0.5 - La fonte del Sapere

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- Michael's pov -


I giorni passavano lenti ed inesorabili, l'insistenza di James a scroccarmi un appuntamento si faceva sempre più forte, i miei capelli crescevano a vista d'occhio e i miei sogni erotici su Luke Hemmings diventavano sempre più assurdi. Proprio quando credevo di averli accettati, essi avevano cominciato a prendere pieghe che volgevano al ridicolo, tipo quella notte in cui, dopo avergli spiegato Amore e Psiche - che tra l'altro aveva pure visto ma di cui non ricordava niente, che deficiente - avevo sognato me e lui al Louvre intenti a fare cose poco caste proprio davanti ad Amore e Psiche con la gente che invece di essere inorridita applaudiva e ci faceva foto. Quando capirò cosa mi frulla in testa vincerò qualche specie di premio - oppure un soggiorno permanente in manicomio. L'avrei accettato volentieri.

Quel pomeriggio avevamo uno dei nostri stupidi corsi pomeridiani in cui la tensione - oltre a quella sessuale tra me e Luke, palese nonostante entrambi cercassimo di ignorarla tentando di fare le solite battute di pessimo gusto l'uno contro l'altro - era salita alle stelle dopo il coming out di Ciara e un litigio tra le queen Bees della classe, ovvero il gruppo delle attaccate al cazzo di Hemmings capitanato da Wendy. Il motivo? Josh Franceschi che alla festa di compleanno di Eliza Taylor aveva ballato con nessuna delle quattro amiche, ma con Thalia Johnson - la notizia aveva fatto scalpore, a scuola i ragazzi non facevano altro che parlare di quello come se fossero stati scoperti nuovi pianeti o altro. Invece di coalizzarsi insieme per prendersela con Thalia come avevo temuto, le quattro avevano finito per litigare tra di loro e adesso il gruppo era diviso a metà: da una parte Wendy e la sua tirapiedi, Maisie Williams, che con battutine acide cercavano ancora di conquistarsi il bene della classe e di Josh, e dall'altro Lyndsey Morgan e Octavia Blake, che da qualche giorno facevano comunella con Shelby, Thalia e Ciara. La situazione era davvero assurda, per certi versi, visto che fino al quel momento la classe era stata ben compatta nei propri gruppetti...

«Buon pomeriggio classe», salutò tutti Luke, entrando di fretta nell'aula, «Scusate il ritardo».

Lo guardai sprezzante, cercando di ignorare quanto fosse bello con quella camicia nera che gli fasciava il busto alla perfezione, con quei dannati bottoni lasciati aperti per far intravedere il petto che gli avrei volentieri riempito di succhiotti - che questa volta sarebbero stati legali. Per quanto cercassi di ignorarlo sapevo che un po' di ciò che pensavo era stampato sul mio volto, il che mi rendeva davvero nervoso. Dovevo mascherarlo, comunque. Non mi avrebbe avuto così.

«A nessuno interessa a che orario arrivi», sbottai indifferente, tenendo lo sguardo fisso sul cellulare. Sorrisi intenerito alla foto di Lizzie che mi aveva mandato Calum.

«Simpatico come sempre, Clifford», mormorò Luke, sedendosi accanto a me, «Quella è la moglie di Calum, giusto? Mi pare di averla vista qualche volta», mi chiese poi, indicando il cellulare.

«Sì, è lei».

«Hai notizie di lei? Ho sempre voluto chiedere a Calum ma non volevo sembrare inopportuno, o che glielo chiedessi soltanto per farmi gli affari suoi», mi chiese Luke, mordicchiandosi il labbro inferiore e sembrandomi nervoso.

Desiderai di prendergli quel labbro esageratamente carnoso a morsi. «Certo. Sta bene, si sta riprendendo lentamente ma è quasi del tutto fuori pericolo secondo i dottori», spiegai, facendo annuire Luke, «E... a Calum può soltanto fare piacere se qualcuno gli chiede di Lizzie e dei suoi progressi. Gli piace sfogarsi con più persone».

Luke mi sorrise. «Beh, me ne ricorderò quando lo vedrò la prossima volta».

«Certamente».

Tra di noi calò un silenzio nettamente imbarazzante, fatto di sguardi a mezz'aria e sospiri che ci facevano sembrare due deficienti. La classe era stranamente in silenzio, tutti impegnati a fare i propri compiti. Tutti tranne Josh, ovviamente, che passava il suo tempo a fissare la ragazza al secondo banco vicino alla finestra, ignara delle occhiate. Quella che si era accorta delle occhiate, ovviamente, era Wendy, che adesso guardava Josh e Thalia come se avesse voluto ucciderli - e l'avrebbe fatto di sicuro, se non fossimo stati in classe. Quella ragazza era una vera vipera, capace delle peggiori cose. Mi chiedevo cosa Luke ci trovasse in lei oltre che una scopata facile.

«C'è qualcosa che non va».

Mi voltai verso Luke, trattenendo il fiato quando mi ritrovai davanti i suoi curiosi occhi azzurro vivido. Non mi ero mai soffermato a guardarli, ma erano davvero belli. «Cosa, esattamente?».

«Wendy e le sue amiche. Non stanno più sedute vicine. E Octavia e Lyndsey con Thalia, Shelby e Ciara? Questo è assurdo», borbottò a bassa voce per non farsi sentire dalle dirette interessate, comunque troppo concentrate su altro per prestare attenzione a noi due.

Io feci spallucce. «Sai come sono gli adolescenti, c'è una lite qui, una lite là...».

«Michael, quelle ragazze non possono litigare. Si odiano tanto da sopportarsi a vicenda», sbottò Luke, sorridendo malizioso, «Quindi cos'è successo di tanto eclatante da farle litigare?».

Sospirai. «Non lo sai? Wendy non ti ha detto niente?», chiesi stranito. Insomma, quei due erano pappa e ciccia, quando si vedevano per scopare scopavano e basta?

«Michael, non vedo Wendy in quel senso da due settimane», borbottò Luke, ridendo.

Io lo guardai sconvolto. «Non vedi Wendy da due settimane?», mormorai, scioccato. Beh, per il mio cuore - e il mio pene, anche - era una bellissima notizia, ma la cosa mi aveva lasciato basito perché 1) Luke non l'aveva mai ammesso ad alta voce (il che era strano) e 2) adesso si spiegava perché Wendy fosse così acida e così determinata a conquistare il cuore (o il cazzo, forse più quello) di Josh.

Luke scosse la testa. «No, non la vedo da due settimane. Adesso mi spieghi cosa succede o devo cavartelo di bocca a forza?».

Alzai gli occhi al cielo. «Certo che sei proprio ignorante. Le reginette hanno litigato perché alla festa di Eliza Josh ha ballato con Thalia», dissi brevemente, facendo sgranare gli occhi a Luke.

«Scherzi».

«Per niente».

«Hanno litigato per una cosa tanto stupida? E io che le reputavo intelligenti!», se ne uscì Luke dopo qualche istante di silenzio, «Credo di essermi fatto un'idea sbagliata su di loro».

«Beh, è comprensibile, probabilmente seppellendo la testa in mezzo alle loro gambe il tuo cervello si sarà atrofizzato», lo presi in giro senza prestargli attenzione.

Luke ridacchiò e mi si gelò il sangue nelle vene. «Chissà, magari seppellendo la testa in mezzo alle tue gambe il mio cervello attingerà alla fonte del tuo sapere - e beh, mi auguro che la fonte del tuo sapere sia il tuo culo perché ho una gran voglia di conoscerla».

Arrossii vemente, sgranando gli occhi. «Smettila».

«Perché, che ho detto? Ti immagini le cose, per caso?», borbottò Luke, cercando di sembrare innocente ma ottenendo l'esatto contrario, «Forse l'idea di me che ti lecco, ti bacio, e ti mordo dappertutto ti piace così tanto che immagini me dire cose che normalmente non direi? Mmh, peccato».

«Smettila!», sbottai, alzandomi, «Senti Luke, io ti odio, e non penso per niente a te che mi scopi o altro - non so da dove l'hai cacciata sta cosa!».

«Me l'hai detta tu?», disse Luke, eloquente, «Se non ti stessi antipatico, qualcosa la faresti per me».

«Ma mi stai antipatico!».

«Posso starti antipatico benissimo anche se me lo succhi!».

Scossi la testa. «Dio, credo di odiarti ancora di più».


***


[A/N] Chiedo scusa per ciò che avete letto - questo capitolo non è che mi piaccia poi molto, è un po' inconcludente ma spero che vi piaccia lo stesso ahaha

a Mercoledì prossimo!

Il mio peggior nemico || MukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora