Angelo della morte

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*L'angelo nero e l'angelo della morte sono due cose differenti*
Pov's Federico
Finalmente aveva trovato la pace nel suo cuore, ed era felice. Tutto era tranquillo, quando improvvisamente, la terra iniziò a tremare, in un modo così violento che nella mia lunga vita non mi era mai successo. Alexia iniziò ad urlare spaventa, e si strinse a me disperatamente. Non avemmo il tempo di scappare, perché tutto cessò, la terra smise di tremare. Gli angeli si guardarono spaventati per qualche secondo, come se avessero una spiegazione a tutto ciò.
-Che succede?- domandai brusco ai sette. Nessuno mi rispondeva, e quando sembrava che Raffaele stesse per farlo, sbiancò letteralmente, più di quanto lo fosse e restò fermò a guardare alle mie spalle. Ed è li, che sentii la presenza più oscura di sempre, più di quella mia. Mi girai insieme ad una Alexia spaventata a morte, ancora attaccata al mio braccio.
Eccolo li davanti a noi, l'essere più temuto, più crudele, che mai nessuno vide, una leggenda, che adesso fu sfatata dalla sua presenza: l'angelo della morte. L'angelo che fin dall'inizio dei tempi, ha portato via con se vite, con guerre e malattie; l'angelo che ha sempre provveduto da fare da tramite tra la vita e la morte e smistare le anime tra il paradiso e gli inferi. Eccolo qua, raffigurato come sui manoscritti e sulle tele, vestito di nero, con il cappuccio sulla testa. Nessuno e dico mai nessuno, è riuscito a vederlo in volto, chi l'ha fatto, è morto.
Guardai Alexia, che fino a quel momento era stata zitta e la vidi quasi ipnotizzata e con gli occhi spalancati, guardarlo.
-Amore, andiamocene.- dissi sperando di portarla via da li in fretta. Restò ferma a guardarlo, come se non avessi detto niente. La scossi leggermente e ancora niente, infatti cominciai a preoccuparmi.
Delilah subito ci si parò davanti, insieme ad Abrahel. Ci guardarono preoccupati, e prima che potessero parlare, vennero interrotti da una voce che metteva i brividi, quella della morte.
-Sono venuto a reclamare ciò che è mio, la mia sposa. Bentornata Lilith.- a quelle parole, il mondo mi cadde addosso, e restai perplesso per molto, finché aggiunse
-Caro Lucifero, mi dispiace ma non immaginavo fosse lei la donna di cui tutti parlavano. Sai? È tutta una storia un po' lunga e complicata, ma quando lei morì la prima volta, capii che era speciale e potente quanto me e avevo capito che era capace di innumerevoli cose. Quando non vidi mai la sua anima pronta ad andare in uno dei due regni, ho capito solo dopo che sarebbe rinata. La sua anima restò due volte per secoli con me, nello spazio tra la vita e la morte, e divenne mia compagna di tempo, che prima passavo solo. Ebbene si, mi innamorai di quell'angelo dai capelli oro e quegli occhi come le gemme più preziose, infatti un giorno, la sua curiosità prese il sopravvento e si avvicinò a me per togliermi il cappuccio. Non so perché ma glielo lasciai fare. Capii che fossimo destinati a stare insieme quando non le successe niente subito dopo aver visto il mio volto, ma sorrise e mi abbracciò per la prima volta.
Adesso sono qui per reclamarla mio caro Lucifero, ora che si è risvegliata in tutto e per tutto. Noi ci amiamo dall'inizio dei tempi, quando la tua caduta era avvenuta da poco e lei ancora non era programmata nel tuo lungo cammino.- tutti erano basiti come me, più che scioccati e spaventati.
-Col cazzo che te la lascerò portare via.- dissi incavolato nero, stringendola a me di più. A quel punto sentì una voce chiamarmi, e li mi calmai.
-Lux...- disse Alexia, portandomi con lo sguardo verso lei.
-È tutto ok, non me ne vado.- continuò lei sorridendomi.
-Lo sapevi che sarebbe venuto a prenderti?- domandai confuso. Scosse la testa e disse
-Non lo ricordavo nemmeno, solo ora che l'ho visto ricordo qualcosa.- poi alzò lo sguardo verso l'angelo della morte e disse
-Mi dispiace Azrael, ma io appartengo a lui ormai, io amo lui, e resterò con lui.- quel nome "Azrael", il suo nome da angelo, mi fece rabbrividire.
Pov's Alexia
Mi staccai leggermente da Federico, e feci due passi avanti, per fronteggiarlo al meglio.
-Sai che non potrei lasciarti mai qui, non potrei vivere ancora un giorno senza te.- disse Azrael. Serrai le labbra e mi morsi il labbro inferiore, nervosa. Si avvicinò a me fino ad arrivarmi di fronte, ma io non lo temevo, lo conoscevo bene. Avvicinò la sua grande mano verso il mio volto, ma io mi scansai e scossi la testa.
-No Azrael, mi dispiace.- detto ciò, mi girai di spalle, andando verso Federico, che mi guardava stupefatto.
-Andiamo a casa.- gli sussurrai vicino l'orecchio. Mi sorrise e mandando un ultimo sguardo ad Azrael, mi prese la mano e si dileguò nel nulla, portandoci agli inferi.

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