Capitolo 8.

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È il terzo giorno qui in ospedale. Non c'è la faccio più. Dal momento in cui sono entrata qui Alex non si è allontanato da me nemmeno per un secondo, è rimasto sempre accanto a me. Mi sento un po' meglio ma so già che questa storia non finirà mai.
Sono le 10 del mattino, bussa alla porta il medico.
"Allora Todd, come si sente?"
Sospiro."Meglio dottore.. mi è rimasto solo un po' di mal di testa"
"Ah ottimo signorina, se continua a migliorare allora tra due giorni la dimettiamo"
Vedo subito comparire in Alex un sorriso a 600 denti, ma io non sono poi così felice.
"Hey hai sentito? Ti dimettono, non sei felice?" Dice euforico.
Abbasso gli occhi. "Non proprio Alex, ho paura di avere una ricaduta come è successo l'altra sera"
"Non si preoccupi, non accadrà,le abbiamo prescritto dei farmaci che l'aiuteranno" Interviene il medico.
"Li ho sempre presi e non hanno mai funzionato!!! Come pretende che funzionino adesso ???" Urlo in lacrime.
"Amore tranquilla,non agitarti, così peggiori solo la situazione" mi placa Alex con una mano sulla spalla.
Vado su tutte le furie accanendomi contro il dottore.
"La cosa che mi da più fastidio è che tutti mi hanno sempre promesso una vita tranquilla, senza dovermi preoccupare della mia salute. Tutti mi hanno sempre detto che i farmaci che prendevo a lungo andare avrebbero fatto sparire tutto. E ora lei ha la faccia tosta di venire qui a dirmi che un altro dei vostri "miracolosi" medicinali potrebbe guarire la mia malattia che non solo è ritornata ma anche peggiorata ??" Sbotto.
Il cuore mi batte forte,il respiro viene sempre più a mancare, meglio calmarmi.
Piango, tutto questo sta succedendo a me..COSA HO FATTO IO PER MERITARMI QUESTO??
Improvvisamente, Alex impallidisce e si precipita fuori dalla stanza con il Dottor Brown, probabilmente per capirne di più.
La porta è chiusa ma la loro conversazione è talmente voluminosa che riesco a sentire tutto.
"Dottor Brown io mi rifiuto di vedere Ashley così.. ci sarà pur una soluzione duratura" Domanda Alex.
"Beh pensandoci una soluzione ci sarebbe" Tentenna.
"Avanti dottore continui" Lo incita lui.
"Come dicevo, la soluzione ci sarebbe.. si tratta di un ciclo di trasfusione di sangue, in sostanza il sangue malato verrà sostituito da quello sano. Non è una terapia invasiva quindi non avrà nessun effetto collaterale su Ashley. Non sarà nemmeno molto lunga, durerà qualche ora, servirà solo una piccola quantità di sangue, solo mezzo litro rispetto ai 5 che abbiamo nel corpo."
"Ah bene dottore!! Come si procede??" Lo sento dire quasi con tono festante.
"Mah per garantire una guarigione duratura servirebbe che il gruppo sanguinino del donatore sia compatibile con quella del paziente" Puntualizza. 
"Bene! Quindi se facessi degli esami, e avessi lo stesso gruppo sanguinino potrei donarglielo io il sangue??" Dice euforico.
"Eh non proprio, sarebbe più efficace il sangue di un genitore, ma in mancanza di essi si potrebbe provare con il suo". Sono rimasta sveglia più di un ora per ascoltare la conversazione e ora mi sono stancata, mi stendo e appoggio la testa sul cuscino, cercando di addormentarmi. Non appena lo faccio Alex entra in camera ma non voglio che mi veda sveglia.
Sta probabilmente frugando nella mia borsa, ma cosa sta cercando?? Lo capisco non appena sento Il "Click" che i tasti del telefono fanno a contatto con il suo pollice. Piomba il silenzio nella stanza, probabilmente sta squillando il telefono. Forse sta aspettando che qualcuno risponda.
"Pronto?" Sento dire dall'altro capo.
"Signora ascolti, sono il ragazzo di Ashley, sua figlia.."
Viene subito interrotto.
"A me non interessa di quella ragazza, due anni fa ha disonorato tutta la famiglia scappando, è sempre stata una disgrazia fin dalla sua nascita.. noi non ne vogliamo sapere più nulla" Alex ha chiamato quella stronza di mia madre. È proprio vero che l'erba cattiva non muore mai.
Non posso crederci.. non sta succedendo davvero.
Molto probabilmente deve essersi rifiutata alla sua richiesta, perché sento il respiro di Alex farsi sempre più affannoso, e il suo tono di voce sempre più disperato
"La prego, è una questione seria. Ash mi ha raccontato della sua malattia, ma adesso è peggiorata. Pochi giorni fa ha avuto una ricaduta, il dottore dice che serve una trasfusione di sangue, ma serve quello di un genitore, altrimenti c'è meno possibilità che la terapia funzioni."
"Non mi interessa ti ho detto, per me mia figlia non esiste più da quando è uscito da quella porta. Non sprecherò il mio tempo per lei.
Sei pregato di non disturbarmi più per queste sciocchezze" riattacca.
La cosa non mi meraviglia affatto. D'altronde è per questo che sono andata via di casa.
Sento di nuovo silenzio. Poi Alex apre la porta e torna a cercare il Dottor Brown.
Torno ad origliare.
"Dottore io ho provato in tutte le maniere a contattare i genitori per il loro consenso ma non c'è stato verso.. la prego mi dica che si può fare comunque con un'altro donatore, sono disposto a dare il mio sangue a lei."
Mi riprendo dal mio "sonnellino".. se così si può chiamare. C'è la porta aperta e sento ancora casino. Chiamo Alex cercando di tirarmi su con la schiena.
"Aleeex" mi raggiunge di corsa preoccupatissimo spalancando la porta.
"Ashley!!" Urla. Un istante dopo vedendomi tranquilla tira un sospiro di sollievo. "Tesoro dimmi.. mi hai fatto preoccupare, hai bisogno di qualcosa?" Dice con premura.
"No Alex volevo solo sapere dov'eri.. volevo farti sapere che ora mi sento meglio" se pur debole, gli parlo col sorriso. Mi trovo in un letto d'ospedale, la situazione non è delle migliori, ma mi basta averlo accanto per sorridere, per rendere ogni mia sofferenza, un meraviglioso benessere.

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