Harry si accorse subito delle pupille lucide, quasi rosse. Louis era rimasto in un insolito, tacito silenzio dopo aver pronunciato quel - 'Questo è da stupido' - ed il più grande ci si sentiva davvero così, stupido. Un completo idiota. Louis continuava a restare davanti a lui seduto, inerme, lo sguardo vuoto e basso, per difendersi un minimo dall'uomo davanti a lui. Ma era troppo tardi, ancora una volta Harry lo aveva ridotto a zero, sminuito in tutto, nascosto. Una sola occhiata, un veloce assottigliare gli occhi come a dire - Quindi? - fu tutto ciò che Louis si sentì di fare in quel momento, non aveva altre parole. Forse le aveva anche ma era sicuro fossero solo una serie infinita di insulti, per Harry ed anche per se stesso perchè continuava a credere in una remota possibilità di avere un di più da Harry; continuava a sperare di cambiare persino l'evidenza.
"Mi dispiace..." - ammise il più grande, afferrandogli il polso mentre con le dita affusolate gli accarezzava le nocche ruvide, spaccate dal freddo - "Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace"
"È tua sorella, lo capisco" - Louis aveva già dimenticato, lo faceva sempre. Harry non credette a quelle parole, nemmeno ad una ma annuì ed intersecò le sue dita con quelle dell'altro e le strinse, mettendo in quel tocco tutto ciò che aveva da dirgli, tutto ciò che poteva dargli in quel momento. Louis si bloccò a quel gesto profondo ed estraneo, quasi scottato dalla consapevolezza che quello fosse la cosa più vicina all'intimità che avessero mai condiviso davvero, lontano dal solito sesso carnale.
In entrambi, allora, si instaurò la netta sensazione, nascosta, di stare in modo migliore solo grazie ad una stretta, all'altro.
E forse in quello o nell'attimo dopo in cui Louis gli sorrise che sì senti di essere giusto, per la prima volta nella sua vita, ancora meglio, sentì Louis giusto per se stesso. Per questo fece stridere la sedia contro il pavimento di marmo bianco e si avvicinò al suo volto per baciargli l'angolo delle labbra che subito tirò sopra per un sorriso. Quel quasi bacio compensò tutto il resto - "Prima o poi" - sussurrò Louis quando vide il viso di Harry allontanarsi un poco. Nella sua voce non c'era rammarico, era differente da quella di qualche minuto prima; c'era stupore, quasi incanto perchè mai si sarebbe aspettato di essere baciato - più o meno - da Harry nel bel mezzo di un centro commerciale mentre le loro mani continuavano ad essere unite e gli occhi, ormai, erano persi gli uni negli altri."Mi dispiace per Gemma, lei è..." - si fermò, cercando le parole adatte per descrivere sua sorella ma Louis lo precedette - "So cosa significa, ho quattro sorelle e sono tutte abbastanza invadenti, ma in senso positivo" - precisò, Harry avrebbe voluto ribattere che in Gemma non c'era un senso positivo, almeno per quanto riguardava la vita sentimentale. Sua sorella maggiore si era sempre preoccupata delle sue storie, di chi frequentava e lo aveva sempre criticato per qualsiasi scelta: Leight non va bene per te, quella non ha sani principi, quell'altra vuole solo i tuoi soldi ed una serie infinita di no che aveva propinato a tutte le persone con cui era stato visto. Tutte bocciate. Una volta Harry, appena adolescente, aveva provato a fargli capire che doveva smetterla perchè non le interessava nessuna, a fargli battere il cuore era un ragazzo che frequentava la sua stessa classe ma tutti quei giri di parole erano stati vani, Gemma era finita per criticare i suoi jeans larghi e le Nike Viola che aveva scelto quella mattina. Si era arreso anche negli anni successivi, quando aveva avuto un piccolo moto di coraggio, tanto da parlarle, ma alla fine finivano sempre a parlare della ragazza e mai di lui; si era arreso quindi, anche con lei.
"Non sapevo avessi tutte queste sorelle" - Louis afferrò il telefono e gli mostrò una foto, Harry ipotizzò essere stata scattata il Natale precedente visto che la felpa indossata nella foto, era la sua: pensava di averla dimenticata da sua madre invece era stata lasciata a casa di Louis, dopo una sessione di sesso pomeridiano. Era stato un caso poi che Louis avesse indossato quella felpa grigia e troppo larga per lui proprio il giorno del suo compleanno - "Queste sono le gemelle - indicò due adolescenti dai capelli chiari e gli occhi colmi di trucco - lei è mia sorella maggiore, Lottie e questo che tiene in braccio è mio nipote Cal, infine c'è Fizzie, lei ha solo un anno meno di me"
"Siete una bella famiglia" - replicò l'uomo, osservando ancora la foto nelle mani dell'altro - "Beh, mia sorella la conosci già" - Louis serrò le labbra e non disse nulla, perchè avevano smesso di essere una famiglia da diverso tempo, era apparenza la loro. Una dolorosa apparenza.
"Passerai con loro le vacanze di Natale?" - il ragazzo sembrò quasi destarsi da tutti i pensieri che al momento gli affollavano la testa e fece un cenno con questa, un sì che di vero aveva poco ma non voleva fargli pietà, non voleva mostrarsi debole ancora di più. A pezzi. Raccontargli di un passato doloroso, di una lotta fallita, di una mancanza atroce ed eterna. Quel pezzo di se stesso lo tenne nascosto agli occhi smeraldini di Harry, gli accarezzò le nocche di quella mano che da minuti continuava a stringere e chiese - "Tu cosa farai?""Trascorrerò qualche giorno da mia madre ad Hampstead insieme alla mia ragazza" - Louis abbassò lo sguardo e ritrasse la mano sul suo bacino, come scottato - "Mi riferisco a Sophia, non ci sono ragazze, per il momento".
"Okay?" - detto al posto di un perchè che gli premeva sulla lingua, la stessa che si stava passando tra le labbra fini per impedire a quella parola di uscire. Louis riuscì a trattenersi, Harry meno - "Una persona c'è ma è un fottuto casino"
"Come mai?"
"Perchè inizialmente volevo solo scopare in un lurido bagno con questa persona. Poi ho desiderato scoparmela sulla mia scrivania e nel suo letto ad una piazza e mezza. Ho desiderato scoparmela su un bancone di un bar e sul mio divano e tutto questo scopare ora non mi basta più ma è un casino pechè tutta la mia famiglia - fece un pausa per riprendere il fiato - non sa che adoro mettere il mio cazzo duro dentro il culo di un altro uomo e scoparlo in un lurido bagno, sulla mia scrivania e nel suo letto ad una piazza e mezza. Mia madre prenderebbe un infarto se sapesse che adoro stringere i suoi capelli mentre me lo lascio succhiare sul bancone di un lurido bar e sul mio divano - Harry sussurrò quelle parole all'orecchio caldo di Louis, il viso rosso ed il membro che iniziava a tirargli sul tessuto dei boxer - Solo che adesso non mi va più bene scopare, voglio altro. Sai da cosa l'ho capito?" - Il biondo scosse energicamente la testa mentre con la mano spostava il suo membro verso la coscia, sperando di mimetizzare l'erezione tra le gambe, la stessa che Harry puntò con lo sguardo lucido - "Abbiamo smesso di scopare ed io non ho cercato qualcun altro come facevo sempre, ho aspettato che lui tornasse da me"
"E cosa l'ha fatto tornare?"
"Non lo so ma sono felice che abbia deciso di farlo" - Harry sorrise e si avvicinò di nuovo a Louis, sussurrando un leggero - Vieni qui - che inizialmente l'altro non comprese, si guardò intorno prima di baciargli il collo, leggermente ispido per la barba non fatta e lì, tra quell'incavo caldo, poggiò le sue labbra ancora e poi il viso, nascondendosi, annusando quell'odore che non aveva mai trovato in altri corpi se non in Louis.
"Quella persona - iniziò il più piccolo, accarezzando il viso di Harry con la mano libera mentre questo liberava strani mormorii di piacere tra l'incavo del collo e la spalla, lasciando piccoli e delicati baci sulla linea definita della mascella - è davvero fortunata. Anche se, forse, è ancora un po' incazzata con te, solo un po'"
"Molto. Possiamo andare in un posto più tranquillo? Mia sorella è ancora nei paraggi" - Luis fece un cenno affermativo con la testa ma prima di muoversi, lasciò scorrere altri minuti perchè di quel calore, di quei baci, non ne voleva fare davvero a meno.
"Dove vuoi andare?" - chiese di nuovo Harry, senza ancora alzarsi dalla sedia o da quel posto perfetto che era il corpo di Louis.
"Dovrei comprare della biancheria natalizia"
L'uomo scattò in piedi, dimenticandosi quasi le buste con i regali per Sophia - "Subito!" - e Louis si unì alla sua risata mentre le loro mani tornavano insieme, il ragazzo però non aveva la minima idea di affrettare il passo, era rimasto ad osservare quelle stringersi, collidere e mischiarsi, trattenersi e non era niente di così eclatante - non era un bacio - però Louis sentì quel calore espandersi nel petto e non ebbe nemmeno difficoltà a capirne la fonte. Harry era accanto a lui, bastava questo. Era più di ciò che avesse mai immaginato, sognato. Era una persona fortunata.
"A piccoli passi" - mormorò Louis prima di incamminarsi verso il negozio di intimo, con un'erezione tra le gambe, Harry al suo fianco, un sorriso e quattro occhi verdi puntati su di lui.
"Sei ancora incazzato con me?"
"Devi recuperare ancora un po' di cose ma stai andando bene".

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28 Days || Larry Stylinson AU
FanfictionHarry e Louis condividono attimi, passioni momentanee, segreti e qualche ora sotto le lenzuola. Nessuno dei due vuole di più: Harry ha una figlia, un lavoro in una prestigiosa agenzia pubblicitaria e la certezza di aver raggiunto l'equilibrio perfe...