•if you do•

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Era notte fonda, ormai la luce della luna illuminava in parte l'asfalto, jaebum era concentrato a guidare il suo motorino.
Era un idol,e gli idol non dovrebbero recarsi in luoghi come quello nel quale era diretto il castano.
Non gli erano permesse molte cose, quella sera aveva raggiunto il limite della pazienza, non poteva sfogarsi in alcun modo e optò per una soluzione per nulla saggia. parcheggiò la moto nel parcheggio di un pub e vi si recò all'Interno.
Appena entrò sentì subito profumi provocanti. Il calore causato dall'affollamento del locale che gli fece slacciare il bottone superiore della camicia.
Con passo deciso andò diretto verso il bancone principale nel locale. Ordinò il primo drink che bevve in tre sorsi:
ogni sorso una frase.
ogni frase dolore.
dolore equivaleva al suo amore per youngjae.
"Non potrò amarti" il sapore della vodka si espandeva per la sua bocca in modo sgradevole
"Manterremo le distanze" il sapore del drink iniziava ad essere più dolce
"Dovrò farmi odiare da te." Il sapore ora era gradevole.
Jaebum bevette altri tre bicchieri, il suo cuore ormai batteva forte, le lacrime gli rigavano il volto e la testa iniziava a fargli male. Perché succedeva a lui? Perché non poteva avere nemmeno il diritto di amare?
Jaebum soffriva molto.
Amava il suo gruppo e non poteva farsi' che si sciogliessero a causa sua, assolutamente no.
Perché a causa dei suoi stupidi sentimenti avrebbe dovuto causare dolore a tutto il gruppo?
Le uniche persone che avrebbero sofferto di questa situazione sarebbero state lui è Youngjae.
Ma, aveva pianificato così: tagliare tutto il legame con Youngjae in modo che il più piccolo lo dimenticasse in fretta.
Così, chi altro avrebbe sofferto? Solo lui.

Si sbagliava, e di grosso. Youngjae non lo avrebbe mai dimenticato, sarebbe caduto sempre di più, si sarebbe sentito odiato, disprezzato, respinto, ripudiato e nuovamente solo. Dietro i suoi immensi sorrisi si celava una tristezza e un dolore che solo chi provava sulla sua pelle poteva capire.
Il gruppo? Non avrebbe mai permesso che il loro leader soffrisse dasolo. Era così per i got7, se uno di loro stava male automaticamente lo stavano tutti. Se uno di loro stava passando un periodo per nulla invidiabile erano sempre tutti disposti ad essere di gran supporto. Erano una famiglia e alcuni anche qualcosa di più. Ma non gli era permesso essere esposti.
Jaebum, ormai era ubriaco, come ci sarebbe arrivato a casa?
Si alzò e noncurante della moto iniziò a camminare, si fermò in un parchetto, era solito andare lì con Youngjae.
Si erano promessi che sarebbero stati in quel parchetto sempre insieme, invece, questa volta, jaebum vi si era recato da solo, il cellulare nella sua tasca continuava a vibrare, dopo chissà quanto tempo decise di prendere l'oggetto in mano, appena aprì lo schermo si ritrovò con 70 chiamate perse, almeno questo era il numero che riuscì a leggere.
Sospirò e spense il telefono osservando un palo della luce difronte alla panchina sulla quale era seduto, riprese a piangere, voleva stare con Youngjae, voleva stare con il suo gruppo, ma doveva allontanarli piano piano. Doveva separarsi da Youngjae.
In caso contrario le conseguenze sarebbero state severe e ne era perfettamente consapevole
La sua testa continuava a fargli male, chiuse gli occhi e non li aprii più fino alla mattina seguente quando si ritrovò in un letto.
Jaebum appena sveglio si guardò attorno, era nella sua stanza... Come ci era arrivato? Portò una mano sul suo capo iniziando a massaggiarlo delle fitte lo stavano colpendo ripetutamente alle tempie e no, non era per nulla piacevole.
Dopo poco vide entrare jinyoung
"Jaebum hyung, come ti senti?"
"Mh... Come ci sono arrivato qui?"
"Ti ha trovato Youngjae e verso le quattro di questa mattina ti ha riportato qui"
Jaebum al nome del ragazzo rabbrividì
"Ora dove è andato?"
" A prendere qualche antibiotico, hai pure un po' di febbre.
Hyung... Che ti succede?"
Nessuna risposta, nella stanza si sentì solo il sospiro di jinyoung
"Allora ti lascio riposare... Gli altri ti salutano"
Dette queste parole jinyoung uscì dalla stanza. Mentre il cuore di jaebum si restrinse.
Chiuse gli occhi e cercò di riaddormentarsi dopo poco, sentì la porta aprirsi e i passi di qualcuno essere sempre più vicini al suo letto, sapeva benissimo che era appena arrivato Youngjae, il castano tenne gli occhi chiusi fingendo di star dormendo
"Jaebum... Cosa ti sta succedendo?" Jaebum poté sentire le calde mani del minore scorrere lunghe le sue guance, il maggiore aprì lentamente gli occhi guardando Youngjae
"Hyung...! Come ti senti?"
"Meglio" menti'
"Eri ubriaco! Se ti avesse visto qualcuno?!"
"Ero abbastanza nascosto"
"Potevi farti del male." Gli occhi del più piccolo si inumidirono. Non sapere la causa della sofferenza del suo leader lo rendeva triste, si sentiva inutile.
Jaebum aveva fatto molto per lui e Youngjae? Era sempre stato una lagna no?
No. Per jaebum Youngjae era una delle sue ragioni di vita. Uno dei motivi per cui se a repentaglio non ci fosse andata la carriera di loro e dei loro amici avrebbe lottato per poter stare con chi amava.
Ma in questo stato proprio non poteva.

•Angel Could Be Bad•||2jaeWhere stories live. Discover now