34. Fear

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Vi consiglio di leggere questo capitolo con la melodia che vi lascio sopra, rende il tutto diverso. "Goblin" la colonna sonora principale di Profondo Rosso. Buona lettura x

Chapter 34

Il mio inconscio del tutto stordito ripeteva e analizzava la situazione.
In realtà essa non era critica, neppure strana. Surreale, ecco! Questa era la giusta definizione, che oltrepassa la dimensione della realtà sensibile ed inimmaginabile.
È strano da descrivere il mio attuale stato d'animo. Delle volte i miei pensieri ricadono nel passato scontrandosi con avvenimenti avversi al presente, la cui cosa migliore sarebbe  quella di non riportarli a galla ma lasciarli negli abissi più oscuri ed irraggiungibili.

Questi minuti, queste ore, questo mio comportamento e tutto questo ciò che i miei occhi ed il mio spirito stanno osservando e vivendo sotto la pelle è come se, in un certo senso, lo avessi già vissuto,  come un déjà vu.

Tutto ciò non fa altro che riportarmi in mente Caleb: il ragazzo a cui un semplice aggettivo era impossibile affibbiare. Non era un ragazzo, lui era il ragazzo. Quello nascosto nel mio cuore e di cui non ho mai voluto parlare.

Sono molte le volte in cui i miei pensieri cadono sulla sua persona, ed un numero altrettanto noto sono le volte in cui i miei occhi lasciano andare lacrime impresse di rabbia, rancore e dolore che sono solite ed ostinate a ricadere una dietro l'altra sulle mie rosee guance.
Rabbia per la forza immancata nel lottare con lui, rancore per il sentimento d'odio verso d'egli per non avermi parlato in principio e dolore per la tormentosa speranza che ha stroncato tutto.
Prima d'essere il mio ragazzo era un fratello, i nostri rapporti erano come quelli che si sembra si stiano formando con  Zayn, eravamo molto uniti l'un l'altro tanto da non poterci separare una volta stretto questo legame. Se adesso, lui non c'è più in parte sento che la colpa sia mia, se solo non lo avessi lasciato lui non avrebbe preso quella strada ripida e tortuosa. Non avrebbe perso il senno della ragione ed il mio animo sarebbe del tutto differente da come si trova ad essere adesso.

"Ho un piccolo appuntamento con i ragazzi, e si è fatto tardi.."

Il moro dai capelli lunghi ricadenti sul suo di viso spezza quel silenzio creato e adocchia il suo grande orologio da polso guardando l'orario.
Lo guardo increspando la fronte e corrugando le sopracciglia, sono curiosa di sapere ma non so se parlare o meno per paura che la mia curiosità eccessiva possa portare ad altro.

"E?"

"E... Scusami piccola, ti prometto che mi farò perdonare. Stasera ti porto in un posto."

Prende velocemente il mio viso fra le mani e mi lascia un bacio caldo sulle labbra senza lasciarmi replicare nulla. Non sono abituata ancora a queste nostre effusioni d'affetto, però, sono contenta ed estasiata per quanto riguarda il suo comportamento sempre più differente dal principio nei miei confronti. Sta diventando tutto perfetto, sembra come se gli interessassi sul serio.

Dopo che quegl'insistenti  minuti passarono  come un'ondata di vento decisi di non rimanere ancora a poltrire su quel divano contornato da scartoffie, film, coperte, cuscini e per giunta mozziconi di sigaretta ancora accesi, perciò mi alzai con l'intento di dare una lieve sistematina all'incombente trambusto.
C'era d'ammettere che senza lo spessore che Linsday portava in questa casa, il caos predominava. Rispettandola e, dal mio canto, sentendomi la responsabile ad averle mandato questo spunto di prendersi una vacanza mi sentivo in dovere di rendermi quel poco più utile in casa, per lo meno per le faccende domestiche, dato che per quanto Zayn tenesse  ordinata e pulita la sua Range Rover non si sarebbe mai esposto troppo in là con la sua casa.

Con fare annoiato e con una faccia simile ad una che trasmette tutt'altro che vitalitá ma voglia di starsene tranquilla senza nessuna debilitazione fisica o psichica che sia, con un senso di nonchalance ed un comportamento di scarsa virilità afferro il telecomando circostante alla destra della poltrona e, per un momento cerco di intersecarmi nella vita reale lasciando spazio alle notizie di cronaca e a tutto ciò che succedeva all'infuori di questa casa.

Mi focalizzo meglio sul grande schermo, quando davanti ai miei occhi s'intravede una scritta a caratteri cubitali rossa.

'VI SI CONSIGLIA LA MASSIMA CAUTELA'

Mi faccio sempre più vicina aumentanto di pari passo il volume e concentrandomi sulle labbra della giornalista che, con le mani tremolanti strette in un microfono, cerca di mettere tutta sé stessa nel mantenere la calma e placare allo stesso modo tutti coloro che osservano da casa.

' C'è stata un'evasione dalla prigione di massima sicurezza di Los Angeles County jail ...'

Per un minuto il mio cuore perde un battito al sentir nominare quella prigione, lí ci stava rinchiuso mio padre, e per quanto non gli volessi tutto questo gran bene, la paura che potesse essere scappato inizió a persuadermi. Non volevo, ciò sarebbe equivalso al doppio di anni lì dentro o addirittura all'ergastolo. E, diamine era pur sempre mio padre.

'Il nome del prigioniero è Ted Bundy, è stato internato per aver torturato e poi ucciso sanguinosamente trentatré vittime. Ha uno strano senso di schizofrenia nei confronti delle donne. Los Angeles è molto grande quindi potrebbe essere ovunque, vi invito a mantenere la calma e vi porgo solo il consiglio di aprire gli occhi e sopratutto di non uscire di casa o per lo meno farlo in compagnia. Se per qualche strano motivo doveste avvistarlo saprete a chi rivolgervi.'

Non sapevo se essere sollevata o meno da questa notizia. La mia bocca se ne stava zitta mentre lunghi sospiri fuoruscivano da essa. Non sono mai stata una persona che s'impauriva con facilità ma a dire il vero: chi riuscirebbe  a mantenere la calma in una situazione del genere, quando questo presunto assassino di 'donne' gira a piede libero per tutta la grande città? Potrebbe essere dovunque, in un qualsiasi Starbucks, davanti  una scuola, in un bar, in un prato, persino fuori casa mia. Dovunque. Come diceva il grande Stephen King: "La paura è come il sesso, la prima volta non si scorda facilmente"
Questa era la mia prima volta, la prima vera e propria volta in cui potevo dire d'aver paura.

Yours Z.M Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora