Capitolo 21

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"Quindi...quindi mi hai baciato" - fece Louis non appena Harry si immise nel traffico. Continuava a toccarsi le labbra, a morderle, incredulo di ciò che era appena avvenuto: Harry lo aveva baciato. Tutto sembrava al proprio posto, combaciare, con baciare. Si sentiva onnipotente, come se ciò che avesse fatto era il fine ultimo della sua vita. Per un istante aveva realmente pensato che, baciare Harry, era il fine ultimo di se stesso. La sua meta o la sua metà. I suoi pensieri gli stavano sfuggendo dal controllo ma tutte le sue sinapsi erano annientate da Harry e da quel bacio.
"Quindi ti ho baciato..." - rispose il più grande, attento alla strada ed allo specchietto retrovisore, leggermente incrinato da permettergli di vedere Louis al suo fianco sopprimere un sorriso tra le mani. Harry si sentiva nello stesso modo, inebriato d'amore, o di qualcosa di simile - "E lo rifaresti? In futuro..." - di nuovo, il più grande lo guardò nascondere il viso tra le mani. Era totalmente diverso dal ragazzo sicuro e sfacciato che era durante il sesso, in quel momento invece era esitante, insicuro con il tono della voce basso e gli occhi nascosti tra le mani come se, da un momento all'altro, aspettasse di essere annientato dalle parole dell'altro. Era sempre un'opzione.
Per Louis quel bacio era stato come camminare sulle nuvole, elevarsi, sentirsi onnipotente. Per un solo istante, essere ciò che aveva sempre sognato di essere, e di avere. Era un miscuglio di emozioni, di respiri repressi e di domande, alcuni dubbi e paure. Harry e quell'unico bacio erano pensieri che sfuggivano al controllo, tanto erano belli.
'Sono fatte per me' - continuava a pensare Louis, guardando fuori la strada scorrere, sentendo su di sè un sorriso che mai era stato così bello, così suo. Non voleva una risposta, non in quel momento, andava tutto bene così. In quel silenzio che era impregnato di loro pensieri, dei loro desideri e di uno stesso scopo comune: unirsi ancora.
Louis alzò il volume della radio, Harry gli dedicò un sorriso tenero mentre velocemente passò una mano sulla guancia ruvida dell'altro, accarezzandolo.
Era un inizio.

Harry cercava ogni pretesto per toccarlo, sentirlo sotto le sue stesse mani o il suo corpo: mentre sistemavano la spesa continuava a sfiorargli le mani con la scusa di prendere gli alimenti; gli aveva accarezzato la base della nuca giustificandosi con un - "Aspetta hai un insetto" - e Louis dopo aver urlato, si era abbandonato a quei tocchi delicati mentre sentiva dei brividi partire da quel punto e raggiungere la fine della sua spina dorsale, aveva anche temuto di non reggersi più in piedi dopo che Harry gli aveva baciato quella stessa zona, soffermandosi un po' più del dovuto. Effetto Harry.
L'apice era stato raggiunto durante la cena, Louis aveva proposto dei semplici toast - almeno quelli era capace di cucinarli - ed Harry lo aveva lasciato fare. Era stato facile immaginarlo lì, tra le sue poche pentole, tutti i giorni e quello stesso pensiero lo aveva colpito, annientato, perché lui l'unica persona che era riuscito ad immaginare con lui in quella casa era Sophia, invece adesso c'era anche Louis.
Subito dopo sua figlia c'era Louis.
'Merda' - imprecò mentalmente, rendendosi conto che solo quel pensiero era troppo, che solo quel pensiero bastava per tutto. Ed al diavolo le sue paure, i timori, lo sguardo immaginario di sua madre, al diavolo il controllo, voleva Louis.
Appoggiato al bracciolo del divano con lo sguardo puntato sull'altro realizzò che Louis poteva essere la sua occasione, la sua speranza. Fece un lungo respiro prima di alzarsi, avvolgerlo tra le braccia e capire che i toast erano completamente immangiabili e che lui doveva parlare con la sua famiglia.
Il prima possibile.
Era stanco.

"Mi dispiace per la cena"
"Mangerò te" - Smaniava dalla voglia di averlo sotto di sé ma con qualcosa di più questa volta. Louis si avvicinò, sorridendo ancora, incrociò le sue braccia oltre il collo del più alto e lo trasse verso di sé, prima di depositare le sue labbra su quelle dell'altro chiuse gli occhi e si sentì irrimediabilmente al suo posto.
Harry gli lasciò aperti, lo osservò avvicinarsi a lui, baciarlo e quando chiuse coi occhi si sentì fottuto, fottuto da tutti quei sentimenti a cui non riusciva a dare un nome o una collocazione. Evitò di pensare all'amore per continuare a baciare Louis. Poggiò la fronte alla sua e lo accarezzò sulle tempie, fra i capelli ossigenati, alla base della nuca - "In camera".

Si ritrovarono senza aria in pochi minuti, sfiniti dai baci che Louis aveva preteso, in compensazione a tutti quelli che non c'erano stati nei due anni precedenti - "Vuoi che vada a mettere la biancheria?" - fece quasi fatica a parlare mentre le labbra di Harry erano a pochi centimetri dalle sue, così vogliose. Il più grande scosse la testa e mugugnò un - "Non voglio aspettare ancora" - prima di assalire di nuovo il volto di Louis, baciarlo senza tralasciare nessuna zona, persino le sue palpebre. Voleva dargli tutte le attenzioni possibili.
Louis si lasciò spogliare, restando con la pelle nuda sotto l'altro ancora completamente vestito. Harry si annotò mentalmente che avrebbe dovuto lasciare dei segni, presto o tardi, su questa. Una sorta di diritto di proprietà.
Gli mordicchiò il collo e le scapole, continuando il suo percorso verso il petto, mappando e leccando tutti i suoi spazi. Particolare cura riversò sui capezzoli, scendendo poi giù fino al ventre, sotto l'ombelico, il compagno inarcò leggermente la schiena ed Harry sogghignò, negli anni aveva imparato a conoscere fin troppo bene quel corpo, ogni suo punto.
Louis spostò le sue mani tra i capelli spettinati del ragazzo, gli accarezzò le tempie, la mascella e con lentezza lo abbracciò dietro il collo, gli piaceva tenere le mani lì, stringerlo in quel punto. Era un gesto semplice eppure così intimo e si beò, di nuovo, di quella sensazione di completezza. Non avrebbe mai detto che due mani intrecciate in quel punto lo avrebbero fatto sentire così appagato. Così al suo posto.

Harry infilò le mani ai lati degli slip chiari e sottili, decorati con del pizzo sul davanti e dopo aver soffiato con le sue labbra sopra questi, glieli sfilò, tirandole fino alle ginocchia. Louis era perfetto, pronto e leggermente bagnato. Le attenzioni che aveva riservato al suo petto furono trasferite al suo membro: leccò la sua lunghezza, seguendo il percorso delle sue vene, Harry si sentì irrazionalmente perso quando pensò che anche quelle fossero perfette. Quando baciò il suo glande, leccando via una piccola goccia di liquido pre-seminale, Louis emise un gemito strozzato. Harry sorrise di riflesso, alzando gli occhi verso quelli azzurri del compagno - "Devo fermarmi?" - Louis scosse energicamente la testa, facendo ricadere il ciuffo chiaro su tutto il viso - "Non ci provare". Harry però si fece forza sulle braccia sistemate intorno ai fianchi del compagno e si alzò, sistemandosi a pochi centimetri dal suo viso, si guardarono per un attimo e prima di baciarlo, sussurro un - "Grazie" - e Louis non chiese, non domandò per cosa, allungò le sue braccia oltre il collo e lo baciò un'altra volta.
La risposta era tutta lì.

"Voglio dire agli altri di te" - solo dopo quelle parole, si unirono.
In tutti i sensi.

28 Days || Larry Stylinson AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora