10. -Come Here-

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Dietro di esse un Levi sorridente, rosso in volto, gli mormorava un dolce 'ti amo', che fece imbarazzare Eren.
Quest'ultimo abbracciò il più basso, il quale ricambiò la stretta.

Quando fece per staccarsi, l'uomo lo bloccò facendo intuire al giovane le sue intenzioni.
Aveva il cellulare vicino a loro, ed Eren capì che voleva fare una foto insieme al fidanzato.

Uno dei loro primi giorni a Trost, si era rivelato anche uno dei più belli, ed il giovane avvicinò le labbra alla guancia del corvino mentre questi scattava la foto.

Il ricordo di quel giorno, portò di nuovo alle lacrime il ragazzo, che, immediatamente, scrisse al miglior amico.

-Armin non voglio disturbarti, ma ho bisogno di parlarti.-

Stranamente, per uno come il biondo, era ancora sveglio nonostante fossero ormai le due della mattina.

-Nessun problema, ma... come mai sei sveglio? So che anch'io lo sono, ma se mi scrivi a quest'ora dev'essere importante.- Rispose l'amico.

-Ho litigato con Levi e ho paura di lui.- Scrisse sperando che il più piccolo sapesse confortarlo.

-Questa non me l'aspettavo, vuoi che ti chiami? Così ne parliamo meglio tra noi.- Propose il biondo.

-No, lui è di là... ed ho come l'impressione che, sentendomi, sfondi la porta e mi uccida.- Scrisse nervoso il più grande.

-Non mi sembri ironico...- Realizzò Armin. -Che ti ha fatto, se posso saperlo?-

-Mi ha picchiato.- Digitò senza pensarci due volte Eren. -Ed ora sono chiuso in camera nostra, da solo. Lui è di là, a non so far che cosa, ma non si calma mi sta insultando ed io voglio solo uscire... forse aspetta che io apra la porta, ma non so cosa possa accadere poi. Potrebbe prendermi ancora a pugni o parlarmi per risolvere la questione, ma io opto più per la prima.- Aggiunse sapendo che il miglior amico avrebbe guardato lo schermo impaurito, forse più di lui.

-Va avanti da molto? Questa situazione?-

-Qualche giorno, ma... è troppo lunga da spiegare.-

Armin, per qualche minuto, non rispose ed il miglior amico pensò che stesse o riflettendo su tutta la situazione o che ne stesse discutendo con Jean.

Attendendo la risposta, dal biondo, il ragazzo pensò a come avrebbe fatto la mattina dopo. Non poteva starsene tutto il giorno in camera, avrebbe avuto fame, sete e doveva andare a lavoro nel pomeriggio.

Ma di uscire ed essere picchiato da Levi non ne aveva voglia. Così pensò a come fuggire.

Rifletté seriamente a qualche piano degno di qualsiasi agente segreto, ma forse non era possibile realizzarlo date le leggi della fisica o la posizione della camera da letto.
La stanza era al quindicesimo piano di quel condominio, buttarsi di sotto, a meno che non avesse i poteri di Spider Man, sarebbe stato un suicidio.

'Domani Levi va a scuola.' Pensò, ma forse il corvino pur di farla pagare al giovane, avrebbe persino richiesto un giorno libero.

Forse non sarebbe nemmeno uscito a far la spesa, per paura che il castano scappasse in quei trenta minuti contati.
Eren era in trappola.

Doveva solo sperare che andasse a lavoro, o che per puro caso dovesse uscire da casa per anche solo cinque minuti. Giusto il tempo di correre in corridoio, nascondersi, vedere il corvino rientrare, dirigersi alle scale, andare alla macchina, probabilmente Levi si sarebbe accorto dell'assenza del fidanzato in quei minuti, sperare di non essere raggiunto e sfrecciare lontano.

Tutto molto difficile e che richiedeva la massima attenzione e neanche il più piccolo errore.
Solo prendere l'ascensore gli sarebbe stato fatale, sarebbe stato intrappolato in un altro luogo.

La risposta di Armin arrivò in quel momento, distraendo l'amico dai piani complicati riguardanti una possibile fuga.

-Eren vieni a stare da noi qualche giorno, il tempo necessario per Levi di rendersi conto dei suoi sbagli, possiamo parlarne qua e ti staremo accanto io e Jean. Vedrai che si sistemerà tutto, forse ha solo bisogno di spazio.- Propose il biondo.

'Ora sì, che mi serve un modo per uscire di casa, domani.'

-Sicuro? E se lui venisse da voi? Potrebbe rintracciarmi con il cellulare.-

-O lo lasci a casa o, se lo porti con te, lo spegnerai appena sali in auto.- Ribatté Armin.

-E per il lavoro? E se qualcuno mi cerca?-

-Ci hai detto che la proprietaria è tua cugina, digli che per qualche giorno sei impegnato o che farai visita a un tuo amico malato... qualcosa del genere, se qualcuno ha bisogno digli che sei via e il cellulare potrebbe non prendere.- Il più piccolo aveva una risposta a tutto, così il castano si convinse.

E poi, oltre a Zeke, non c'era nessuno che dovesse davvero avvisare. Staccare la spina da quella città, da Levi, dall'università, dal lavoro e da tutti i problemi era quello di cui aveva bisogno.

-Va bene, domani cercherò di uscire di casa senza farglielo sapere.- Ammise scrivendo un messaggio alla cugina e al fratello.

Si inventò di dover andare a trovare un suo vecchio amico, che si era ammalato e per quei giorni non c'era nessuno insieme a lui. Così aveva chiesto al castano di aiutarlo in casa, al posto dei genitori.

Data l'abitazione in montagna il cellulare era irraggiungibile, e sarebbe tornato due o tre giorni dopo.

'Fortuna che ci siete voi due...' Ringraziò Jean ed Armin mentalmente, preparando uno zaino nel modo più silenzioso possibile e vestendosi già per il giorno dopo.

Se il corvino fosse, per casualità, uscito di primo mattino, non ci avrebbe pensato due volte a sfruttare l'occasione e scappare prima.
Avrebbe fatto un giro per la città, e la distanza tra Trost ed il vecchio paese d'infanzia era molta.

Si sedette sul letto, sorridendo.


//Un po' tardi, c'è ancora qualcuna?💕🤔
Ah! E se ve lo chiedete... la foto mi piaceva, quindi l'ho messa. 😊😏\\

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