Capitolo 77

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Il quadro nuovo ispirato allo Schiaccianoci era ben strutturato e pareva di vivere nel film.
Io impersonavo Marie, la protagonista.
Il film era ambientato nel periodo natalizio a Vienna nel 1920.
La sera di Natale, assieme al fratellino, la bambina riceve la visita di uno zio che regala ai due bambini una casa delle bambole, dove ci sono tre personaggi meccanici, sia uno Schiaccianoci che entra subito nel cuore di Mary; la bambina la notte si sveglia e si accorge che lo Schiaccianoci é in grado di muoversi, di parlare e di ballare come fosse un umano.
La scena che porteremo on stage, é proprio quella del risveglio del giocattolo.
Lo Schiaccianoci era uno dei miei balletti preferiti assieme al Lago Dei Cigni.
Ricordo che, quando vidi il film per la prima volta, mi sono commossa alla vista dell'amicizia nata tra Marie e Lo Schiaccianoci.
"Le prove sono terminate, annuncia Giuliano scendendo le scale dello studio mentre noi ballerini beviamo un sorso d'acqua, ci vediamo domani" saluta, sparendo poi in un plico
di fogli minuziosamente scritti.
"Ciao a tutti" salutai lasciando lo studio.
Mancava sempre meno tempo alla finale, e se da un lato non volevo che il programma terminasse e lasciare tutto e tutti, dall'altro ero emozionata nel tornare alla mia vecchia vita, nel riavere il mio iPhone, nel rivedere amici e familiari e nel ritornare in classe.
Mi mancavano le nottate in discoteca ed i cornetti caldi in piazza Duomo a mezzanotte.
Spalancai la porta della casetta e mi stupì di trovarla vuota.
"C'è nessuno" chiamai ad alta voce.
Nessuna risposta.
Vorrà dire che pranzerò da sola sussurrai tra me e me.
Mi sedei al bancone e presi la mia razione di spezzatino per mangiarla seduta.
Accesi la televisione giusto per avere un rumore di sottofondo che non mi facesse sentire sola del tutto.
Ufficiale Gentiluomo.
Era uno dei film più belli di sempre nonostante fosse più vecchio di mia nonna.
Avrei voluto avere anche io qualcuno che mi portasse via prendendomi in braccio.
Mi gustai il film con la mia porzione di spezzatino caldo nonostante fuori la temperatura era sui trentacinque gradi.
Ero terribilmente sola.
"Giulia questo è per te" mi comunico un uomo della redazione porgendomi una busta sigillata.
Ringraziai con un sorriso.
Rigirai la busta fa le mani indecisa sul da farsi.
Oggi giorno se ne sentivano tante, magari il contenuto della busta poteva anche essere una bomba o roba simile.
Basta Giulia, ti vedi troppi film.
Così senza dar ascolto alle mille paranoie che mi affollavano la mente, apri la busta e tirai fuori un biglietto di carta ingiallito.
Ti aspetto stasera alle 20:00 per il nostro primo vero appuntamento, anche se stiamo insieme da più di sette mesi, escluse le litigate.
Spero ti piaccia la velocità.
Xoxo Ricky.
Sorrisi nel leggere il biglietto.
La nostra reazione non era come quelle normali, non avevamo mai avuto un ufficiale primo vero appuntamento, nonostante fossimo una coppia abbastanza stabile e molto solida.
Spero ti piaccia la velocità.
Questa frase possedeva vari significati connotativi, poteva trattarsi di un giro su una macchina veloce tipo Lamborghini oppure le montagne russe.
Deciso di non pensare troppo e di iniziare a prepararmi per la serata speciale.
Tirai fuori la valigia da sotto il letto ed una scarica di euforia mi attraversa la schiena.
Provavo sempre questa sensazione nel rinfoderar i miei vestiti.
Optai per un paio di shorts neri in denim ed un top con motivi geometrici neri e bianchi leggermente svolazzante con le spalline fine.
Passai un balsamo sulle labbra per renderle lo stesso morbide, ma senza dover applicare un prodotto come rossetto o gloss, in mood gale che il mio fidanzato potesse baciarmi liberata mente.
Passai il mascara fra le ciglia e la matita sulla rima inferiore dell'occhio.
Indossai le mie amate Vans nere e mi guardai allo specchio.
Un'adolescente alle prese con il primo appuntamento del ragazzo di cui é innamorata.
Solamente che io e Riccardo, stavamo insieme quasi da otto mesi, e stasera si sarebbe tenuto il nostro primo appianeremmo ufficiale.
Una coppia fuori dagli schemi.
Ricordo che, durante i miei precedenti primi appuntamenti con il ragazzo che mi piaceva, le mie amiche si precipitavano a casa mia, ed iniziavamo la fase di restauro totale; trucco, capelli e ceretta.
Invece ora ero sola, mi ero preparata da sola ed avevo arricciato le punte dei miei capelli corvini da sola.
Nell'aria non si percepivano risate, solo un silenzio da mettere i brividi.
Non si sentivano i gridolini di approvazione delle mie amiche mentre mi guardavo allo specchio e nessuno stava litigando sulla giusta tonalità di rossetto da indossare.
Non avevo avuto un minimo dubbio su cosa indossare e sul trucco da realizzare o sulle scarpe da indossare.
Mi mancavano le mie amiche:Bianca, Elisabetta e Matilde, ed anche i ragazzi, Carlos, Luca, Lele e Samuele.
Eravamo un gruppo solido ed unito.
Scacciai via questi pensieri dalla mia mente e mi guardai un ultima volta allo specchio.
Sorrisi a me stessa e mi rassicurai
Il rombo due motori del van mi risveglia e mi fa capire che é arrivato il momento di andare.
"Buona sera signorina" mi saluta il conducente abbassando di poco il finestrino oscuro.
"Buona sera Fabrizio" ricambiai il saluto e mi accomodai all'interno del van.
I sedili erano rivestiti in pelle nera mentre gli interni dell'auto erano color caramello.
Le ruote della macchina stridevano sull'asfalto rovente, provocando un rumore fastidioso.
"Eccoci arrivati" esclama l'autista invitandomi retoricamente a scendere dalla vettura.
Lo ringraziai e scesi dall'auto.
Davanti ai mei occhi si estendeva un luna park dalle alte montagne russe e le scritte luminose.
Adoravo i luna park!
Circa due mesi prima del mio ingresso ad Amici, aveva aperto vicino Prato un luna park ed io ero elettrizzata all'idea.
Ricordo di esserci andata una decina di volte con la mia combriccola e con mio fratello minore.
"Eccomi amore" urla Riccardo sbracciandosi per attirare l'attenzione.
Era bellissimo nei suoi jeans neri e nella maglia color carta da zucchero.
"Amore" esclamai correndogli incontro.
"Ti piace?" domanda mostrandomi il parco mentre mi stringeva in un abbraccio.
"É stupendo" rispondo.
"Dove vuoi andare?" mi domanda.
"Sulla ruota panoramica, sulle montagne russe, ai giochi dove si vincono i peluche, poi voglio andare nella casa degli orrori e mangiare lo zucchero filato colorato" urlo eccitata come una bambina alle prese con i giocattoli a Natale.
"Calma calma, esclama Riccardo sorridente, iniziamo con le montagne russe".
Corriamo come due pazzi per le montagne russe, e ci sedemmo su dei sedili rossi velluto e mi allacciai le cinture.
"Pronta amore mio?" mi domanda Riccardo stringendomi la mano e guardandomi negli occhi.
"Con te sempre" sussurrai guardandolo negli occhi e ricambiando la stretta della mano.
Improvvisamente il motore partì.
Il vento sulla pelle e le urla che mi uscivano dalla gola.
La sensazione più bella.
La libertà.
"Ora la ruota panoramica" sentenziò io trascinando il mio fidanzato sulla ruota per vedere Roma dall'alto.
Il panorama era stupendo
Piccoli frammenti di luce si distinguevano dall'alto, e mentre Riccardo mi stringeva la mano, mi sentì invincibile.
Ero sul tetto del mondo con la persona che amavo.
Dopo la ruota andammo nella casa degli orrori, dove rimasi tutto il tempo aggrappata al braccio di Riccardo spaventata.
"Amore stai tranquilla" mi rassicura Riccardo.
"Che cos'è quello" urlo con voce tremante indicando uno scheletro illuminato da una flebile luce.
"Amore é finto" mi conferma Riccardo.
"Ho paura, stringimi la mano" lo supplico
"Io non ti lascio" mi dice lui.
"Ora però voglio un peluche!" esclamo non appena uscimmo dalla casa dell'orrore.
Ancora potevo sentire la pelle d'oca e l'odore soffocante di muffa.
"Subito" esclama Riccardo.
"Ciao, cosa dobbiamo fare per vincere quel panda gigante?" domando al tizio dietro il bancone color giallo senape.
"Buttare giù con il fucile a palline tutte e tre le colonne di barattoli" ci spiega meccanicamente.
"Vediamo cosa sai fare Marcuzzo" lo provoco porgendogli il fucile
"Ai suoi ordini Pelagatti" rispose strizzandomi l'occhio mentre si concentra sul suo obiettivo.
In meno di tre minuti butta giù i barattoli facendomi vincere il panda gigante.
"Questo panda é il mio nuovo amore" esclamò stringendolo fra le mie braccia.
"Lui però non ti prende lo zucchero filato viola" mi rammenta Riccardo indicando lo zucchero viola che stavo mangiando.
"Per questo ci sei tu" esclamò baciandolo.
"Che dici di andare in spiaggia?" mi domanda.
"Dove sta?" gli domando.
"Dietro l'angolo" rispose.
"Andiamo" reclami buttandogli le braccia al collo.
Il mare scrosciava fragoroso sulla spiaggia, nella sua imponenza, infuriato e livido.
"É stupendo" esclamo ammirata.
"C'è una sorpresa" mi fa Riccardo guardando il cielo.
Concentrai la mia attenzione sul cielo ancora rosa dai resti dell'aura.
Improvvisamente udì uno scoppio e sul cielo una chiazza rossa si espanse, fino a divenire una scritta nitida.
TI AMO GIULIA
I miei occhi incantati divennero lucidi.
"Ti amo" sussurrai con la voce rotta dall'emozione.
"Sei la cosa più bella che mi potesse capitare" mi sussurra abbandonandosi ad un bacio lento e passionale.

Hello💜
Ecco un capitolo total GIULIARDO.
Fatemi sapere tutto nei commenti.
Leggete New York💗

Kisses babies💋

True love |Giuliardo|{IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora