La Scuola Pt. 2

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E' possibile che io possa fraintendere, è normale non capire una persona mentre parla, ma penso di essere assolutamente sicura che mi abbia chiamata 'angel'. Dubito che Willow faccia uso di sostanze stupefacenti ma dal suo tono sembrava convintissima che fossi questa certa angel. "Hai detto qualocosa?" le domando indifferente a quello che è appena successo. Lei si allontana di qualche passo per andare verso il suo armadietto. "No tranquilla" mi risponde.

Alzo gli occhi al cielo coprendomi il volto sconcertato con l'anta di metallo celeste. "A che piano hai la prossima lezione?" le chiedo.
"In realtà ho finito per oggi, se vuoi posso accompagnarti alla tua, prima di andarmene" dice chiudendo con una piccola spinta l'armadietto mettendosi la borsa in spalla. "Certo. Perché no" e mi conduce verso le scale per andare all'aula di biologia.

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Arriviamo subito, anticipando di qualche minuto il suono della campanella, prima di entrare saluto Willow mentre si dirige tranquillamente verso le scale dove l'aspetta un ragazzo dai capelli mori con un benda sull'occhio. Quando, si vedono i due si salutano con un caloroso abbraccio e scendono. Come li vedo sparire tra la folla, entro mettendomi all'ultimo banco vicino alla finestra. La classe si riempie subito, alcuni ragazzi mi sorridono prima di sedersi ai loro posti, mentre altri sembrano non notare minimamente la presenza di una nuova ragazza. Prima che arrivi il professore prendo un quadernino cominciandoci a fare qualche disegnino qua e là per passare il tempo. E a quanto pare ad essere arrivato in ritardo non è solamente il professore ma anche uno di quei ragazzi di prima. Non ricordo il suo nome,ma avrei giurato che fosse del quarto anno non di certo del terzo. Teppista e pure bocciato. Che combinazione perfetta. Quando lo vedo sedersi accanto a me rimango pietrificata. Cos'è uno scherzo?
Fino a pochi minuti fa avevo difeso gli amici di Tess dalla sua amica, con la quale per poco non ci faccio una rissa. E lui si siede accanto a me. Vorrà farmi qualche scherzo infantile? Per cercare di evitare che le mie cose finiscano per terra o chissà dove, le sposto verso il muro m in modo che lui non le tocchi. "Stai tranquilla,non li tocco i tuoi inutili quadernini" sussurra mentre prende una matita dalla sua borsa senza degnarsi di guardarmi negli occhi. Non gli rispondo e sconvolta comincio a scrivere ciò che il professore sta spiegando alla lavagna. Anche se la mia attenzione viene catturata da cosa sta facendo il mio temporaneo 'compagno di banco'. Ovviamente non sta dimostrando un minimo di interesse alla lezione;continua a disegnare come se nulla fosse. Senza farmi notare sia da lui che dal professore, avvicino il mio viso verso il suo foglio, infatti come immaginavo, è talmente concentrato che non mi nota. Non riesco a capire cosa stia provando a raffigurare, però bisogna ammettere che con quel poco che riesco a vedere, disegnare gli riesce facile quanto respirare.
Ci sono solo palazzi avvolti dalle fiamme e di persone che respirano il fumo, non spaventati da esso, ne sono attratti. E'molto probabile che stia disegnando la propria idea del inferno.
L'unico luogo dove i demoni possono permettersi di vivere; il regno del sottosopra immerso nell'oscurità.
Mia madre da bambina mi raccontava spesso di questi spiriti. Diceva che cercavano solo la guerra. Volevano vincere a tutti i costi che sia stato in modo onesto o disonesto, non gli importavano dei danni che potevano recare, ma solamente quelli che causavano a loro stessi. Ripeteva quanto fossero egoisti e fuori legge, erano in grado di poter confondere la gente debole e mandarla dalla parte sbagliata.

Per evitare altri indugi, ritorno sui miei passi e riprendo ad ascoltare la spiegazione, anche se per i dieci minuti successivi, quel disegno è ancora impresso nella mia mente. Sembrava un luogo non familiare, ma familiare al tempo stesso. L' inferno è stato descritto da più autori in tutti i modi possibili, eppure mi sembrava così familiare in quel disegno che nei libri che avevo letto in passato. Grazie all'assordante rumore della campanella mi risveglio dai miei pensieri e sobbalzando, metto di corsa tutto in ordine.
"Hai smesso di fissarmi mentre disegno?" mi domanda il ragazzo in un modo rude. Presa da una grandissima vergogna per essere stata beccata, evito di guardarlo mentre metto le mie cose dentro l'astuccio.
"Non ti stavo fissando" rispondo con tutto il coraggio possibile.
"Non negare ,ti ho vista, la prossima volta cerca di guardare altro" e poi se ne va. Ma che cavolo...

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 25, 2020 ⏰

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