Capitolo 68

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<<Ho paura.... non c'è la faccio a camminare!>>
Rossella era pallida per il dolore al ventre.
Ed era terrorizzata, talmente tanto che i piedi gli si erano piantati a terra.
Quella rottura delle acqua non erano un buon segno, aveva superato solo da dieci giorni i sette mesi.
La sua bambina stava per nascere e un parto prematuro avrebbe potuto compromettere la vita di sua figlia, o addirittura creargli dei danni irreversibili.

<< Tesoro cerca di respirare...>> cercava di rassicurala suo padre, aveva già chiamato la ginecologa di sua figlia e aveva fatto preparare la sala parto in clinica.
Anche lui era molto preoccupato ma stava cercando di mantenere la calma.

Appena gli invitati si erano accorti di quello che stava accadendo si era scatenato un isterismo generale tra i parenti più stretti.

Kevin e Pierre fecero tornare tutti al loro posto.
Damiano era andato a prendere la macchina per portare Rossella in clinica.
Era frastornato non ci capiva niente di parti e di gravidanza, ma la preoccupazione che leggeva sul viso di sua moglie e di suo suocero lo stavano mandando in tilt, aveva solo intuito che c'era da far presto per questo eseguiva velocemente agli ordini di Arturo.

Si avvicinò il più possibile a Rossella dolcemente la prese in braccia e la mise in macchina, suo suocero entro insieme a Sofia sui sedili posteriori.

<< Perché proprio adesso?.
Sono stata attenta a riposo. Non può nascere adesso!>> Diceva Rossella tra le lacrime, mentre il marito cercava di scansare il traffico della tangenziale.
<< Tesoro andrà tutto bene. Lo sai con i mezzi che abbiamo oggi nessun bambino subisce danni irreversibile.>>

Rossella sapeva cosa intendeva suo padre per mezzi.

Tutto ciò lo trovava ingiusto, doveva essere un momento di gioia di felicità, invece si stava rivelando una tragedia.

•~•~•~•~•~•~•~•~•~

<< Non abbiamo tempo per un cesareo.>> disse le ginecologa di Rossella, mentre la visitava.
<< Non hai perso molto liquido, e sento già qualcosa, ma non è la testa è un piedino.>>
<< MIO DIO!>> urlo lei in preda a dolori allucinanti.
<< Ma dategli qualcosa per il dolore!>> esclamò Damiano che era per forza voluto entrare in sala parto.
<< Tienigli la mano, è molto dilatata è questione di minuti. Su Rossella quando te lo dico io dai belle spinte!>>

Damiano strinse la mano di sua moglie e quando la dottoressa gli disse vai, Rossella prese un grosso respiro e iniziò a spingere.
Divento rossa per lo sforzo ed era tutta sudata.
Lui le accarezzava la fronte: << Dai tesoro sei bravissima!!!>> la incoraggiava. << TI ODIO !! >> gli urlo lei, disperata.
Lui fece una faccia un po' delusa.
<< Oh tranquillo fanno tutte così poi gli passa. >> lo rincuoro suo suocero.
<< Si è vero! Qui dentro queste quattro mura ho sentito parolacce che mi vergogno anche solo di ripetere!>> esclamò l'ostetrica che insieme alla ginecologa stavano cercando di far nascere sua figlia.
<< Bene! Un piedino è fuori! Dai bella Un altra spinta più lunga...>>

Per quanto ancora sarebbe durato? Damiano cominciava a pensare che forse era stata una cattiva idea voler assistere.
Sua moglie lo voleva strozzare e lui soffriva nel vederla patire senza poter far niente.
Ma poi qualcosa gli fece subito cambiare idea, l'ostetrica aveva la sua bambina tra le mani, la teneva a testa in giù e gli dava delle pacche sul culo.
Era piccola e così indifesa, ma a quelle sollecitazioni brusche la bambina emise un urlo che squarcio l'aria. Anche Rossella smise di lamentarsi perché il pianto di sua figlia le arrivo così forte nelle orecchie da cancellare tutti i dolori.
Damiano diede un bacio sulla fronte a sua moglie, e forse per la prima volta Rossella senti una lacrima di Damiano bagnarle il  volto.
<< Va bene! Giusto un minuto con mamma e papà poi subito a fare i controlli!>>
La bambina fu poggiata sul seno di Rossella.
Aveva i capelli nerissimi e anche la carnagione era scura.
<< Benvenuta Diamante!>> disse Rossella.
<< Ciao piccola principessa!>> aggiunse Damiano.

•~•~•~•~•~•~•~•~•

Un mese dopo
Era passato un mese dalla nascita di Diamante.
Un mese non facile.
Rossella era stata dimessa dopo pochi giorni.
Era tornata a casa, i primi giorni si svegliava di notte di soprassalto sentendo la sua bambina piangere, ma poi andava nella sua culla e la trovava sempre vuota.
Andava nell'armadio della piccola a sistemare e risistemare gli abitini che gli aveva comprato e che la piccola avrebbe dovuto indossare.
Ogni tanto accendevo il carillon e restava ad ascoltare la melodia che sarebbe servita per far dormire Diamante. Si lasciava dondolare su quella sedia a dondolo su cui avrebbe dovuto allattare e coccolare sua figlia.

Invece.... la piccola era ancora in incubatrice.
Attaccata al respiratore perché non ne voleva sapere di respirare da sola.
Veniva alimentata tramite dei piccoli tubicini e pesava un kilo e duecentro grammi.
La cosa positiva è prendeva ogni giorno peso e tutti i parametri erano stabili.
Lei e Damiano la andavano a trovare due volte al giorno.
Non potevano neanche prenderla in braccio, potevano solo aprire un piccolo oblò e infilare dentro una mano per poter stringere la sua piccola manina.
<< Vedrai che c'è la farà. >> questa era la frase che Damiano diceva tutti i giorni a sua moglie, che ormai stava diventando lo spettro di se stessa. Mangiava poco e parlava il minimo indispensabile.
Aveva paura di perderla di nuovo solo che questa volta non avrebbe saputo neanche lui come fare per riportarla a se, perché anche lui ne sarebbe uscito a pezzi.

Una sera rientrarono a casa, Rossella si accasciò sul divano e inizio a piangere.
Lui cerco di abbracciarla ma lei lo scanso come se avesse la peste.
<< BASTA !! Smettila!! Cazzo Rossella!! Sto male anche io come te! È anche MIA FIGLIA!>> Ma lei niente, lo guardava con lo sguardo perso nel vuoto.
<< CAZZO HO BISOGNO DI TE! Abbiamo bisogno di stare uniti, adesso più che mai.>>
Dopo giorni di silenzio e accondiscendenza anche lui esplose.
<<Io non c'è la faccio...>> disse lei, continuando a singhiozzare, suo marito aveva ragione ma il suo dolore era troppo grande.
Damiano deluso da quella risposta, diede un pugno in un muro, e uscì di casa sbattendo la porta alle spalle.

Buona sera !! Non mi ammazzate!! Spero che il capitolo vi piaccia. Lasciate i vostri commenti.

Nelle mani di un pittore ( #Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora