Capitolo 3

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Quando mi svegliai, la mattina dopo del mio "appuntamento" con Harry, ero più riposata del solito, avevo per tutta la notte sognato le fossette e gli occhi verdi del riccio che la sera precedente mi aveva assicurato che si sarebbe fatto sentire.

Presi il cellulare nella speranza di vedere una chiamata o un messaggio, ma l'unica cosa che vidi sul mio schermo era la foto del mio sfondo. D'altronde erano appena le 7.30 del mattino, come potevo sperare che ci fosse già una traccia di Harry.

In cucina Aria e Cassandra stavano già facendo colazione, mi sedetti al tavolo con loro e mi versai una copiosa tazza di caffè.

«Allora, ci vuoi dire si o no con chi sei uscita ieri sera?» mi chiese Aria dopo qualche minuto di silenzio. Alzai lo sguardo verso di lei e sorrisi «Con Harry» dissi semplicemente prima di tornare a concentrarmi sulla mia colazione. Avevo raccontato sia a Cassie che ad Aria di come avessi incontrato il ragazzo e del fatto che sua figlia di cinque anni mi avesse invitato alla sua festa di compleanno; quindi non fui sorpresa quando entrambe le mie coinquiline ridacchiarono alzando le sopracciglia «Con Harry, il ragazzo bellissimo che hai incontrato al parco e con una figlia di cinque anni?» mi chiese Cassie dopo aver posato sul tavolo il suo bicchiere di spremuta d'arancia. Annuì prendendo distrattamente un biscotto dalla confezione e mi lasciai andare sullo schienale della sedia «Con Harry o con Harry e sua figlia?» chiede poi Aria avida di notizie. Scossi la testa sorridendo alzando lo sguardo su entrambe «Con Harry e basta. Danielle era dalla nonna» Aria sorrise battendo le mani come una bambina «Quindi hai avuto un appuntamento? Da quant'è che non uscivi con un ragazzo? Vi siete baciati?» si sporse sul tavolo come per ascoltare meglio quello che avevo da dire facendomi ridere «Non era un vero e proprio appuntamento, non esco con un ragazzo da quando Will mi aveva chiesto di uscire e mi aveva portato in un supermercato per fare la spesa e no, non ci siamo baciati, ma...» lasciai di proposito la frase in sospeso per vedere l'espressione frustrata delle mie coinquiline «Ma? Andiamo, non fermarti sul più bello» mi incitò Cassandra con un gesto della mano «Ma abbiamo deciso di conoscerci meglio, di frequentarci» conclusi alzando le spalle prima di finire il mio caffè.

Le due si guardarono per qualche secondo prima di rivolgere nuovamente le loro attenzioni a me «E lui com'è?» alzai le spalle e imbarazzata iniziai a giocare con il bordo della mia tazza «Lui è... è bello, indubbiamente bello e gentile. Ha studiato al conservatorio fino a quando non ha avuto la bambina, poi è stato costretto ad andare a lavorare e ora ha un negozio di musica in centro - presi un respiro prima di ricominciare a parlare - è una follia secondo voi? Insomma, ha una bambina di cinque anni, un lavoro stabile, una casa» mormorai dando voce a tutti i dubbi che avevo in testa «Beh - iniziò a dire Cassie - è vero, ha una bambina di cinque anni, ma ha ventidue anni, non trenta e poi se avete deciso di frequentarvi lo avrà messo in conto anche lui, no?» annuì ripensando a ciò che mi aveva detto Harry la sera precedente «Ha detto che Danielle è la sua priorità, non lo conosco bene, ma non avrebbe mai azzardato una cosa del genere se non ne fosse stato sicuro, lui vive per quella bambina» risposi alzando le spalle «E allora di che ti preoccupi? Non dovete mica sposarvi, tra una settimana potreste accorgervi che insieme fate schifo e ognuno andrà per la sua strada. È vero, i bambini si affezionano in fretta, ma si dimenticano anche in fretta quindi non devi preoccuparti» mi rassicurò Cassie con un sorriso «Beh, vi terrò aggiornate, ma ora devo andare o farò tardi a lezione» dissi alzandomi per andare a prepararmi.

«Gli esami di fine semestre si avvicinano e i vostri lavori fanno sempre più schifo, mi auguro che vi esercitiate abbastanza per non essere bocciati tutti» disse il signor Monet rimettendo a posto la sua roba facendoci sbuffare tutti. Era il professore più noioso che avessi nel mio corso di studi, insegnava pittura ad olio e gli piaceva vantarsi del suo cognome dicendo che era un discendente del famoso pittore francese, anche se tutti noi credevamo che fosse solo un fortuito caso.

The beauty and the father  | H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora