Capitolo 18.

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"Caro diario, oggi mi sento diversa, sono diversa. Ogni stralcio del mio passato è stato spazzato via dal mio bellissimo presente.. non sono più sola. Accanto a me ho l'uomo che sognavo, lui riesce a dimostrarmi amore .. senza però alzarmi le mani e umiliarmi come faceva quello schifoso di mio padre.. lui è diverso e lo amo per questo.
Pochi giorni fa abbiamo coronato il nostro sogno e ci siamo sposati, ora siamo finalmente marito e moglie. In salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, finché morte non ci separi.
Poco prima di sposarci la malattia è tornata a disturbarmi e a farmi stare male, ma ho superato anche questa, anzi, abbiamo.
Ora sono felice, non desidero nient'altro.
Anni fa sono fuggita dal mio incubo e sono riuscita finalmente a voltare pagina, certo c'è voluto un po', ma ne è valsa la pena. Ho un marito che amo da morire, una vita bellissima, un lavoro, una casa... non mi manca niente!
O quasi.
Non ho ancora detto ad Alex che sto progettando di avere un figlio in futuro. Beh certo, non ora, visto che non ci sono abbastanza soldi per mantenere la creaturina... ma magari tra un paio d'anni potrà essere fattibile!
Già mi immagino, una bella femminuccia con i miei capelli neri e i suoi occhi blu, una futura ragazza tutta da invidiare! La ragazza che non sono mai stata io.
È sempre stato il contrario per me, ero io che invidiavo le altre perchè le vedevo più belle, eppure lui ha scelto me!
Lui ancora non lo sa di questo progetto, ma credo glielo dirò presto!
Ora vado! Baci"
Era tanto che non aggiornavo il mio diario, l'ultima pagina risale al giorno in cui sono fuggita da New York, ricordo che quando la scrissi ero in aereo porto ad aspettare il mio volo. In realtà avevo ormai reso quel posto casa mia, il mio piccolo grande rifugio.. fin quando poi non sono salita su quell'aereo e mi sono definitamente lasciata alle spalle la mia vecchia vita. La Ashley di una volta ormai era morta.
Comunque sia, non sarebbe male l'idea di avere una piccola Kent in giro per casa.. oggi parlerò con Alex! Ho deciso!
Mh no.. forse è meglio aspettare.. magari non la prenderebbe bene.
Servo ad un cliente il solito caffè, immersa nei miei pensieri.
Penso a quanto sarebbe bello il mio mondo se un giorno entrerebbe a farne parte un bambino.. IL NOSTRO BAMBINO.. mio e di Alex.. non sto nella pelle.
"Tesoro.. perché continui a scappare?"
Mente sono impegnata a fare un altro caffè queste parole mi risuonano nell'orecchio.. e il sangue mi si gela.
"No non è possibile, lui non è qui, è la mente che ti gioca brutti scherzi, ora vedrai che se ti giri non c'è nessuno" penso cercando una spiegazione razionale del perché il mio ex sia qui.
Mi giro, spalanco gli occhi, ma fingo di non essere spaventata.
"Rick, cosa ci fai qui?" Stropiccio le mani nervosamente.
"Sono venuto per te tesoro.. Dio quanto sei sexy con quel grembiulino nero, te lo strapperei di dosso in un attimo."
Indietreggio, consapevole che lui non può toccarmi dall'altra parte del bancone.
"Rick.." sospiro.
"Ti sono mancato piccola?"
"No per niente! Ora lasciami lavorare!"
Rispondo seccata.
Prendo le tazzine posandole sul vassoio, per poi dirigermi verso il tavolo.
"Ti sono mancato vero?" Mi blocca afferrandomi per il polso, facendo così cadere tutto.
"Rick mi fai male" lo guardò dritto negli occhi sperando che mi lasci, ma non lo fa.
I clienti a cui stavo per portare i caffè mi liberano dalla sua stretta dandogli uno spintone.
Forse non dovevano farlo. Dimenandosi riesce a liberarsi, scagliando tutta la sua ira contro di me, mi tira una cinquina dritta sulla guancia, con la giusta forza da buttarmi a terra.
Ritentano ancora di fermarlo e questa volta chiamano la polizia.
Kate è nel retro .. perció non si accorge di nulla fin quando il suono delle sirene attira la sua attenzione. La vedo uscire con una faccia sconvolta.
"O mio Dio Ashley che ti è successo?" Mi dice guardandomi la guancia.
"N.. niente" non faccio in tempo a dirlo che scoppio in lacrime.
"Alzati tesoro.. ora ti porto del ghiaccio" dice Kat con premura. Tenendomi per un braccio mi accompagna a sedermi, mi copre con la sua giacca e mi porge una tazza di the caldo.
"N.. non dirlo ad Alex... non adesso.. non voglio che si preoccupi" dico tremando.
"Ash non posso non dirglielo.. ti vedrebbe comunque quando tornerai a casa."
"Si, hai ragione" rispondo tremando.
Mentre sorseggio il te guardo il mio riflesso dentro la tazza.. dannazione ho il trucco sbavato, 30 dollari di matita venduta per waterproof!
Dentro di me sorrido.
18 anni di vita e non ho ancora capito come faccio a essere così comica in momenti del genere.
La porta del locale si spalanca in modo violento, attirando l'attenzione di qualcuno, compresa me , pur essendo assorta tra i miei pensieri.
"Cos'è successo?" Si rivolge Alex a Kate e poi guarda me con aria preoccupata.
Scoppio di nuovo in lacrime, aumentando ancora di più la rabbia di Alex.
"Kate dannazione cos'è successo?" Urla.
"Alex calmati. Ora non sei in te. Porta a casa Ash, quando si sentirà meglio te lo dirà lei." Risponde Kate cercando di calmarlo.
Alex mi prende, o almeno ci prova. Neanche il tempo di alzarmi in piedi che svengo, credo sia stato per lo Shock.
Mi risveglio qualche minuto dopo, ora sono nel mio letto, accanto ad Alex che mi tiene la mano e mi guarda.
"Ciao" sussurro.
"Hey... come ti senti?" Mi scosta i capelli dal viso scoprendo il livido dello schiaffo.
"Guarda tu stesso" dico abbassando la testa.
Seguono attimi di silenzio, attimi che sembrano eterni.
Non avrei mai voluto che lui mi vedesse così, ma non sono riuscita ad evitarlo.
Non sta volta.

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