3.Nuovi incontri

22 2 0
                                    

Ero scesa dall' autobus, mi avviai verso l'entrata della scuola.
Era pieno di ragazze e ragazzi che facevano su e giù per i corridoi, all'entrata si trovava la segreteria, dove andai a prendere un depliant, gli orari delle lezioni ed il numero dell' armadietto.
Stavo per andarmene quando la segretaria mi disse con voce rauca: "Aspetta! Alice Gray, giusto?" Io annui e lei continuò: "la preside le vuole parlare, il suo ufficio si trova alla fine del corridoio"...mi avviai, già mi stavo facendo un sacco di paranoie, pensai    *Sono appena arrivata e già sono nei guai*      nel frattempo raggiunsi la porta e bussai, una voce femminile che proveniva dall' interno disse: "Avanti" , l'ufficio non era molto grande, le pareti erano di un verde chiarissimo, una scrivania al centro della sala e una sedia bianca su cui era seduta la preside, accanto a lei in piedi un ragazzo alto, con gli occhi di un blu intenso e i capelli scuri
la direttrice mi disse sorridente: "Ti do il mio personale benvenuto, spero ti troverai bene, questo è Michael, ti farà fare un piccolo giro della scuola",
la ringraziai ed uscimmo dal ufficio, quando Michael mi disse: "Piacere Michael Evans, ma chiamami Mike"
Io dissi:"Piacere Alice Gray"
lui sorrise e continuammo a camminare.
La scuola era enorme da sola mi sarei sicuramente persa, per il mio scarso senso dell'orientamento;
Per prima cosa mi fece vedere la mensa, poi la palestra dove alcuni ragazzi giocavano a basket, poi vedemmo il cortile posteriore dove al centro si trovava una piccola fontana con delle panchine attorno, poi quello anteriore in cui c'era un campo da pallavolo e delle aiuole sparse quà e là, noi ci sedemmo su una panchina, per guardare la partita, quando mi chiese:"Dove hai frequentato i primi anni di liceo?"
Io risposi:"a Londra, una di quelle solite scuole inglesi"
lui annui:"bella Londra ho sempre desiderato andarci"
Io:"si però dopo un po diventa noioso, sempre le solite cose, la solita routine, ecco perché ho deciso di tornare a New York"
Lui chi chiese:"Come mai hai lasciato New York?"
Io:" Volevo cambiare semplicemente aria,  poi avevo passato un brutto periodo, avevo perso la mia migliore amica in un incidente stradale"
Lui disse:"mi dispiace molto, ma ora avrai bisogno di amici, ti va di conoscere alcuni dei miei? Fanno parte della squadra di basket della scuola, di cui faccio parte anche io"
Io risposi:"okay, ma sono abbastanza timida"
Lui mi sorrise, si alzo è mi fece un cenno, io capii che lo dovevo seguire.
Attraversammo quasi tutto il cortile fino ad arrivare ad un gruppo di ragazzi, e riconobbi subito Cameron, Mike me li presento:"Matt, Trevis, Taylor, la mia ragazza Chloe, mia sorella Carly e ....
Io lo interruppi  e dissi:" Cameron"
Lui sorpreso disse:" ah, già vi conoscete?"
Cameron sorrise e intervenne:" Si l avevo scambiata per Carly, da dietro sono uguali ed allora ci siamo presentati"
Taylor con tono malizioso disse:" Cameron, dì la verità si sa che vuoi rimorchiare"
Cameron gli rivolse un'occhiataccia e gli tirò un ceffone dietro la nuca facendogli cadere la bandana nera che indossava, sull'occhio.
Taylor fece la faccia da finto offeso e continuò:" sono più di due anni che non ti trovi una ragazza"
Cameron:"Chiudiamo l'argomento, sennò rischi di tornare a casa con un occhio gonfio"
Io sorrisi alla scena e così fecero anche gli altri, dopodiché tutti i ragazzi se ne andarono a lezione e rimasi sola con Carly e Chloe , erano molto dolci, cominciammo a parlare e a conoscerci meglio, e capii fin da subito che avrei legato con loro.
Arrivammo ad una macchinetta dove comprammo delle patatine ed un caffè, poi io e Chloe andammo a lezione di matematica, mentre Carly a quella di storia.
Io e Chloe ci sedemmo vicine al terzo banco della fila centrale, circa 2 minuti dopo entrò la professoressa che si presentò:"Per chi non lo sappia sono la professoressa White, la vostra docente di matematica"
Era una signora molto "particolare" se si può dire così,  portava i capelli a caschetto nero cenere, aveva gli occhi di un grigio spento incorniciati da degli occhiali rossi troppo grandi per il suo viso, indossava un maglione giallo ocra anche esso troppo largo per il suo corpo minuto, dei jeans a zampa d'elefante e ai piedi portava dei tacchi neri non troppo alti.
La lezione passò in fretta come anche le ore seguenti.
Quando finalmente arrivo l' ora di
pranzo............


Che ne dite???💞
Scusate il ritardo nel aggiornare.

"JUST friends"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora