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«Eh sì, in realtà non volevo partire forte».

«Ti posso offrire qualcosa da mangiare?».

«No grazie, faccio io. Tu piuttosto vuoi qualcosa?».

«Ho già ordinato una porzione di patatine al cheddar, grazie».

Chiamo il barista che si trova dall'altra parte rispetto a noi, gesticolando col braccio. Lui mi vede e si avvicina con una certa fretta.

«Vorrei una porzione di patatine con cheddar e...ti piace il bacon?».

«Sì» mi risponde lei divertita.

«Allora mi metta delle fette di bacon a parte in un piattino».

«Arrivano subito» esclama il barista con una certa fretta mentre è già via per occuparsi di altri clienti al bancone. Il locale si è riempito in cinque minuti, anche perché dalla finestra si nota un acquazzone terribile. Tuona anche un po'.

Restiamo per qualche secondo in silenzio mentre sorseggiamo la birra ed io posso contemplarla con la coda dell'occhio, con discrezione, come si fa quando non si vuole essere scoperti.

Ha una pelle bianchissima ed i suoi capelli biondi non la aiutano a prendere colore. Le sue labbra sono appena accennate mentre i suoi occhi sono piccoli ma non troppo. Ha un cerotto sul dito sinistro ed una voglia sul tricipite che assomiglia alla testa di un coniglio, con la sua magliettina bianca a tinta unita che rivela il suo fisico skinny. Le sue curve non sono esageratamente piccole o grandi, sono giuste ma cerco di non soffermarmi troppo a guardarle perché non vorrei che se ne accorgesse e mi prendesse per un maniaco.

«Non mi hai ancora detto il tuo nome...» dice lei mentre ha ancora un accenno di schiuma da birra sul labbro superiore.

«Sono Simone, piacere».

«Chloe, piacere mio. Di dove sei?».

«Vengo da Roma. Tu sei di qui?».

«Sì, abito qui da quattro anni. Sono nata a Galway, conosci?».

Purtroppo sì.

«Sì, ci sono stato l'altro giorno».

«Ti è piaciuta?».

«Da morire».

Da morirci.

«Cosa ci fai qui, Simone?».

«Volevo visitare un po' Dublino».

E ritrovarmi, ma questi sono dettagli.

«Ti sta piacendo?».

«Molto, sembra un posto totalmente diverso dall'Italia questo».

«Vero, io ancora non...» veniamo interrotti dall'arrivo delle patatine e del bacon. Il barista mi consegna anche lo scontrino di tutte le consumazioni che prontamente nascondo alla vista di Chloe.

Mangiamo senza parlare ed ogni tanto ci diamo qualche occhiata complice sulle persone che entrano e facendo qualche sorriso buttato lì.

Finiamo in simultanea e lei si prende l'ultima fetta di bacon rimasta. Mentre la sgranocchia mi guardo un po' intorno e noto una quantità di gente mai vista in un posto così; i tavoli sono tutti occupati ed alcuni dipendenti ne prendono altri pieghevoli dal retro del pub.

«Ma qui è sempre così pieno?».

«Tutte le sere».

«Ci vieni spesso qui?».

«Solo quando ho bisogno di riflettere. Il rumore mi anestetizza dai pensieri brutti?».

Ci sono alcuni attimi in cui ci guardiamo negli occhi senza dirci niente.

Tremo, non so cosa sto per dire.

Dalla mia bocca esce un flebile suono.


«Ti andrebbe di fare un giro?».

D'improvviso | #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora