Capitolo 51

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Charlotte, era davvero una forza della natura. Non aveva smesso di sorridere, di parlare e di urlare per un solo momento, mentre il taxi ci riportava in albergo. Era facile, sentirsi a proprio agio con lei, un po' meno, con quel burbero di suo fratello che non aveva fatto altro che guardar male Jared ogni qualvolta sorrideva a sua sorella.
Avevo un'idea tutta mia di quella che poteva essere la verità, ma senza ombra di dubbio, Jared era innamorato di Charlotte. Sapevo riconoscere quello sguardo, mi bastava guardarmi allo specchio.
Restai in silenzio, ridendo di tanto in tanto ai piccoli e frequenti battibecchi fra fratelli, doveva essere bello averne uno. Uno che, avrebbe davvero fatto di tutto per te e Damon, avrebbe dato l'anima per sua sorella, non serviva che lui ammettesse a parole quanto le volesse bene, si vedeva, punto e non c'era cosa più bella di quella.
Sicuramente, questa era una versione inaspettata di lui, ma non per questo meno bella, anzi. Ero felice di scoprire qualcosa in più. Lui, neppure se ne accorgeva, ma mi stava già parlando di se e questo, permetteva che io mi innamorassi ogni giorno di più di Damon.
Distolsi lo sguardo, quando seduto al sedile anteriore del taxi, incrociò il mio sguardo dallo specchietto. Non avevo dimenticato quella frase.
Neanche tu krystal, e questo mi faceva sentire così strana in quel momento.
Scendemmo dall'auto, ripetendo lo stesso schema di prima. Jared apriva la sedia a rotelle, mentre Damon prendeva in braccio sua sorella, aiutandola a sistemarsi come meglio credeva. Faceva un gran freddo, ma me ne restai zitta. Quei tre, avevano una complicità indescrivibile, ma da quello che avevo avuto modo di vedere quel pomeriggio, Damon non era molto propenso alla condivisione. Era geloso.
Tirai un sospiro di sollievo, quando finalmente varcammo la porta della hall.
Non avevo mai amato i riscaldamenti come in quel momento, anche se mi dispiaceva, dovermi liberare a breve della sua felpa. Non potevo di certo usarla per la notte, con tre paia di occhi vigili nelle vicinanze.
Ci dirigemmo verso l'ascensore, ma all'ultimo secondo, cambiai idea.
"Ci vediamo su", non aspettai risposta, preparandomi psicologicamente ai tre piani che mi attendevano, ma preferivo quelli ad un minuto di interminabile attesa.
"Damon, la smetti di trattarlo male?", la voce di Charlotte era ormai inconfondibile per me, nonostante la conoscessi da poche ore, era sicuramente una ragazza che lasciva il segno. La sua forza, la sua energia e la sua positività, dovevano essere un esempio per tutti.
Sorrisi a quella scena, Jared non le era indifferente, ma doveva essere impossibile, riuscire a capirci a qualcosa con un fratello come Damon fra i piedi.
Mi spostai, permettendo al signor tutto fare di aprire la porta, ero esausta. Era stata una lunga giornata, ma ero davvero felice delle cose che erano accadute.
Non mancano molto giorni al mio rientro e quel pensiero mi provocò una sorta di voragine nel petto. Mi sarebbe mancato tutto questo.
Restai al centro della stanza, con ancora la borsa e giacca indosso. Non avevo idea di come si sarebbero organizzati, ma di certo non avrei messo bocca. Ero un ospite e mi sentivo tremendamente in colpa per dar tutto questo fastidio.
"È possibile prendere un'altra stanza?". Domandai. Tre paia di occhi, mi puntarono. "Così state più comodi", mormorai incerta. "Insomma, quanto costa?".
"Ma no Krystal", squittì Charlotte. "Troveremo un modo, dobbiamo stare tutti insieme", ne era entusiasta.
"Non vorrei dar fastidio", bofonchiai, dondolando sui piedi. Il suo sguardo, non mi era d'aiuto.
"Troveremo un modo", due gocce d'acqua, ma con toni decisamente diversi. Dovevo ancora abituarmi alla loro somiglianza, tuttavia i loro caratteri, completamente opposti, erano un ottimo diversivo.
"Dormi a terra", fu la risposata di Jared, mentre toglieva le scarpe. "Nulla, che tu non abbia già fatto", aggiunse con un mezzo sorriso.
"Non ditemi che l'avete fatta dormire a terra?". La voce di Charlotte, era puro sgomento.
Jared arrossì. "Ecco...", si grattò la nuca.
"Dormirà con te", autoritario come sempre, mentre si rivolgeva a sua sorella. "Andiamo, ti aiuto a mettere il pigiama", guardò Jared, che dopo qualche secondo, afferrò il messaggio dirigendosi verso la porta.
Lo feci anch'io, ma nel momento in cui stavo per uscire, Charlotte mi bloccò.
"Krystal, tu puoi restare", mi sorrise.
"Non preoccuparti", dissi, ricambiando quel sorriso.
"Insisto, almeno spieghi a mio fratello come si toglie una scarpa, senza romperla", ridacchiò. Le si vedevano due adorabili fossette sulle guance, era adorabile e assolutamente bellissima.
Non poteva essere altrimenti.
"Oh, va bene", mormorai titubante, mentre mi avvicinavo al letto sul quale Damon, l'aveva adagiata.
"So farlo", disse Damon, guardandomi con la coda dell'occhio.
"Sto solo guardando", replicai.
Sospirò, cosa credeva? Che mi fosse passata e che magari ora ci saremmo fatti una grossa risata? Si sbagliava, non mi era affatto passata. Mi stavo semplicemente trattenendo.
Slacciò le sue scarpe, per poi mettere una mano dietro la caviglia e una sotto la suola.
"Stai sbagliando", inarcò un sopracciglio. "Si romperanno", aggiunsi, mantenendo lo sguardo fisso su quelle scarpe.
"È quello che gli ho detto per le ultime quattro scarpe che mi ha rotto, ma cosa mangi al mattino per avere tutta questa forza?".
"Ciambelle rosa", mi sfuggì. Mi portai subito una mano davanti alla bocca, ma oramai il danno era fatto, tuttavia, quando trovai il coraggio di guardarlo, notai che stava a stento, cercando di mascherare un sorriso.
"Se sei più capace, fallo tu", si spostò, facendo un cenno col capo in direzione di Charlotte, che ci guardava, felice? I suoi occhi sembravano lucidi, ma forse ero davvero stanca. Stavo delirando, decisamente. Questa ragazza bellissima, non mi conosceva neppure e nonostante qualche piccola battuta, non pensavo che lui, le avesse parlato di me in modo così dettagliato da farle pensare chissà cosa.
"Ok", sospirai, posizionando le mani come avevo detto lui, sfilando quella scarpa in meno di tre secondi. "Fatto", scrollai le spalle, accennando un sorriso nella sua direzione.
"Prendi esempio, fratello".
Mezz'ora dopo, eravamo riusciti ad infilare Charlotte a letto con tanto di pigiama, non potevo negare di essermi divertita nel vedere Damon in difficoltà. Era molto premuroso con sua sorella e non affatto abituato a far vedere questo lato di se a qualcun altro. Ad un certo punto, ero sicura, che fosse arrossito, ma decisi di esser buona e non farglielo nostra, già Charlotte, ci era andata giù pesante.

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