La chiamata!

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Sentiva il cuore accelerare i battiti,la testa girare impercettibilmente e il sangue scorrerle come un fiume in piena nelle vene. Una scarica elettrica le percorse l'intera colonna vertebrale,fermandosi poi sulla nuca che aveva appoggiato al muro,alle sue spalle. Quella scarica,che ogni volta la faceva sentire viva e capace di sottomettere il mondo ai suoi piedi,ora era li,sotto la sua pelle bianca,quasi a procurarle un leggero prurito fastidioso. Respirò. Respirò a pieni polmoni quell'aria di Marzo,aria di primavera,aria leggera e frizzante. Respirò l'odore del mare,il profumo delle margherite a pochi passi da lei. Ascoltò il cinguettare allegro degli uccellini,il rumore delle onde calme e delicate che si infrangevano sulla battigia,le urla del suo partner che infrangevano quel silenzio tranquillo di metà pomeriggio.

Un attimo... perché sentiva le urla di Mark? 

Si voltò,come risvegliata un lungo sonno,e vide alla sua destra il suo partner puntare la pistola proprio davanti a lui. La postura rigida,le spalle dritte e le braccia distese in avanti,il ferro stretto tra le mani e le gambe divaricate. 

Cosa diamine stava succedendo? 

La donna si sporse lievemente oltre il muro,e poté notare che il suo collega puntava l'arma contro un uomo di mezza età,stempiato e dalla pancia rotonda e pronunciata. 

Cazzo! 

Mark gli intimava di mettere le mani in bella vista e inginocchiarsi a terra,come richiedeva la prassi prima di un arresto. 

- Allora non ci senti,pezzo di merda? Ti ho detto in ginocchio!- ringhiò l'uomo innervosito. 

Lei si guardò intorno,cercando un modo per poter aiutare il collega,notando poco lontano da lei  un SUV nero dai finestrini oscurati,fermo proprio davanti alla strada secondaria che portava alla spiaggia.

Novellini... 

Sorrise divertita,e senza farsi notare iniziò a camminare filo filo contro il muro delle abitazioni alle sue spalle; scavalcò un piccolo recinto di legno e posò i suoi anfibi sulla spiaggia. Accovacciata camminò,il più silenziosamente possibile,ed estrasse la pistola dalla fondina. Raddrizzò la schiena,sporgendosi da dietro il corpo dell'uomo,e si fece notare dal suo collega,che senza mostrare nessuna emozione sul volto,chinò la testa di lato,per farle capire che l'aveva vista. 

- Io non mi inginocchio davanti a quelli come te!- ghignò altezzoso l'uomo,portando le braccia al petto.

Con un colpo di polso,la donna caricò la pistola proprio sotto l'orecchio dell'uomo di mezza età,e spinse la canna fredda sulla sua nuca. Lui si irrigidì,e subito fece per voltarsi,ma la canna spinse ancora più in profondità,quasi a volergli lacerare il cuoio capelluto.

- Fossi in te, in questo momento seguirei il consiglio di quell'uomo- mormorò lei,con voce roca e sensuale. 

L'uomo strinse i pugni. - Puttana- sputò con disprezzo.

- Avete sempre cosi tanta fantasia quando vi arresto!- rise divertita,tenendolo sempre sotto tiro. - In ginocchio- ordinò.

L'uomo rise schioccando la lingua al palato. - Dovrai uccidermi per mettermi in ginocchio- 

Lei alzò le spalle,indifferente. - Ok- sospirò. 

Con il calco della pistola lo colpì a metà schiena,costringendo l'uomo a piegarsi in avanti per il dolore,fece un salto in avanti,e il suo ginocchio entrò in collisione con il volto del mal capitato,portandolo definitivamente in ginocchio. Venne raggiunta in poche falcate dal suo partner,che manette in mano,si accinse ad arrestare l'uomo che perdeva sangue dal naso prorompente. 

- N.E.R.D. - Nata. Emarginata. Rigenerata. Desiderata.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora