Cameron

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Nel castello di Zorat i preparativi erano in pieno svolgimento.

I domestici correvano da una parte all'altra trasportando bauli o mucchi di vestiti

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I domestici correvano da una parte all'altra trasportando bauli o mucchi di vestiti. I cavalieri tiravano a lucido armi e armature impartendo ordini seguiti da imprecazioni e urla ai poveri stallieri e ai servi, che andavano a sbattere l'uno con l'altro per fare fronte alle continue richieste dei loro padroni. I soldati assistevano dai loro posti di guardia a quel fermento, ammiccando alle belle servette che passavano lì vicino e mettendosi in mostra. Ogni tanto, guardando qualche recluta, servo o stalliere inciampare, o far cadere le armi provocando le ire del proprio padrone, ridevano indicando e schernendo i poveri malcapitati. I mercati erano pieni di gente e le bancarelle straripavano di mercanzie di tutti i generi; anche se la maggior parte della popolazione non sarebbe andata alla capitale per la festa, tutti contribuivano a creare entusiasmo e trepidazione contagiandosi a vicenda.

̶ Cameron muoviti, devi provarti il vestito per la cerimonia!

̶ Madre... non voglio vestirmi in maniera ricercata; perché non posso venire in tenuta da caccia? Starei molto meglio! Qui sembrano tutti impazziti.

Cameron era un ragazzino vivace, allegro e appassionato di caccia e tiro con l'arco. Il fisico longilineo e i tratti ancora fanciulleschi ricordavano quelli di un elfo, soprattutto quando girovagava nella foresta del castello in tenuta da caccia marrone e verde. I capelli biondi e gli occhi di ghiaccio li aveva ereditati da suo padre, il principe Lucas, mentre il fisico slanciato, le labbra sottili e il naso piccolo e armonioso erano di origine materna.

Adele, la madre, contemplava divertita le proteste del giovane diciassettenne, ormai era un loro gioco quello di stuzzicarsi a vicenda. Adele era una donna colta e molto bella, nel pieno della sua floridezza. Conobbe suo marito quando il governatore di Zorat, suo padre, organizzò una battuta di caccia in onore della visita di re Harald accompagnato dal suo primogenito, il sedicenne Lucas. Era stato amore a prima vista e da quel momento non si erano mai separati. Dal loro matrimonio erano nati tre figli: Cameron il diciassettenne ribelle allergico alle questioni politiche, Viola, quattordicenne dal fisico esile e dalla salute precaria e, per ultima, la prediletta del regno, la piccola Alison di tre anni appena compiuti.

Alison era stata un dono degli Dei, concepita più di dieci anni dopo la nascita di Viola quando entrambi i genitori si erano rassegnati a non aver più figli. La bambina, boccoli neri e occhi verde smeraldo, era una trottolina che non stava mai zitta e che avrebbe fatto tenerezza perfino al più crudele degli orchi. Assorta nei suoi pensieri, Adele non si era accorta di una presenza alle spalle, finché non fu troppo tardi e due mani si strinsero intorno ai suoi fianchi. Adele si lasciò scappare un gridolino e un sorriso radioso le illuminò il viso.

̶ Lucas per favore smettila di fare il bambino, che esempio dai ai nostri figli? Già non posso muovere un passo senza che Cameron mi faccia agguati o mi tenga sotto tiro; se ti ci metti anche tu non posso nemmeno più rimproverarli!

Lucas rise di gusto, era proprio un bel quadretto: sua moglie a ricamare nella sala ricevimenti, Alison che faceva il sonnellino pomeridiano vicino alla madre, Cameron che provava vestiti brontolando come una pentola di fagioli e Viola...

̶ Dove si trova Viola? Perché non è qui con voi a provarsi i vestiti?

̶ Mio caro, Viola è fuori con Darius, mi ha chiesto il permesso e non ho potuto negarglielo; il vestito l'ha già scelto con la mia approvazione, quando torna te lo farà vedere per la decisione finale.

̶ Lo sai che non mi piace che nostra figlia sia attratta da tutto ciò che possa anche solo avvicinarsi alla magia. Dovrò discuterne con Darius. Il suo compito è darle un'istruzione, non di assecondarla.

̶ Sì, Lucas, lo so benissimo e anche a me non fa molto piacere, ma è sempre stata così introversa e diversa dai suoi fratelli che, se ha trovato qualcosa che le piace e la fa uscire dal suo guscio...

̶ Va bene, siete sempre pronti a giustificarla. Spero solo che impari qualcosa che le serva e non si limiti a vivere nel suo mondo fantastico popolato di creature immaginarie e magiche.

̶ Padre, ma è vero che la foresta di Lamunrian è popolata da creature magiche?

Cameron aveva sentito tante storie su quella foresta che veniva anche chiamata Foresta Nera o Abisso Incantato, ma non ne aveva mai parlato con suo padre.

̶ Cameron, per piacere non ti ci mettere anche tu, c'è già Viola che gioca a fare la mistica. Tanto tempo fa esistevano creature magiche, ma erano solo il prodotto di una magia potente e malvagia che era sfuggita al controllo dei suoi evocatori. Ormai è passato tanto tempo e non sono mai più stati riferiti fatti prodigiosi in quella foresta. Né esistono più maghi potenti o Arcani in grado di usare la magia per combattimenti o per creare oggetti dai poteri straordinari. Inoltre, sia chiaro, se mai ti capitasse per le mani qualcosa di magico, dovresti subito portarla ai nostri esperti per farla analizzare prima di farti arrestare. Folletti e fate poi non esistono.

̶ Ma padre, io non credo nei folletti!

̶ D'accordo Cameron, però adesso ascolta bene quello che ti dico   ̶ Lucas si avvicinò;   ̶ se mai ti capiterà di entrare nella foresta di Lamunrian, dovrai essere sempre armato, vestito pesante e pieno di provviste. Di notte il freddo è pungente, l'umidità ti entra nelle ossa e ti uccide dentro; la selvaggina è difficile da cacciare ed è quasi impossibile accendere un fuoco. Le creature magiche sono l'ultima delle preoccupazioni se ti dovessi trovare in quel luogo; bastano i lupi con il loro ululato a raggelare il tuo spirito in attesa di affrontarli e morire atrocemente. Inoltre, perdere l'orientamento è facilissimo, perché gli alberi sono così alti e fitti che, per vedere le stelle o distinguere il giorno dalla notte, dovresti arrampicarti a una notevole altezza rischiando l'osso del collo.

"Quel ragazzo andava tenuto d'occhio", rifletté seriamente Lucas; Cameron aveva l'età per governare il paese ma non se ne era mai interessato. Era ancora troppo immaturo e infantile e se non stava attento chissà cosa avrebbe potuto combinare, tutto preso dal suo arco e dalla caccia. "E' proprio vera l'espressione cresciuto nell'ovatta" pensò. Il regno era in pace, ricco e fiorente e le nuove generazioni erano tutte viziate e pigre. A diciassette anni Harald, suo padre, lo aveva già nominato governatore della provincia di Zorat e messo al comando di un manipolo scelto di cavalieri per contrastare i gruppi di banditi ancora in attività e pattugliare il confine con la riserva dei goblin. Aveva ucciso per sopravvivere e aveva dovuto prendere decisioni gravi. "Altri tempi, altri uomini", sospirò quasi rimpiangendo di non esser nato all'epoca della grande guerra per combattere al fianco di suo padre e di suo nonno.

̶ Non ho nessuna intenzione di esplorare la Foresta Nera da solo e disarmato   ̶ continuò Cameron;   ̶ mi piacerebbe però un giorno vedere com'è.

̶ Cameron, se vengo a sapere di una bravata del genere, ti punisco in un modo che dimenticherai difficilmente, sempre che tu sopravviva alle tue esplorazioni. Il regno è felice e in pace, ma questo non vuol dire che non si celino pericoli in ogni luogo; anche qui nel castello potrebbe essercene qualcuno a nostra insaputa, quindi perché sfidare la sorte e il buonsenso?

̶ Va bene padre, starò lontano dalla Foresta Incantata. Magari quando andiamo a trovare il nonno e ci passiamo accanto possiamo darci una sbirciatina?

̶ Cameron! ̶ intervenne Adele divertita, ̶ non imparerai mai a tener la bocca chiusa, non è vero?

̶ Scusa madre, è più forte di me, ogni tanto sogno quella foresta ed è come se mi mancasse qualcosa, come se mi stesse chiamando. Comunque, che ne pensate di questo vestito? E' elegante e comodo e non ho più voglia di provarne altri.

Lucas e Adele lo guardarono inorriditi, aveva scelto un corpetto sfarzoso e dei pantaloni informi. Scuotendo la testa si alzarono rassegnati a perdere il resto della giornata dietro alle sarte e al figlio per confezionare un vestito su misura adatto per l'occasione. 

IL SIGILLO DI AETHEREADove le storie prendono vita. Scoprilo ora