Un ragazzo che non era lui.

Lui la stava stringendo forte fra le sue braccia muscolose, non di certo come quelle di Salvatore.
Lei lo stringeva come se fosse la sua salvezza.

Più li guardava più si sentiva morire dentro.

La ragazza che amava era fra le braccia di qualcun'altro.

Senza farsi vedere e con lo sguardo rivolto verso terra rientrò nell'edificio tornando nella sua camera.
Quell'immagine aveva fatto più male di tutte le botte.

Quando rientrò nella sua stanza l'infermiera del reparto lo notò, poco dopo bussò alla sua porta e, senza aspettare una risposta, entrò.

"Ciao Salvatore" gli sorrise, quell'infermiera era estremamente giovane.

Lui rispose con un mugolio.
"Come mai sei senza flebo?" si avvicinò a lui, gli prese delicatamente il braccio fra le mani e, dopo avergli alzato la manica della felpa, iniziò a disinfettarlo per rimettergli l'ago.

"Mi dava fastidio" rispose osservando attentamente i suoi movimenti, per qualche strano motivo si fidava di lei.
"Potevi chiamarmi, te l'avrei sistemato, probabilmente l'hai spostato muovendo il braccio" spiegò, lui non disse nulla, in realtà non avrebbe voluto rimettersela, ma non aveva altra scelta.

Dopo avermi rimesso l'ago con estrema attenzione si soffermò sui tagli, li accarezzò delicatamente facendo sussultare il ragazzo.

"Perché ti facevi del male?" lo guardò negli occhi, ma lui non sapeva la risposta.
"Non me lo ricordo..." e con quest'affermazione tornò la sua insicurezza.
"Ti ricordi se hai mai provato a suicidarti?" gli chiese facendo riferimento al taglio più profondo che aveva, quello fatto da Dario.
"Io non me lo ricordo, ma a quanto pare ci ho provato..."

Annuì comprensiva, sembrava abituata a quelle cose.

"Come stai?" si sedette nella sedia posizionata accanto al letto.
"Bene" mentì e lei se ne accorse, lo guardò incitandolo a dire la verità.
"Male, ho appena visto la mia ragazza con un altro, e voglio tornare a casa, ma ogni volta che lo dico mia mamma mi guarda come se avessi detto la cosa peggiore del mondo e non riesco a capire il perché, non riesco a capire niente" cambiò la risposta, questa volta era stato sincero.

"Io ho parlato con tua madre, ma non ha detto nulla nemmeno a me quindi non ti posso aiutare, Sharon non sa nulla?"
Sentirla nominare faceva ancora più male.

"Si, ma ormai non so più a cosa credere, lei dice che mio padre mi picchiava" rispose.
"E tu non ci credi?" ascoltava attentamente ogni sua parola.
"No, un padre non farebbe mai una cosa del genere" rispose con certezza

La ragazza non disse nulla, non conoscendo la sua situazione non poteva rischiare di dire qualcosa che avrebbe condizionato il suo pensiero.

Si alzò dalla sedia, sempre sorridendogli.

"Io adesso devo andare, altrimenti mi licenziano, ci vediamo Salvatore, se hai bisogno chiamami" si avviò verso la porta, lui la fermò.
"Aspetta, come ti chiami?"

Lei si voltò verso di lui.
"Nina" rispose, si salutarono e se ne andò.

Se prima, grazie alla sua compagnia, era riuscito a non pensare a Sharon adesso era il suo unico pensiero.
Chi era quel ragazzo? Perché era con lui invece che essere con Salvatore?
Nella sua mente passavano tutte le ipotesi peggiori, la più frequente era che si era, evidentemente, stancata di lui.
Si era stancata di avere un ragazzo che non sarebbe mai riuscito a difenderla, di avere un ragazzo che si tagliava.

Probabilmente, come tutte le ragazze, avrebbe voluto un ragazzo forte, con cui uscire e divertirsi senza la paura di essere giudicato, perché solo questo si otteneva stando con Salvatore: pregiudizi.

A chi poteva piacere una relazione in cui la gente continuava a puntarti il dito contro? A nessuno e di sicuro lei non la voleva più

Le sue paure continuavano ad aumentare peggiorando man mano.
Si sentiva tremendamente sbagliato, un'errore, un rifiuto della società.
Avrebbe tanto voluto scomparire.

Mentre era assorto nei suoi pensieri qualcuno bussò alla porta, rispose con un 'avanti' a voce bassa che, fortunatamente, venne sentito.

Non si preoccupo di vedere chi era entrato, era troppo occupato a guardare le coperte bianche del suo letto.

"Ciao Salvatore" era la voce di un uomo, un uomo che conosceva molto bene.
Suo padre.

HEY

Allora, vi piace questo capitolo? :)

Avete capito chi è il ragazzo insieme a Sharon?
Che ne pensate? Fatemelo sapere!

Sono molto confusa, i Mates dicono che il raduno a cui devo andare è il 21, il centro commerciale dice il 22.

IO BOH.

Lasciatemi tanti commentini belli, zao :)

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