1. L'uomo

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Ero seduta in giardino, nel nostro grande giardino fiorito. Che belli i fiori, i miei preferirti erano le rose nere, piene di tristezza ma anche forza.

- Pepper! - mi chiamò mio papà.- Vieni!

Mi alzai e corsi verso la porta d'ingresso fatta tutta di vetro.

- Cosa c'è? - chiesi.

Mio padre era agitato, sudava freddo. I suoi capelli biondi che avevo ereditato erano scompigliati e gli occhi azzurri erano pieni di paura. Non so come ho fatto ad avere gli occhi neri, completamente neri. Forse mia madre ce li aveva neri, ma non lo so, non l'ho mai incontrata e non mi importava molto, ero contenta di stare con mio papà.

Karl McKarson era un un ricco avvocato che non guardava in faccia nessuno, ma questo in tribunale. Con me era il padre migliore del mondo, non mi ha mai rimproverate e non ci ha neanche mai pensato.

- Ci ha trovati, Pepper! - urlò lui, buttando qualche vestito in una borsa.

- Chi ci ha trovati? Qualcuno ci cercava? - chiesi preoccupata.

- Vai in camera, prendi qualche vestito! Fa veloce!

Senza ribattere, corsi in camera e presi il mio zaino grigio e ci infilai dentro un paio di jeans e due maglie. Mi presi qualche elastico per capelli dal bagno e li infilai nello zaino.

- Sono qui - dissi venendo incontro a papà.

- Veloce! In macchina! - urlò lui.

Salii e mi misi la cintura più velocemente possibile. Non sapevo cosa stava succedendo, chi ci aveva trovati?

Papà accese la macchina e partimmo a tutto all'ora.

Accesi la radio, ma i canali erano tutti occupati. Si sentiva solo un ronzio.

Poi una voce maschile, forte e autorevole che diceva: "Ti raggiungerò. Non serve scappare".

Ne fui terrorizzata. Cosa succedeva, dove mi stava portando papà? Ma non avevo la forza di parlare, neanche di aprire bocca.

Quella voce...l'avevo già sentita, da piccola. Ma non mi ricordo di chi era.

Girammo sulla terza strade e la macchina scivolò.

Uscimmo fuori strada e ci schiantammo contro un'altra macchina.

- Scendi!!! - urlò papà.

Ci tuffammo fuori dall'auto e corremmo, non so dove ma io seguii papà.

Finimmo in un vicolo cieco pieno di scatoloni.

Papà urlò, si contorse e si gettò a terra.

Una sagoma scura gli apparve di fronte.

Poi la sagoma si trasformò in un uomo pallidissimo, sembrava morto. Aveva lunghi capelli neri e gli occhili da sole neri. Indossava un giaccone nero e scarpe di pelle.

Alzò una mano e mio papà si contorse ancora di più, sempre di più.

- Papà!! - urlai e subito dopo lui si distese a terra, ricoperto di sangue.

Piansi, gli corsi incontro. Ma l'uomo col giaccone mi fermò con una mano e mi butto a terra.

Alzò una mano verso di me, ma una forza lo fermò. Lui ringhiò e sparì.

Corsi da mio papà, pallido.

Mi gettai su di lui e piansi, piansi tantissimo.

Una semidea...diversa Where stories live. Discover now