32. Ho proprio tanta voglia di baciarti

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La prima cosa che faccio appena apro gli occhi è maledirmi mentalmente.
Maledirmi per aver bevuto e per non essermi fatta una doccia prima di andare a dormire.
Dopo la bevuta di ieri sera il mio alito non è dei migliori, e la testa mi fa un male cane. Ho ancora la nausea e vorrei restare a letto per il resto della giornata, facendo finta di niente.
Devo stipulare un accordo con me stessa: niente più sbronze.
Poso il braccio sulla mia fronte, assottiglio lo sguardo, fissando il soffitto.
Nel mio stomaco c'è un trambusto assurdo, sto morendo di fame e devo assolutamente alzarmi da questo fottuto letto.
Mi stropiccio gli occhi, ma prima di alzarmi, ripenso alla sera precendente.

Ricordo perfettamente ciò che gli ho detto, ed ecco il motivo per cui non dovrei bere più. Soprattutto con lui, su un fottuto tetto.
Eppure non ci è scappato neanche un piccolo bacio.

Di solito agisce d'impulso, eppure ieri è riuscito a trattenersi.
Ringrazio la piccola parte del mio cervello che mi ha impedito di andare a letto con Bryan King.

E poi mi viene in mente Diego. Quel fottuto bastardo è tornato di nuovo qui.
Sorrido involontariamente e mi porto una mano sul collo.

Thomas l'ha visto, e sinceramente dovrei preoccuparmi, dato che se mi ficco nei guai, quello è capace di farmi fuori veramente.

Abbiamo promesso di tirarci fuori dai guai sempre, e lo abbiamo sempre fatto, ma io a volte non rispetto i patti.

E a lui dà fastidio. Perché stringere un accordo, se poi faccio comunque quello che mi passa per la testa?

E so che è dannatamente sbagliato, ma odio quando Diego usa quel tono provocatorio con me.

La prima volta che ci siamo incontrati, è stato quando io stavo scappando da Thomas. Precisiamo: ci stavamo rincorrendo con le macchine per strada.
Il che era un'idea pessima, dato che potevamo finire nei guai seri. Io lo avevo provocato, e di conseguenza è iniziata una specie di gara tra di noi.
Finché non ero arrivata al cosiddetto Dark Angel.
Non soltanto il nome aveva attirato la mia attenzione, ma il fatto di essere stata circondata da macchine, era come se fossi finita in paradiso.
Macchine di ogni tipo, e persone di ogni tipo.
Quando Thomas mi aveva raggiunta ed era sceso dalla macchina, si era avvicinato a me con aria perplessa e felice allo stesso tempo.
Lo voleva tanto quanto me.
Ci eravamo fatti spazio tra le persone, guadagnandoci delle occhiate omicide da parte degli altri.
Eravamo nuovi, eravamo carne fresca.
Nessuno conosceva noi, e noi non conoscevamo loro.
Era un ambiente nuovo e mi piaceva da matti.
L'adrenalina regnava addirittura nell'aria, ed era impossibile fare marcia indietro, mettere il culo dentro la mia macchina e andare via.
Thomas aveva messo il suo braccio sulle mie spalle, e proprio mentre avevamo voglia di guardare la gara, mi ero imbattuta in Diego.

Oggi direi che sia stata proprio una sfiga incontrarlo. Ne ho passati di guai. Sono finita in alcune risse nelle quale non c'entravo niente; sono finita per fare a pugni con un ragazzo, sballarmi, e gareggiare con Diego.
Inizialmente mi aveva fatto i complimenti per la macchina e in seguito mi aveva chiesto di gareggiare contro di lui.

E io da perfetta idiota avevo acconsentito.
Era un'opportunità unica al mondo, anche se Thomas mi aveva detto che senza di lui, non avrei fatto niente.

Così, eravamo finiti in quel giro entrambi. E ci piaceva così tanto, che era impossibile smettere, o almeno per me.

Ricordo bene quel giorno. Dovevo gareggiare contro Diego, ma quel coglione, prima della gara, mi aveva convinta a provare della roba, convinto che avrebbe aumentato l'adrenalina dentro il mio corpo. Aveva giocato sporco, e io ero troppo su di giri.
Troppo fatta per rendermi conto di ciò che stava accadendo.
Ci stavamo rincorrendo, a lui piaceva giocare in pista, mi provocava, faceva giochetti, e quello stupido scherzo mi aveva costato quasi la vita. Avevo sbandato, la macchina si era capottata, e grazie a Dio ne sono uscita fuori soltanto con qualche graffio e livido.

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