Noioso era un eufemismo per descrivere il film che avevano deciso di guardare dopo pranzo ma Harry aveva insistito talmente tanto - lui ed i maledetti film degli anni settanta - che Louis non era riuscito a dirgli di no, si era accoccolato al suo fianco e con la testa sulle sue gambe aveva iniziato a vedere il film, sbadigliato ad ogni momento utile. Mentre il maggior guardava rapito lo schermo dell'immensa televisione, Louis guardava Harry, come la migliore delle pellicole, almeno fino a quando il citofono non interruppe entrambi - "Credo Leigh, non ricevo spesso delle visite" - rispose, all'esplicito sopracciglio alzato dell'altro.
"Vuoi che vada via?" - Louis era già pronto con le scarpe in mano ed una strana sensazione di malinconia nel petto quando Harry fece un cenno negativo con il capo, sorprendendolo - "Devo iniziare da qualche parte e lei sa già un po' della nostra storia".
Louis si perse nelle parole 'nostra storia' e non capì più nulla per i secondi successivi, sufficienti per perdere la testa un numero considerevole di volte ma soprattutto, abbastanza per sentire nel petto crescere qualcosa, esponenzialmente. Tutte quelle farfalle e pensieri e sentimenti durarono fino a quando non sentì la sottile voce di Sophia fare irruzione nell'appartamento ed urlare - "Papà!" - Harry si abbassò subito alla sua altezza e le stampò un delicato bacio sulla guancia piena, facendola sorridere. Non la vedeva da pochissimi giorni eppure le era mancata come l'aria, le mancava sempre, soprattutto perché la notte precedente non era riuscito a dargli la solita buonanotte al telefono, tanto era stato rapito da Louis. La piccola agitò la manina paffuta quando si accorse della presenza dell'altro ragazzo e stretta tra le amorevoli braccia del papà, mormorò un piccolo ed appena udibile - "Loueh".
Leigh la seguì a ruota, aggiungendo al nome anche una stretta di mano ed un sorriso complice, non c'era poi tanto da spiegare, la donna sapeva ed aveva capito tutto, non c'era poi nulla di poco comprensibile in capelli arruffati, labbra piene e colli martoriati. Gli fece persino un occhiolino, per aggiungere ancora più imbarazzo alla posizione, già scomoda, di Louis."Come mai siete passate?" - chiese Harry, stringendo ancora la bambina tra le braccia. Gli dolevano un poco per tutta l'attività di quella notte e della stessa mattina ma nulla gli avrebbe fatto lasciare sua figlia, soprattutto se questa era aggrappata al suo collo.
"Eravamo nei paraggi e Sophia voleva salutarti e - si bloccò un istante - cosa dovevi ricordare a papà?" - la bambina osservò gli occhi del padre, così simili ai suoi e con voce sottile, leggermente intimorita dalla presenza di Louis, che di fatto restava sempre uno sconosciuto per lei, rispose - "Martedì c'è la recita, te lo ricordi vero?"Harry annuì - "Certo tesoro, ho preso anche mezza giornata di ferie"
"Cosa vuol dire mezza di ferie?" - chiese la piccola, rivolgendosi ad entrambi i genitori. Leigh le spiegò in breve il significato e la bambina ringraziò con gli occhi il padre, baciandogli persino una porzione del viso. Era contenta e Louis, da un lato lontano della cucina, gli vide sorridere insieme e scambiarsi effusioni.
Forse, immaginò anche un poco il suo futuro, prima di sentirsi di troppo. Per qualche assurda connessione, Harry proprio in quel momento - mentre Louis si infilava le scarpe sportive - si girò verso di lui, cercando il suo sguardo, invitandolo ad avvicinarsi: nessuno di loro gli avrebbe fatto del male.
"So'...Mi ascolti un momento? Papà deve dirti una cosa molto importante" - la bambina fece un cenno affermativo con la testa e si lasciò sedere sul bancone della cucina, afferrando dalla scatola uno dei biscotti alla vaniglia che Louis aveva aperto poco prima, per salvarsi dal film conosciuto anche come quello più noioso di tutta la sua storia del cinema.
Leigh si avvicinò ai due, guardò prima il suo ex compagno e poi il ragazzo per annuire subito dopo; tutti, eccetto la piccola, sapevano che senza il consenso della donna non avrebbero fatto nessun passo o dichiarazione. Quindi, quando questa sorrise loro e strinse dolcemente il braccio di Harry, come per dargli un poco di spinta in più, l'uomo si decise a parlare - "Ti ricordi quando mi hai detto che avrei dovuto avere un fidanzato come la mamma?""Sì papà, certo!"
"Ecco, io... - Harry lentamente si rivolse verso di Louis per sorridergli, cercare un attimo il suo sguardo, il suo assenso perché in fondo non lo stava dicendo solo a Sophia. Era un primo passo per tutti - C'è un probabile fidanzato, solo che lui deve ancora dirmi di sì".
Sophia si accigliò un attimo, stava studiando bene il significato di tutte le parole che il padre gli aveva appena detto. Fidanzato, lo capiva.
Probabile, un po' meno.
Si sistemò meglio sul bancone di marmo e guardando tutti i presenti, li sorprese - "E perché Louis non ti ha detto ancora di sì?" - Harry la guardò stupefatta, un poco anche orgoglioso, mentre Leigh rideva sguaiatamente e Louis nervoso, continuava a muovere i piedi sul suo posto - "Tutta sua madre!"
Dopo interi minuti di ilarità e commenti su da chi dei due la bambina avesse ereditato l'arguzia, Sophia catturò di nuovo l'attenzione di tutti, soprattutto quella di Louis che ora si era avvicinato di qualche passo e si era sistemato di fianco ad Harry ma non troppo: non voleva che lo sentisse tremare o tutto il resto, era abbastanza convinto che avrebbe rimesso tutto di lì a pochi secondi, oppure sarebbe scoppiato a piangere. Una delle sue opzioni.
"L'importante, come dice sempre la mamma, è che vi, vi...vi volete bene""Gli voglio davvero tanto bene e lui lo vuole a me" - rispose Harry, rivolgendosi direttamente al ragazzo - "Però una risposta deve darmela comunque. Quindi, ci proviamo davvero?" - si rivolse a lui, scandendo le ultime parole una ad una, le pronunciò lentamente, ancora più lente del suo solito. Il mondo, Leigh e Sophia, sembrava adesso lontanissimo, c'erano solo loro due con i loro sorrisi appena accennati, gli occhi intrecciati e le paure simili. Ma non potevano farsi sopraffare da queste. Ora dovevano solo darsi una vera opportunità, per questo Louis si avvicinò a passo lento, tanto quanto le parole dell'altro, e soffiò un - "Sì" - sulle sue labbra, prima di baciarlo.
"Loueh, quindi anche tu a Natale dovrai farmi il regalo".

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28 Days || Larry Stylinson AU
FanfictionHarry e Louis condividono attimi, passioni momentanee, segreti e qualche ora sotto le lenzuola. Nessuno dei due vuole di più: Harry ha una figlia, un lavoro in una prestigiosa agenzia pubblicitaria e la certezza di aver raggiunto l'equilibrio perfe...