Capitolo 2

49 7 0
                                    


Chanyeol amava la compagnia. Non sopportava la solitudine. Fin da quando era piccolo era sempre stato un bambino socievole e pieno di vita. La solitudine era la sua unica paura. Chanyeol sorrideva sempre. Tranne quando era solo. Quando era solo la mente di Chanyeol iniziava a pensare a sua madre. Quando Chanyeol pensava a sua madre, non vedeva la figura gentile e sorridente che si è sempre presa cura di lui. Quando Chanyeol pensava a sua madre, vedeva una donna di spalle, di cui non ricordava più nemmeno il volto. Tutto quello che Chanyeol ricordava di sua madre era il giorno in cui questa aveva lasciato soli lui e suo padre. All'improvviso. Un male fulminante, gli hanno sempre detto. Era troppo piccolo per essere certo della causa della morte di sua madre. Tutto ciò che sapeva era ciò che gli altri gli avevano detto. Chanyeol si era sempre fidato.

Quando Chanyeol incontrò per la prima volta lo sguardo di quel ragazzo moro, di piccola costituzione, dal viso angelico, che gli si presentò in seguito come Baekhyun, tutto ciò che vide nei suoi occhi fu solitudine. Immaginò che quello sguardo fosse la conseguenza di una vita che probabilmente lui stesso non sarebbe mai stato in grado di sopportare. Anche Chanyeol era abbastanza solo, se non si considera un padre perennemente assente come compagnia, ma era pieno di amici, ed aveva degli zii che vivevano non troppo lontano da lui che passavano a trovarlo una volta a settimana, più per fargli compagnia che per prendersi cura di lui, dato che, contrariamente da come ci si aspetta da qualcuno che non tollera la solitudine, Chanyeol sapeva cavarsela bene da solo.


Baekhyun non vedeva l'ora di lasciare quel posto. Non sopportava più la presenza di tutte quelle persone. Non sopportava i loro sguardi, nonostante si posassero raramente su di lui. Respirare era diventato impossibile per lui in quella che a lui sembrava una marea di persone, ma che in realtà non era che una misera classe di venti studenti.

Quando la giornata giunse finalmente a termine, a Baekhyun quasi non parve vero. Non perse un attimo di tempo e si alzò non appena sentì il suono della campanella. Non si aspettava di certo che qualcuno gli avrebbe rivolto la parola proprio mentre stava provando a scappare da quell'inferno.

"Non sei uno di molte parole, eh?" disse all'improvviso Chanyeol, facendo sobbalzare Baekhyun, che si girò lentamente verso l'altro, come se fosse stato colto sul punto di fare qualcosa di sbagliato. Chanyeol lo guardò sorridendo e alzando un sopracciglio, probabilmente aspettandosi una risposta, che non arrivò mai, perché Baekhyun era già a metà strada fra l'uscita e il ragazzo dai capelli rossi. Era scappato. Letteralmente. L'ansia lo stava divorando. Quando si era trovato l'altro davanti, tutto era successo troppo in fretta. Lui stava andando via. Nessuno avrebbe dovuto turbare quell'esatto istante. Baekhyun sa che per questo inconveniente sarebbe rimasto sveglio a rimuginare almeno le due notti successive. Ma dopotutto, sa che non sarebbe andata diversamente anche se nessuno gli avesse rivolto la parola.


Chanyeol rimase fermo per qualche secondo, chiedendosi se quello che aveva appena visto fosse successo veramente. Il ragazzo era...scappato? Lo aveva lasciato lì, ignorandolo completamente? Chanyeol non se lo aspettava. Si aspettava una risposta nervosa e breve e poi la fuga del suo interlocutore. Chanyeol si rese conto di aver capito così poco di quel ragazzo. Si rese conto che forse era molto più che riservato, o timido, come aveva pensato all'inizio. Ma non sarebbe finita lì. Chanyeol era determinato a scoprire di più. Non per un motivo particolare, semplicemente perché era determinato ad abbattere quell'aura di solitudine che circondava l'altro. Era sicuro che non ci fosse una minima possibilità che all'altro piacesse il suo antro di solitudine. Era sicuro che Baekhyun stesse gridando. Gridando silenziosamente di essere aiutato, salvato. Chanyeol non voleva fare l'eroe, ma non sopportava di vedere le persone sprofondare in sé stesse in quel modo. Ma quello che Chanyeol non sapeva era che "tirare fuori" Baekhyun da "quell'antro di solitudine" non sarebbe stato facile, anzi, forse sarebbe stato impossibile.


Quando Baekhyun arrivò a casa, salì in camera sua, gettò la cartella in un angolo e si sedette sul letto, pensando a quanto sarebbe stato difficile andare avanti così per altri tre anni. Poi, quasi ricordandosene all'improvviso, gli tornò in mente la figura di Chanyeol, come aveva sorriso quando gli aveva chiesto il suo nome e come quel sorriso sembrò tentennare per un secondo quando l'altro guardò nei suoi occhi, quasi ci avesse visto qualcosa davanti la quale non sarebbe stato appropriato sorridere. Poi pensò a come era scappato quando Chanyeol lo aveva preso alla sprovvista con quella domanda. Si maledì mentalmente. Sarebbe bastato spiccicare due parole sul momento per non sembrare un malato mentale, o un perfetto cretino. Ma di cosa si stava preoccupando in fondo? Non che gli interessasse qualcosa di cosa pensassero gli altri di lui, dopotutto, non c'era speranza che non si accorgessero del suo essere strano, diverso, malato. Era evidente. Non poteva fingere di essere una persona come le altre né poteva evitare di attirare l'attenzione di qualcuno su di sé. Infondo, ciò che non è usuale, ciò che non è comune, ha sempre incuriosito l'essere umano. Era così che veniva solitamente considerato. Fuori dal comune. Diverso. Strano. Ma la verità è che quelle poche persone incuriosite che, durante il corso della sua vita, avevano provato ad avvicinarsi a lui, erano scappate come tutti gli altri, alla fine. Ecco perché è sempre stato solo. E si è sempre ritenuto fortunato che le cose siano andate così. Non osava immaginare come sarebbe in quel momento la sua vita se ci fosse qualcuno intorno a lui ad infastidirlo. E' grato che non sia rimasto più nessuno.

Dopo aver passato ore a rimuginare sul suo brillante primo giorno all'Università, si rese conto che era l'una di notte. Solo allora si ricordò che quella notte i suoi non sarebbero tornati a casa. Non aveva decisamente né fame, né voglia di cambiarsi, così si sdraiò nel letto, ancora vestito, con ancora le scarpe ai piedi, e chiuse gli occhi, aspettando di sapere quanto ci avrebbero messo gli orribili pensieri che la sua mente gli riservava per la notte a farsi vivi. Mezz'ora dopo una lacrima scese dall'occhio destro di Baekhyun.

Eccoli.


Chanyeol tornò a casa, come al solito, per l'ora di cena, dopo essere rimasto tutto il pomeriggio a studiare in biblioteca, non che amasse studiare, era semplicemente un luogo più affollato di casa sua, dove l'unico ad aspettarlo, almeno a volte, era suo padre, che puzzava perennemente di alcool e viveva fra il pub sotto casa, dove lavorava, e il suo letto, e che, per Chanyeol, era come se non esistesse.

Quando rientrò a casa, la trovò vuota -"Ovviamente"- pensò Chanyeol, mentre attraversava l'ingresso per poi arrivare in cucina, dove, rovistando nella credenza, trovò una confezione di ramen istantaneo che decise sarebbe stata la sua cena. Quella sera Chanyeol mangiò nella sua stanza. Poi si cambiò e si sdraiò a letto, pensando al suo primo giorno da universitario, che, doveva ammettere, non era stato così male. Poi i suoi pensieri si spostarono verso il ragazzo che si era trovato accanto quella mattina in classe. Baekhyun. Come poteva non pensare a quel ragazzo che aveva evitato a tutti i costi di incrociare il suo sguardo? E come poteva evitare di pensare a quegli occhi che gli avevano detto così tanto eppure così poco di quel ragazzo? Come poteva non pensare a come era scappato senza dire nulla lasciandolo lì come un'idiota? Come poteva smettere di pensare a quel ragazzo, si chiese più volte...finché le palpebre non gli divennero pesanti e, ancora con l'immagine di Baekhyun in mente, si addormentò.

MoonlightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora