Capitolo 4

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Non riesco a staccare gli occhi da questa fotografia: il mio sguardo accarezza più e più volte il viso di quell'uomo così simile a Kevin mentre il mio cervello cerca freneticamente una risposta logica e sensata al quesito che mi perseguita.

Se è vivo, perché mio marito non mi ha fatto avere sue notizie?

Possibile che sia stato vittima di un incidente ed abbia perso la memoria?

Poco probabile, a dir la verità, ma non impossibile.

Affondo le mani nei capelli, folti e setosi, con l'intento di strapparmeli mentre quella foto si prende gioco di me: sembra che lo faccia a posta ad essere così sgranata.

《Non può essere...》mormoro a bassa voce.《Non può essere...》ripeto, chiudendo gli occhi.

Magari è tutto un sogno...

Cerco di convincermi che è tutto frutto della mia mente, ma quando riapro gli occhi, il mio sguardo si fissa nuovamente su quella foto: un'immagine che ha il potere di scuotere il mio mondo fin dalle fondamenta.

《Prof! Mi sta facendo preoccupare...》La voce, un poco tremante, di Connor penetra la nebbia d'incredulità e confusione in cui sono avvolta.《È impallidita di colpo...》

Distolgo lo sguardo dalla fotografia e dedico al mio allievo tutta l'attenzione di cui sono capace in questo momento, ossia poca, anzi pochissima.

《Io... Sì... Sto bene...》farfuglio una risposta, sperando che non mi faccia altre domande, ma ovviamente Connor, curioso di natura, prende in mano l'immagine incriminata e torna alla riscossa.

《Chi è il tizio nella foto? E perché sta scappando?》chiede a bruciapelo, continuando a scrutare l'immagine.

Mi alzo e mi riprendo la foto in malo modo, quasi strappandogliela di mano.

《Quello è mio marito! E perché dovrebbe scappare?》gli grido addosso tutta la mia frustrazione, cercando di non scoppiare in lacrime.

Connor fa un paio di passi indietro ed alza le mani, in segno di resa, assumendo l'espressione da cucciolo abbandonato che l'ha salvato tante volte in aula.

《Si calmi, professoressa... Sono solamente preoccupato per lei...》Il tono pacato che utilizza riesce a calmare anche me. Un poco, almeno.《Perché non mi racconta tutto? Magari la posso aiutare...》

A quelle parole, mi siedo nuovamente e liscio, con gesti metodici, la fotografia che ho appena strapazzato.

Come può aiutarmi Connor?

Dovrei chiamare la polizia...

《Ho trovato questa fotografia in mezzo alla posta di oggi. Era in una busta bianca, senza indirizzo né mittente...》inizio a spiegargli con calma.

Magari ripercorrendo gli eventi mi si palesera' la soluzione.

Sei un'illusa, Liv...

《Come se fosse stata recapitata a mano...》commenta Connor, guadagnandosi un'occhiata sorpresa da parte mia.

《Quindi... Chi l'ha messa nella mia cassetta postale sa che io sono la moglie di Kevin... Però... Questo non ci aiuta granché...》rifletto, continuando a fissare il volto di quell'uomo.

Cosa ti è successo, tesoro?

《Prof! Ha un computer, vero?》mi domanda all'improvviso Connor, risvegliandomi dalla trance dov'ero caduta.

《S-sì... Nello studio di Kevin... In cima alle scale, prima porta a destra》gli spiego, un po' perplessa dalla sua domanda.

Che vuole fare adesso?

Senza ulteriori spiegazioni, Connor prende la fotografia dalle mie mani e mi fa cenno di precederlo. Non mi faccio pregare, anche se sono confusa e -sì, l'ammetto- un po' spaventata, gli passo davanti e l'accompagno al piano di sopra.

Lo studio di mio marito consiste in una bella, ma piccola, stanza, con le pareti interamente ricoperte di libri ed una scrivania nera e lucida dove un pc argento fa bella mostra di sé.

Appena apro la porta, il mio allievo si fionda, senza quasi darmi il tempo di accendere la luce, sul computer, velocemente l'accende e preme qualche tasto.

Poi si fruga nelle tasche e tira fuori un piccolo aggeggio nero: ad una seconda occhiata capisco che si tratta di una chiavetta USB.

E questa da dove arriva?

《Ha uno scanner?》mi chiede, senza degnarmi di un'occhiata.

《Dovrebbe essere là dietro》gli rispondo, senza sapere se ciò che dico è vero.

Ammetto di non essere brava ad usare certi aggeggi elettronici. Sono una persona all'antica: preferisco libri e biblioteche a internet e Wikipedia.

《Trovato...》mormora il ragazzo. Poi sento un rumore simile a quella di una fotocopiatrice e l'esclamazione di giubilo di Connor.

Nello stesso istante, un fischio assordante mi sfonda i timpani.

Il caffè!

Lascio Connor nello studio e, correndo, torno in cucina. Riesco a spegnere il gas giusto un secondo prima che la calda bevanda straripi dalla moka.

Appena in tempo...

Sollevata dall'aver evitato un disastro epico, verso il caffè nelle tazze che avevo appoggiato sul tavolo, aggiungo molto zucchero in quella di Connor e, carica di caffeina, torno al piano di sopra.

《Ti ho portato del caffè...》gli annuncio prima di posargli la tazza accanto al computer.

《Grazie, prof!》esclama, prendendola in mano.《C'è zucchero, vero?》chiede prima di bere, guardando sospettoso la bevanda scura e fumante.

《Certo!》sbuffo, iniziando a sorseggiare il mio caffè nero e forte.《Tu metti lo zucchero dappertutto!》

Ed è vero: una volta l'ho beccato a versare una bustina di zucchero in una bottiglietta d'acqua minerale.

《Adoro le cose dolci. Che c'è di male?》Mi guarda un po' risentito prima di tornare al suo progetto.

Che poi...

《Che stai facendo?》gli domando, portandomi alle sue spalle.

Wow...

Connor sta analizzando la fotografia come vedo sempre fare nei, pochi, film polizieschi che riesco a vedere.

Ha ingrandito il volto dell'uomo e, con un programma dal nome astruso, sta mettendo a fuoco l'immagine così da capirne meglio i lineamenti. Intanto, in un'altra finestra, un altro programma sta analizzando lo sfondo della fotografia, dalle ombre agli alberi che s'intravedono a sinistra.

《Wow...》Stavolta lo dico a voce alta ed in tono molto ammirato.《Stai facendo quello che credo tu stia facendo?》

Le spalle di Connor vengono scosse da un fremito e mi accorgo che sta trattenendo le risate.

《Certo!》esclama, orgoglioso.《Ho scannerizzato la foto e, grazie ad un paio di programmi di mia invenzione, dovrei riuscire a dirle dove e quando è stata scattata, ma soprattutto chi è quell'uomo. Modestamente, sono un tipo geniale!》

Non riesco a nascondere la mia ammirazione per questo ragazzo così anomalo: da come le sue dita volano sui tasti mi domando perché segua il mio corso di paleontologia.

Meglio che ti concentri su tuo marito, Liv...

Parlerò con Connor un'altra volta.

Tengo gli occhi incollati allo schermo del computer e rifletto sui possibili risvolti di tutta quella faccenda.

Se il tipo della foto è davvero Kevin, e di questo io ne sono praticamente certa anche senza i programmi di Connor, cosa può averlo tenuto lontano da me per tutti questi anni?

Ha perso la memoria?

L'hanno rapito?

Ma soprattutto: chi mi ha mandato la foto e perché?

Troverò le risposte!

Fosse l'ultima cosa che faccio!

Anomalie (disponibile e-book e cartaceo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora