Capitolo 59

6K 301 157
                                    

Le sue parole, sono colme di una tale possessività che mi mettono paura e la sua stretta salda intorno al mio polso non fa altro che peggiore le cose.

Cominciano a pizzicarmi gli occhi, ma faccio appello a tutto il mio autocontrollo per non scoppiare a piangere. Vorrei gridare per attirare l'attenzione di qualcuno, ma è come se fossi diventata muta da un minuto all'altro.

L'unica cosa che mi consola, è sapere che prima o poi qualcuno entrerà in classe e lui sarà costretto a lasciarmi.

<<Non ho sentito bene. Hai detto che sei ancora la mia ragazza giusto?>> chiede a denti stretti. Rimango in silenzio, paralizzata. <<Giusto?>> ribatte ancora una volta, stringendo la presa.

Mi costringo ad accennare un sì con la testa e all'istante, le sue labbra si curvano in un sorriso inquietante. Si decide a lasciarmi il polso e istintivamente, lo massaggio con l'altra mano.

<<Se vuoi raccontare a qualcuno ciò che è appena successo, fai pure, ma considera te e Cameron rovinati.>> mi da un bacio sulle labbra ed esce dall'aula. Rovinati? Cosa intente dire con la parola "rovinati"?

Da un momento all'altro, mi ritrovo a camminare verso il bagno delle ragazze, come se le mie gambe avessero una volontà propria. Mentre continuo a camminare, mi sembra di essere totalmente da sola in corridoio. Non sento nessuna voce, non vedo nessuno. L'unica cosa che riesco a fare è pensare a ciò che è successo in quell'aula.

Appena vado a sbattere contro qualcuno, ritorno alla realtà, più o meno. Ivy è davanti a me e si sistema i capelli mentre mi guarda con un espressione disgustata in viso. <<Ma la guardi la strada mentre cammini o cosa?>> chiede con il suo solito tono di voce irritante.

Vorrei ribattere qualcosa, litigare con lei, ma sono troppo sconvolta per farlo. La oltrepasso senza dire una parola ed entro nel bagno delle ragazze, chiudendo la porta a chiave. Non voglio che qualcuno entri. Ho bisogno di stare da sola, almeno qualche minuto.

Appoggio la schiena alla porta e scivolo lentamente per terra. Piego le ginocchia e appoggio i gomiti su di esse, coprendomi il viso con le mani. Senza rendermene conto comincio a piangere a dirotto e il mio corpo è percosso dai singhiozzi.

Cosa dovrei fare adesso? E se volesse farmi del male? O peggio ancora, se volesse fare del male a Cameron? Come ho fatto ad infilarmi in una situazione del genere? Non ne faccio mai una giusta.

Come potevo immaginare che Greg si sarebbe rivelato una persona orribile?

Forse avrei dovuto capirlo quando ha cominciato a picchiare Cameron senza motivo, comportandosi da troglodita.

Sussulto appena sento il rumore di uno sciacquone e mi maledico mentalmente di non aver controllato che il bagno fosse libero. Mi alzo velocemente dal pavimento e asciugo le lacrime che hanno bagnato il mi volto.

La ragazza -dai lunghi capelli neri e la pelle scura- esce dal bagno e mi rivolge una strana occhiata. Sembra quasi che provi compassione per me. Si avvicina allo specchio e si sistema il rossetto mentre io mi sciacquo il viso con dell'acqua fredda.

<<Ti senti bene?>> chiede facendomi trasalire. Non credevo che avrebbe aperto bocca, quindi per un momento rimango in silenzio. Ha una faccia familiare. Forse frequentiamo dei corsi insieme.

<<S-sì.>> rispondo balbettando. Guardo il riflesso nello specchio e noto all'istante gli occhi rossi e gonfi. Ho pianto per due minuti, ma sembra che l'abbia fatto per un giorno intero.

<<Io sono Gwendoyln, ma puoi chiamarmi Gwen.>> sibila porgendomi la mano. La stringo e dico: <<Nadia.>>

<<So che non ci conosciamo, ma ho sentito che mi piangevi e se... be', se avessi bisogno di parlare con qualcuno, io sarei sarei disponibile ad ascoltarti.>> Le sue parole mi colgono alla sprovvista e mi sembra di rivivere la giornata in spiaggia, quando ho incontrato Jasmine. La differenza è che io -al contrario di Jasmine quel giorno- non ho intenzione di rispondere male a questa ragazza.

Lost in confusion // Cameron Dallas [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora