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Quel ragazzo mi faceva dannatamente impazzire, e sembrava che nemmeno si sforzasse.
Non solo è vivo nei miei ricordi e nella mia mente, ma anche nel mio presente.
Sono venuta qua per non pensare troppo, per togliermerlo dai piedi, ma lui fa di tutto per complicarmi la vita.

"Cosa ci fai qui?" Domando acida, è impossibile non avere questo tono con lui.
"Perché te ne sei andata? Vuoi scappare ancora?" Chiede evitando la mia domanda, ovviamente.
"E tu che ne sai se sono mai scappata? Sei sicuro che sia solo io quella a scappare?"
"Cosa intendi dire con questo?"
Non rispondo e me ne vado, è inutile, non si ricorderà mai senza l'aiuto di qualcuno. Quel qualcuno non sarò di certo io, e nessuno lo sarà.

"Come mi hai trovata?" Chiedo camminando verso casa mia.
"Ricordi la scomessa? È scontato che io sappia dove abiti" risponde ridendo.
Che ci trova da ridere?
"Ah già..la scommessa"
"Mora non te ne sei dimenticata vero? Mi sa che sarò io a vincere" dice entusiasta.
Neanche questa volta rispondo, troverò il modo di fargli sapere che io ho già vinto, ma non so come fare.

"Vai piano ragazza, non pensavo fossi così veloce" esclama sospirando.
Ma quanto parla? Non se ne sta un pò zitto? Spero lo faccia apposta perché se davvero parlasse così tanto non sarei in grado di sopportarlo a lungo.
Non me lo ricordavo così chiacchierone..
"Questa è casa tua?" Chiede quando ci fermiamo, Annuisco velocemente.
"Sono venuto perché..volevo..non lo so" balbetta.
Il ragazzo a due ani imbarazzato, me la segno, giuro.
"Cosa volevi?" Dico mettendolo in difficoltà, Mi diverto troppo in questo momento.
Mi guarda male per poi alzare gli occhi al cielo.
"Quanto ti fermi?" Chiedo cambiando discorso.
"Fino a domani pomeriggio"
"E sai dove andare?" Spero di si.
"Ehm No, sono venuto qua di corsa e non ho pensato a nulla" come non detto.
Ovviamente non posso lasciarlo in mezzo alla strada, anche perché ci sono pochi Hotel e sono molto distanti da qua.

"Dai, entra" esclamo un pò infastidita, lui non dice nulla e mi segue.
Mi dirigo verso la Cucina e trovo un post-it appiccicato nel frigorifero.

Siamo andati a lavoro, non aspettarci sveglia.
Ti vogliamo bene.

Grazie al cielo, i miei lo avrebbero riconosciuto e lui sarebbe venuto a conoscenza di tutto.
Sinceramente non so perché non se lo ricordi, lui veniva qua quando eravamo piccoli e il parco dove siamo stati prima lo conosceva.
Dovrà esserci di sicuro un motivo, non so se sia per la droga, non so nulla.
Da quando se ne andato, lasciandomi da sola, Non ho più saputo nulla di lui.
Scaccio il mucchio di lacrime, dovute al suo abbandono, prima che lui possa vedermi.

"Ti faccio vedere la tua stanza" dico iniziando a salire le scale.
Non lo farò entrare nella mia, per niente al mondo, non ho avuto il coraggio di togliere le foto di quando eravamo piccolissimi.
"Ecco, sistemati come vuoi. Se vuoi ordino le pizze" gli propongo, lui annuisce solamente, non parla, molto strano.

Scendo di sotto per poi chiamare la pizzeria e dopo una ventina di minuti arriva il fattorino.
Pago le pizze e chiamo Ryan, dopo poco arriva e ci mettiamo a mangiare.
C'è silenzio, è sinceramente, mi mette un pò a disagio, ma dura poco.

"Perché sei così?" Mi chiede finendo la pizza.
"Così come?"
"Così come sei" risponde alzando le spalle.
"Fatti capire meglio Ryan"
"Sei così chiusa.."
"E quale sarebbe il problema scusa?" Domando seccata.
"Nessuno, Mi chiedevo solo il perché. A volte la gente tende a essere chiusa per qualcosa che magari è successa in passato"
"Ah ma davvero?" Inizio ad infastidirmi.
"Sei anche acida"
"La smetti di sbattermi in faccia i miei difetti? Per cosa sei venuto qui se poi pensi questo di me?" Mi alzo buttando il cartone della pizza nel bidone.
"Perché volevo capire il motivo per il quale te ne fossi andata" dice alzando un pò la voce.
"Conosci il termine 'fatti i cazzi tuoi'?"
"Mi sono solo preoccupato per te, ho capito perché non hai amici, hai un carattere di merda"
"Perché, tu non lo hai un carattere di merda?
Sei perfetto? No, non credo proprio, anche perché nessuno lo è, quindi evita" urlo, sono stanca delle giudiche.
"Se vedo che qualcuno si preoccupa per me non lo tratto così!"
"Ryan non siamo uguali, smettila di pensare che le persone siano come te".
Stiamo urlando da ormai 10 minuti e non ce la faccio più, potrei scoppiare da un momento all'altro.

"Tranquilla, non ti darò più fastidio dopo che avrò vinto la scommessa" dice con convinzione.
"Troppo tardi"
"Cosa intendi dire?" Chiede confuso.

"Ho vinto io, Ryan"

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Ehilaaa

Il Nostro PassatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora