Mi allontano mentre la sento crollare sul pavimento.

Mi allontano mentre la sua disperazione mi segue nel corridoio. Mi dispiace Nat.

Esco dall'auto e mi sistemo la giacca, avviandomi verso il portone del club. Grant mi apre e mi saluta con un cenno del capo. La mia faccia non lascia trapelare neanche un briciolo della rabbia che si muove dentro di me. Ormai il muro d'indifferenza che mi sono costruito attorno è invalicabile.

Non ho voglia di fare conversazioni inutili, così evito gli sguardi che sento addosso e mi dirigo deciso al bancone.

Ho bisogno di dimenticare.

«Josh.» Sposto la mia attenzione dal bicchiere mezzo vuoto tra le mie mani a Morena.

«Bevi qualcosa?» Lei alza il suo bicchiere ancora pieno e lo avvicina al mio per brindare. La assecondo controvoglia perché in realtà, non trovo proprio un buon motivo per brindare.

«Allora, com'è andato il viaggio?»

Mi mostro sorpreso verso il suo interesse inarcando un sopracciglio. «Al solito.»

«So che hai dovuto farlo, alla fine.»

«Già.»

Rigiro il bicchiere tra le dita, facendo scontrare i cubetti rimasti all'interno e poi mando giù il liquido scuro.

«Sapevi che sarebbe accaduto, prima o poi.» i suoi occhi sondano i miei, aspettando forse di trovarci qualcosa.

«Vieni, voglio presentarti una nuova.» Dice poi sorridendo e indicando una ragazza poco lontano da noi.

Mi strizza l'occhio e le va vicino. Poso il bicchiere sul bancone e prendo un respiro profondo.

Si ricomincia.

Sto ascoltando un ricco borioso pieno di sé raccontare delle sue stupide vacanze a Bali, con la nuova ragazza appesa al braccio, quando la voce di Morena mi blocca il respiro.

«Emily!» Ha detto Emily e il mio cuore si è fermato.

Ho il terrore di guardare e scoprire che sia davvero lei, la mia Emily, quindi tento con tutte le forze di non voltarmi.

Ma quando il suono melodioso della sua voce mi raggiunge, mi volto di scatto e i miei occhi si riempiono di lei.

Restiamo incastrati in uno sguardo teso, triste e pieno di rancore. Stupida ragazza testarda.

Perché non mi ha dato retta? Perché è venuta qui?

«Ho ancora sete.» Mormora Consuelo in modo provocante nel mio orecchio. «Il bar sai dov'è.» replico impassibile.

Non riesco a distogliere lo sguardo dal suo, finché non si volta all'improvviso. E quel figlio di puttana le si avvicina.

Devi controllarti.

Devi controllarti.

Devi controllarti.

Li sto seguendo.

I miei piedi si sono mossi da soli.

Se Dom pensa di vendicarsi di Natasha, ha sbagliato serata per farmi incazzare. Metto una mano sulla sua spalla, cercando di non perdere le staffe.

«Bevi qualcosa?» Scuoto la testa e guardo lei.

«Emily. Torna in albergo!» le ordino perentorio, saltando i convenevoli. I suoi occhi mi fissano con rabbia, ma io non mi scompongo. Deve andare via di qua. Subito.

«Sto bene dove sto.» Incrocia le braccia al petto come farebbe una bambina capricciosa. Dom le passa il suo bicchiere e mentre stanno brindando occhi negli occhi, non ci vedo più.

La afferro per un braccio e faccio scontrare i nostri corpi.

«Ti avevo detto di non venire mai qui senza di me.»

La sento tremare un poco, vedo la sua respirazione farsi irregolare.

«Le cose cambiano. E tra noi sono finite quindi...»

Lo vedo il suo tentare di imporsi. Lo vedo e lo detesto.

«Senti amico, fattene una ragione. Preferisce me!»

Mi volto e vorrei poterlo fulminare con lo sguardo.

«Levati dal cazzo, Dom.» sibilo tra i denti.

Lui gonfia il petto e si fa avanti, rendendo impossibile il mio tentativo di non fare cazzate. «Non sta a te decidere. Ma a lei.» ha il coraggio di dirmi, come se davvero gli importasse qualcosa. Lascio il braccio di Emily e mi volto verso di lui.

Troppe cose sono successe per continuare a fingere.

Lei è fuori dai giochi e lui deve lasciarla in pace.

«Lei ha già scelto tempo fa. E tu lo sai.»

Lui scoppia a ridermi in faccia e io lo afferro per il colletto della camicia. «Vuoi davvero farmi incazzare, Dom?»

Lui si divincola fino a liberarsi.

«Eseguo solo gli ordini. Proprio come fai tu.»

Ci metto un attimo ad assimilare il significato delle sue parole e quando ne comprendo la gravità, mi volto verso Emily.

Ma lei non c'è più.

La cerco tra la folla e la vedo muoversi in mezzo alla sala.

Maledizione. Non andare lì. Non andare lì. Non andare lì.

Entra proprio lì.

Resto incastrato tra un gruppo di persone che chiacchierano e sento che sto per esplodere in mezzo alla sala.

Ne spintono uno e quando attraverso la tenda, il video è già partito. La osservo indietreggiare sconvolta e il mio unico pensiero mentre la sua schiena tocca il mio petto è che devo portarla via.

Devo portarla via subito.


CRUEL INTENTIONWhere stories live. Discover now