Capitolo 11

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Il tempo trascorreva veloce, non si avevano notizie dei tre ragazzi da parecchie ore oramai e questo non aveva fatto altro che aumentare l’ansia nei due branchi che erano rimasti all'interno della tenda.
Richard era disperato, non sapeva cosa fare, non sapeva se andare a cercare il figlio o aspettarlo lì, il dubbio lo stava tormentando e la paura che gli potesse essere successo qualcosa gli stava logorando lo stomaco.
Le ore continuavano a passare inesorabili e Richard era sul punto di strapparsi i capelli, la vecchia Mojia era tranquillamente seduta su un grande cuscino verde prato mentre beveva tranquillamente il suo tè, Richard vedendola così tranquilla e rilassata si era infuriato e con passo deciso si era portato davanti all'anziana del villaggio, con sguardo truce le aveva ringhiato in faccia “Come fai a non essere minimamente preoccupata? Là fuori c’è anche un tuo elfo!” la vecchia aveva continuato a bere il suo tè tranquillamente, ignorando la sfuriata del licantropo che le stava difronte, finito il tè aveva appoggiato la tazza su un tavolino lì accanto per poi alzarsi, continuando ad ignorare il licantropo furioso che la guardava fisso, per dirigersi verso l’entrata della tenda “Ahal sciocco non è, cavarsela sa. Lui grande combattente, conosce questi boschi come le sue tasche. Preoccuparti non devi” aveva detto mentre guardava fuori la pioggia che scemava piano piano “Tra poco arriveranno” aveva detto solenne per poi chiudere nuovamente l’entrata e tornare a sedersi sul cuscino verde, al suo fianco Richard ancora teso e arrabbiato aspettava impaziente l’arrivo di suo figlio.
La prima cosa che il signorino aveva pensato quando si era svegliato era che aveva caldo, un caldo insopportabile che gli rendeva difficile respirare al meglio, si sentiva soffocare e schiacciare, si tolse il mantello di dosso il più velocemente possibile per mettersi a sedere ed per prendere fiato ma il caldo non accennava a diminuire, col respiro affannoso cercava di ricordare il sogno che aveva fatto, perché era sicuro che fosse stato quello a causargli quella strana sensazione.
Il fiato stava tornando regolare ma il caldo continuava a persistere, si era guardato attorno un attimo disorientato dall'oscurità e poi aveva nuovamente avvolto Cassandra nel mantello per tenerla al caldo, gli sembrava di andare a fuoco e voleva uscire da lì per prendere un po' di aria fresca.
Il rumore di passi aveva svegliato il giovane Alpha dal suo dormiveglia che immediatamente si era alzato in piedi pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo ma dato che il soffitto era basso si era ritrovato a sbatterci la testa contro per poi imprecare finché un odore gli era arrivato al naso e gli aveva fatto completamente dimenticare il dolore alla testa “Alpha?” il dolce miagolio disperato del suo cucciolo, senza pensarci troppo si era lanciato verso di lui per afferrarlo e portarlo a sé “Sì, cucciolo. Cosa c’è?” aveva sussurrato all'orecchio del più piccolo mentre con una mano lo teneva stretto a sé e con l’altra gli accarezzava i capelli “Lasciami, devo uscire. Non mi sento molto bene” gli aveva risposto il signorino in maniera affannosa, l’Alpha stava letteralmente gongolando, non credeva che il suo cucciolo potesse entrare in calore così presto dato che alla stagione degli amori mancava ancora qualche settimana e invece eccolo lì, completamente all'oscuro di quello che gli stava succedendo mentre ansima e si contorce “Il paparino si è dimenticato di dirgli alcune cosette alquanto importanti” si era ritrovato a pensare mentre stringeva ancora più a sé il giovane ragazzo “Adesso ti insegno come far passare questa sensazione, d'accordo?” gli aveva bisbigliato, il giovane ragazzo aveva alzato lo sguardo per guardarlo dritto negli occhi e balbettando gli aveva domandato “Tu sai cosa ho? Ti prego aiutami” per poi strusciare la testa contro il petto dell'altro licantropo “Questo ragazzino mi manderà ai matti” non aveva potuto far a meno di pensare “Vieni di qua. Non vorrai dar fastidio agli altri, vero?” gli aveva chiesto con voce melliflua e l’altro aveva subito negato con la testa “Bene, vieni con me” e lui lo aveva seguito senza fare storie.
I due erano arrivati all’entrata  del loro nascondiglio, erano rimasti in silenzio per un paio di minuti accertandosi che non ci fossero movimenti sospetti all'esterno e dopodiché entrambi uscirono ma un paio di occhi li stavano tenendo d’occhio.
La pioggia aveva smesso di cadere, le piante e i fiori rilasciavano ancora più intensamente il loro profumo inebriando il naso dei due licantropi “Va meglio?” aveva chiesto gentilmente l’Alpha al ragazzo stretto a lui e quello in risposta aveva semplicemente annuito, l’Alpha non riusciva a smettere di accarezzargli i capelli e di annusare il suo profumo “Qua vicino c’è un corso d’acqua. Andiamo lì” e dopo averlo afferrato per il fianco ed averlo portato vicino a lui si erano incamminati verso il fiume, ad un tratto il signorino però si ferma e con le sopracciglia aggrottate chiede al compagno “Come fai a sapere che qui vicino c’è un fiume?”  e dopo un attimo di sorpresa gli sorrise “Chiudi gli occhi e ora ascolta” il signorino fece come gli era stato detto, il respiro ora calmo gli permetteva di sentire il leggero strisciare dell’acqua “Sì, sì la sento! È di là” e quello prese a correre in quella direzione “Aspetta!” gli aveva urlato dietro l’altro licantropo che però venne ignorato.
Il rumore dell'acqua si faceva sempre più forte, il signorino vi correva incontro velocemente finché non era spuntato dalla boscaglia proprio sull’argine del fiume “Wow. È fantastico!” non era riuscito ad esclamare altro, l’acqua che si infrangeva contro alcune grosse rocce creava una melodia dolce che si mischiava con il normale flusso del fiume, pochi passi dietro di lui l’Alpha arrancava “Porca miseria. Certo che corri, eh?” gli aveva detto col fiato corto, mentre guardava il corso d’acqua dinnanzi a sé, ma anche quella volta venne ignorato, preoccupato per il silenzio del ragazzo si era girato a guardarlo, non lo avesse mai fatto: il ragazzo davanti a lui si stava sfogliando dei propri abiti in una maniera così sensuale che non credeva possibile.
Il giovane licantropo accaldato sia per la corsa che per la sensazione di prima che, anche se leggermente, lo continuava a tormentare anche in quel momento aveva deciso di farsi un bagno ma mentre incespicava a togliersi la maglia il rumore di un rametto spezzati dietro di loro lo mise in allarme, dopo aver tolto la maglia, si era girato verso la boscaglia e con tono sprezzante aveva esordito “Chi è? Fatto vedere!” ma nessun’altra suono gli giunse alle orecchie “Cosa c’è?” gli aveva chiesto l’Alpha preoccupato “Ho sentito un rumore” gli aveva detto in risposta, l’altro aveva osservato attentamente la vegetazione lì vicina e ascoltato i possibili suoni che avrebbero indicato la presenza di qualcuno “Io non sento niente” aveva infine decretato “Forse sei solo teso per quello che è successo la notte scorsa. Non preoccuparti, conosco un modo efficace al cento per cento di farti rilassare” gli aveva soffiato nell'orecchio dopo che si era avvicinato velocemente al signorino ancora guardingo, l’Alpha aveva dato le spalle alla boscaglia per poter guardare negli occhi il centro dei suoi desideri “È davvero così efficace?” gli aveva domandato dubbioso il ragazzo “Ma certamente” gli aveva risposto a un soffio dal viso.
Il posto era magnifico, il ragazzo che bramava davanti a lui docile come un agnellino, non riusciva a pensar ad altro se non di farlo suo in quel posto, in quel preciso momento così da poterlo dichiarare ufficialmente suo al mondo intero, le lunghe ciglia che gli sfioravano le gote e le lebbra invitanti, il pallido petto scoperto che risplendeva alla luce del sole per via delle piccole goccioline di sudore che colavano “Quanto è carino, un vero amore” aveva pensato con le labbra a ormai pochi millimetri da quelle dall'altro. La figura che era rimasta nascosta fino a quel momento dalla boscaglia aveva urlato “Non ti azzardare!” e con uno scatto veloce in direzione della coppia, rimasta sorpresa, aveva atterrato l’Alpha con un potente calcio tanto da scagliarlo nel fiume “Dovresti vergognarti!” aveva esordito quella che si era rivelata essere una ragazza dai corti capelli neri “Non ti permetterò di arrecare alcun danno a questo giovane ragazzo che hai fatto cadere tra le tue grinfie!” aveva urlato in direzione dell’Alpha che tentava di uscire dal fiume mentre inveiva contro la ragazza “Ma che vuoi? Lui è mio, chiaro? È mio!” gli aveva urlato in risposta, l’altra aveva preso tra le braccia il signorino, che era rimasto intontito, e lo aveva stretto a sé accarezzandogli i capelli “Povero piccino. Quel brutto lupo cattivo voleva farti del male ma non ci riuscirà finché ci sarà la tua sorellona qua a proteggerti!” il ragazzo dopo essersi divincolato aveva esclamato sorpreso “Sorellona? Ma di cosa stai parlando!” le aveva chiesto confuso ma lei aveva ripreso ad abbracciarlo scatenando nell’Alpha, che era rimasto basito a guardare,  un attacco di gelosia “Lascialo immediatamente!” ma il suo avviso venne ignorato, rendendolo ancora più geloso e anche arrabbiato.
La ragazza continuava a coccolare il signorino che nonostante avesse tentato di scappare dalle grinfie di quella ragazza con tutte le sue forze non ci era riuscito “Lasciamo, ti prego. Non ne posso più!” esclamava il signorino disperato “Suvvia, non fare così! Voglio solo riempirti di coccole, sei così carino e tenero che sarebbe un vero peccato non farlo!” aveva continuato lei “Basta così, Tania” un’altra figura era apparsa dal bosco, questa volta di un uomo, che con sguardo severo aveva continuato “Siamo qui per dare la caccia ai licantropi mica salvare mocciosi” la ragazza aveva smesso di fomentare il signorino che finalmente era riuscito a scappare dalle braccia della ragazza per poi voltarsi subito verso il nuovo arrivato e urlargli contro “Moccioso a chi? Guarda che ho diciotto anni, tra due anni sarò maggiorenne” l’altro in risposta aveva solamente sbuffato e spostato lo sguardo sull’Alpha che era rimasto in attesa, i muscoli tirati per la tensione “A quanto pare ne hai beccato uno” e con un sorriso strafottente stampato in faccia aveva estratto la propria spada dal fodero e con determinazione la puntava contro l’Alpha che immediatamente aveva dato inizio alla trasformazione “Lurida bestia, non ti permetterò di calcare ancora questa terra!” e con uno scatto repentino era già sull'Alpha.
Il signorino non sapeva cosa fare, quello che si trovava davanti erano cacciatori pronti ad ucciderli, la ragazza era in disparte che guardava il compagno lottare ferocemente contro il licantropo che stava soccombendo ai colpi dell'avversario e lui era lì ad assistere inerme a quell'orribile spettacolo  “Vi prego…smettetela” aveva sussurrato spaventato ma nessuno l’aveva sentito, il ragazzo infieriva senza pietà contro l’Alpha e la ragazza assisteva a quel raccapricciante spettacolo con un ghigno folle sul volto e nel mentre incitava il compagno nel massacrare quello scherzo della natura “Devo fare qualcosa, devo assolutamente fare qualcosa” e preso dal panico l’unica soluzione che gli era venuta in mente era anche l’unica scelta possibile, chiuse gli occhi e si concentrò per velocizzare al massimo la trasformazione ma così facendo il dolore era diventato insostenibile e il dolore al petto causato dalla sofferenza del proprio compagno non aveva fatto che acutizzare tale dolore, la sua parte ferina prese il sopravvento.
Nel fiume, il cacciatore e l’Alpha, che non era riuscito a trasformarsi completamente,  continuavano a lottare ma un forte ringhio distrasse entrambi, un enorme lupo dalla pelliccia nera teneva inchiodata al suolo la cacciatrice che tentava inutilmente di liberarsi, l’Alpha stremato e col fiato pesante guardava il lupo che gli si era presentato davanti, era completamente fuori di sé, avrebbe fatto un massacro “Ti conviene stare calmo o per te e la tua compagna finisce qui” aveva ansimato l’Alpha nei confronti dell'avversario che per una frazione di secondo si era girato a guardarlo ma poi era subito ritornato con gli occhi sulla sua compagna “Patrick! Patrick, ti prego aiutami!” urlava disperata, strinse forte l’elsa della spada e con un urlo si diresse verso il signorino per affrontarlo “Lasciala andare, bastardo” ma il licantropo dopo aver affondato le unghie nelle viscere della cacciatrice sotto di sé era partito all’attacco dell’altro cacciatore, quest’ultimo con gli occhi velati dalle lacrime continuava ad avanzare e a lanciare fendenti che andavano a vuoto, il licantropo che gli girava intorno prendendosi gioco di lui gli faceva le staffe “Patrick…” un flebile sussurro da parte della sua compagna gli fece perdere definitivamente la concentrazione lasciando scoperte le spalle, il licantropo con un balzo gli era addosso facendolo cadere prono vicino alla compagna “Resisti, sto venendo a prenderti” le aveva sussurrata mentre un rivolo di sangue gli volava al lato della bocca, dietro di lui il lupo nero osservava la scena coi denti scoperti, elegantemente si era avvicinato ai due cacciatori e li fissava con gli occhi rossi come il sangue ed emise un’altra basso ringhio “Basta così. Penso che abbiano capito” gli aveva detto l’Alpha mentre con una mano gli accarezzava la testa, piano piano gli occhi del signorino tornarono neri e si lasciò coccolare dalle carezze dell'Alpha “Lui non è abituato a tutto questo, dato che fino a poco tempo fa non sapeva neanche di essere un licantropo” aveva preso a raccontare ai due cacciatori “Nonostante l’età, si comporta ancora come un cucciolo desideroso di coccole. Guardate” e dopo aver tolto la mano dalla testa del signorino quest’ultimo aveva preso a strusciarsi contro il petto dell’Alpha per ricevere altre coccole “Visto? Noi non siamo cattivi, attacchiamo se attaccati o se qualcuno a cui vogliamo bene è in pericolo. In quel caso potremmo arrivare a uccidere senza preoccuparci del dolore che potreste provare” aveva detto sorridendo “Beh, noi andiamo. Addio” e detto questo si alzò e dopo aver ripreso la maglia del licantropo che gli trotterellava vicino e si inoltrarono nuovamente nel bosco.
I due cacciatori li osservatori andarsene “Ci siamo andati a cacciare in un bel guaio, eh?” aveva borbottato il ragazzo “Già” aveva sospirato di rimando la ragazza “Lasciamo perdere?” aveva continuato lei “Si, non siamo proprio tagliato per fare i cacciatori” ed entrambi scoppiarono a ridere.
All’uscita del nascondiglio li aspettavano impazienti e preoccupato gli altri “Dove eravate finiti? Ci avete fatto preoccupare!” aveva esclamato Ahal appena li aveva visti e li era corso incontro, l’Alpha camminava sicuro e con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia mentre il signorino gli camminava dietro col volto rosso e lo sguardo basso “Cosa è successo?” aveva appena finito di chiedere l’elfo quando si accorse delle condizioni del signorino, egli era coperto solamente dalla maglia che a malapena riusciva a coprirgli il fondoschiena, dopo un attimo di smarrimento Ahal si era rivolto immediatamente verso l’altro licantropo che se la stava ridendo sotto i baffi “Che cosa gli hai fatto, sporco maniaco!” gli aveva urlato contro ma il signorino lo aveva fermato prima che potesse colpire l’altro ragazzo “Non è come pensi, ti spiegherò tutto più tardi ma adesso vorrei soltanto riposare” gli aveva detto il signorino guardandolo dritto negli occhi “Va bene” e con queste parole tutti quanti si apprestarono a consumare un frugale pasto che l’elfo era riuscito a raccogliere nelle vicinanze.
“Non sapevo cosa stavo facendo, mi sono trasformato senza rendermene conto! L’unica cosa a cui riuscivo a pensare era che dovevo fare qualcosa e l’ho fatta!” aveva raccontato tutto concitato il signorino mentre gli altri annuivano, l’Alpha se ne stava in disparte a riprendere le energie e a rilassarsi mentre guarda quello scapestrato del suo cucciolo mentre racconta la loro piccola avventura “È proprio un cucciolo” pensava col sorriso sulle labbra.

Buongiorno!
Scusate per il ritardo ma il tempo è volato così velocemente che non me ne sono neanche accorta comunque per chi sperava in un bacio tra il signorino e l'Alpha dovrà aspettare ancora un poco perché voglio fare penare l'Alpha muahah...lasciamo perdere va!
Ciao ciao

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