Jessamine.

34 5 2
                                    


Era una mattina primaverile a Londra, il cielo stranamente era chiaro. Jessamine fluttuava alla maniera dei fantasmi davanti alla porta dell'istituto. La guerra oscura era finita da mesi. Sebastian Mongerstern aveva tentato di distruggere l'istituto di Londra senza successo grazie a lei. Ce l'aveva fatta, era riuscita a proteggere delle vite innocenti. Per la prima volta nella sua nonvita si sentiva utile. La guerra era finita, ma il suo compito no. Sarebbe stata alla guardia di quell'edificio per sempre o almeno in quel momento lo pensava. Le piaceva quel posto con la sua calma e la sua atmosfera irreale...o forse lo vedeva così solo a causa della sua condizione ultraterrena. 

Ripensò a Tessa, a Will, a Jem, a Sophie, a Charlotte e a tutti gli altri. Tutte quelle persone che quando era in vita l'avevano odiata o voluto bene. Un nodo le stringeva lo stomaco (se ce l'avesse avuto) era piena di rimorsi e di gelosia. Sì, gelosia verso Will e gli altri perché avevano trovato il loro vero amore è poi erano morti di vecchiaia senza dover soffrire. Mentre invece non invidiava per niente Jem e Tessa che si dovevano portare addosso il peso delle morti di persone a cui volevano bene. Lei invece rimaneva lì a proteggere per sempre quel posto e quella gente che aveva tanto odiato in vita, ma che ora invece era diventata il suo scopo, la unica ragione che ancora la teneva legata a quel mondo. 

Fluttuò attraverso l'istituto e si infilò nella sua vecchia camera piena di polvere e ormai rovinata. Will l'aveva chiusa a chiave e aveva fatto incidere sulla porta una scritta: "Questa era la camera della fiera Jessamine Lovelace. Il suo spirito protegge questo istituto dai nemici ora e per sempre fino alla fine dei tempi. Rendete omaggio a questa fanciulla non tentando di espugnare il suo santuario." Le sue bambole erano ancora lì, stranamente non si erano rovinate. Alcune volte quando era abbastanza forte le poteva tenere in mano per pochi attimi. 

Si guardò a fatica nello specchio sporco, il suo riflesso si vedeva appena, una ragazza dai capelli biondi, il vestito bianco e una macchia rossa su di esso. Il suo volto perennemente giovane era identico a come era cent'anni fa, gli occhi erano tristi e vaqui. La sua intera figura era slavata, un ricordo di quello che era stata, un brandello di anima estranea a tutto ciò che c'è in questo mondo.

Girò la testa e vide il suo armadio straboccante di vestiti raffinati, gioielli preziosi, cappelli elaborati e guanti di raso. Quegli oggetti che aveva tanto amato in vita e che adesso le facevano provare soltanto una lieve e malinconica nostalgia. Riattraversò l'istituto e scese di nuovo nel cortile rischiarato dal pallido sole. 

Da un lato del cortile l'aria venne perforata da una colonna di luce che si espanse fino a formare un sentiero quasi. Jessamine sapeva che quel portale l'avrebbe portata oltre, nell'aldilà. Erano ormai mesi che le ricompariva ogni mattinata da quando la guerra oscura era finita. Aveva sempre rifiutato di andare oltre il muro di luce, le piaceva quel posto e non voleva lasciarlo, ma ormai sentiva il bisogno di ricongiungersi alla sua famiglia, i Branwell/Fairchild. Non c'era più niente che poteva fare lì, l'istituto era protetto. L'unica cosa che la tratteneva dal passare oltre erano le sue bambole, ma aveva la netta sensazione che dove stava andando non avrebbe avuto bisogno delle bambole. Nella accecante luce vide delle figure. Riconobbe gli occhi di cielo di Will. La ferita che sfigurava e al tempo stesso impreziosiva il volto di Sophie. La materna figura di Charlotte. Il ciuffo rosso di Henry. E dietro di loro le due figure dei Lightwood. Tutte le persone che le volevano bene. Poi scomparvero, la scelta era sua e di nessun altro, non volevano obbligarla con la loro presenza. Ripensò a loro, a quelle sagome che aveveva intravisto nella luce, e alle persone a cui appartenevano. Ripensò alla sua vita passata. Ripensò alla sua stanza, al suo riflesso sbiadito. Non voleva rimanere così per sempre. Ripensò un'ultima volta a Tutto. E per un secondo riuscì a percepire il fruscio delle foglie, il zampettare delle persone, il ringhio dei demoni nell'abisso e il coro degli angeli nei cieli. Mai si sentì così parte dell'universo. 

Non si volse indietro e si buttò nella luce. Ciò che vide oltre era indescrivibile. 

Вы достигли последнюю опубликованную часть.

⏰ Недавно обновлено: Nov 24, 2017 ⏰

Добавте эту историю в библиотеку и получите уведомление, когда следующия часть будет доступна!

Jessamine LovelaceМесто, где живут истории. Откройте их для себя