'.»

«A giudicare dalla tua faccia non deve essere stato eccellente.» ride.

«Molto peggio! Era talmente sudicio che mi faceva impressione persino toccare le maniglie delle porte... Non vedo l'ora di andarmene

«Se è così male, forse posso aiutarti a cercare una sistemazione migliore. Vicino l'università ci sono molti alloggi per studenti a basso costo

«È gentile da parte tua, ma non preoccuparti. Sono riuscita a trovare un posto come ragazza alla pari in una famiglia della città. Mi occuperò della loro bambina e, in cambio, mi offriranno vitto e alloggio. È un buon metodo per riuscire a pagare le tasse universitarie.»

«Beh, che fortuna!»

«Sì, lo penso anche io! Dopotutto mi piace occuparmi dei bambini..

«È lontano dal campus?»

«A dir la verità ancora non lo so. Ci andrò stasera per la prima volta.»

«Uhm... e la famiglia? Qual è? Magari la conosco...»

Rifletto un po' se dirglielo o meno, ma alla fine acconsento. Dopotutto credo di aver trovato un'amica.

«I Bartholy. Da quel che ho capito sono un'antica famiglia del posto.»

Non faccio in tempo nemmeno a finire la frase che Chelsea si trasforma completamente ai miei occhi. Diventa pallida in un attimo e continua a fissarmi con uno sguardo indecifrabile.

«Hey, sicura di sentirti bene?» chiedo, posandole una mano sulla spalla «Sembra che tu abbia visto un fantasma!»

«No... sì... va tutto bene!» si affretta a rispondere, alzandosi di scatto per sottrarsi al mio tocco «Mi sono solo ricordata di aver un impegno...»

«Ok, come vuoi... ci vediamo a lezione.» affermo, salutandola con la mano.

Sono dispiaciuta per il suo comportamento, ma ci conosciamo da poco e non voglio imporle la mia presenza e costringerla a spiegarmi che le è preso. Sono convinta che prima o poi le passerà. Io, invece, dopo essere rimasta un po' sulla panchina a rimuginare, mi faccio lentamente strada tra gli studenti del campus, fino a raggiungere l'uscita. Non ho alcuna fretta e ho intenzione di godermi al massimo il sole prima che giunga la sera.

Comunque stiano le cose, penso proprio che scoprirò qualcosa già stasera quando andrò a casa loro per lavoro. Continuando a passeggiare, poi, prendo il mio cellulare per cercare il loro indirizzo, mentre con la mente cerco di immaginare che tipo di persone possano essere...

Is It Love-Drogo.Non avrei mai pensavo alla mia vita come le storie di un libroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora