Mi dispiace per tutto questo ritardo ma ho avuto gravi problemi di famiglia ed aggiornare era l'ultimo dei pensieri. So che doveva finire settimane fa ma preferisco continuare così che lasciarla incompleta. Sono qui e niente, scusate ancora.
Harry accennò un sorriso e strinse forte il manubrio mentre vide Louis scendere le scale trotterellando, con quegli occhi azzurri luminosi, poteva vederli anche dalla lunga distanza che li separava. Era contento seppur nascosto in una grande felpa blu ed Harry, egoisticamente, pensò di essere il motivo di quel sorriso pieno. Non sbagliava, nemmeno un po'.
Era una piovosa giornata di metà dicembre e Louis stava bene mentre a passo veloce raggiungeva la macchina di Harry, afferrava la maniglia ed entrava, salutandolo con un bacio sulla guancia, lì dove nasceva la fossetta destra - "Dove andiamo di bello?" - chiese, portando i piedi sul sedile come faceva sempre. Harry lo guardò truce per una manciata di secondi ma non gli disse nulla, anzi, sorrise e gli passò una mano nei capelli biondi, quasi bianchi. Possibilmente, gli era mancato anche quello.
Per questo non partì subito, rimase fermo ad osservarlo mentre il più piccolo gli sorrideva di fianco, con la mano del più grande ancora tra i capelli. Erano rimasti in silenzio per tutto il tutto, erano riusciti ad isolarsi, a dirsi tanto senza dire nulla: bastavano gli occhi di Louis in quelli verdi, una mano a stringere una coscia, una mano ad accarezzare la nuca. Era il loro insolito modo di comunicare, di esprimersi perché mai si sarebbero detti esplicitamente 'Mi sei mancato' ma entrambi stavano provando a farlo capire all'altro. Quel non parlare direttamente era sempre stato un loro problema ma, allo stesso tempo, la soluzione. Perché Harry e Louis riuscivano a comunicare con uno sguardo, un tocco e ciò bastava a loro per capire, per comprendere che l'altro era lì, di fianco a lui. Bastava.Harry impiegò quattro minuti per staccarsi da Louis e riportare entrambe le mani sul volante - "In realtà pensavo di unire l'utile al dilettevole" - disse, mettendo in moto la macchina ed immettendosi nel traffico londinese di quel tardo giovedì mattina. Louis era silenzioso, insolito, mentre osservava la strada scorrere veloce ed il respiro di Harry pesante, verso di lui - "Va tutto bene?" - fece un cenno affermativo con la testa, mentre la frangia bionda gli ricadeva davanti gli occhi. Era stato contento fino a qualche momento prima, era stato felice fino a quando le dita affusolate di Harry gli stringevano la nuca ma dopo era stato assalito da un'inspiegabile serie di perché, per questo con voce bassa, appena udibile, domandò - "Perché siamo qui, adesso?"
L'uomo lo osservò un attimo, riportando subito l'attenzione sulla strada ed il traffico. Fu un semaforo rosso a dargli il tempo per osservarsi e parlare, tirare fuori qualche parola, un accenno di verità - "Volevo uscire con te".
"Perché non farlo prima? Perché non iniziare due anni fa? O l'anno dopo, o qualche mese prima? Perché adesso"
Harry si ritrovò senza parole e di nuovo gli occhi sulla strada, fortunatamente, perché sapeva che non avrebbe mai potuto sorreggere lo sguardo di Louis, quell'azzurro adesso vuoto. Elaborò un numero considerevole di risposte, di perché, anche un paio di 'Scusa per non averci provato prima' e solo dopo qualche minuto, tempo in cui Louis aveva considerato l'idea di aprire la portiera e rotolare sulla strada, Harry iniziò a spiegare, inaspettatamente - "Potrei raccontarti delle cose ma sarebbero cazzate, la verità è che non lo so perché ho aspettato tutto questo tempo, mi andavano bene le cose così, credo"
"Invece adesso?"
Harry mise la freccia ed accostò sulla banchina sinistra, voleva affrontare quel discorso guardando Louis, non la strada verso il Westfield - "Io non ti assicuro nulla Lou, niente. Ma voglio vivere questa cosa tra noi e vedere come va, sono stanco. Tra essere codardi e stupidi c'è una sottile differenza"
"E quale sarebbe?"
"Ho rinunciato alla mia sessualità e questo è da codardo ma lasciarti andare, rinunciare a noi, sarebbe da stupidi" - e dopo aver pronunciato quelle parole, tolse le quattro frecce e partì di nuovo, Louis non commentò, neanche ci provò a dire qualcosa, si era bloccato a quel noi ripetuto due volte che risuonava forte nella sua testa, di più anche nel cuore. Quindi sorrise poiché quel poco era già tanto per due come loro - "Non sei stupido" - provò, per poi finire ad osservare le labbra carnose dell'altro, serrate in qualcosa simile ad un sorriso.
Louis non si aspettava di finire nella corsia dei giocattoli per bambine, sommerso da bambole e peluche, set di cavalli bianchi con la chioma glitterata e tutù di tulle giallo. Non si aspettava di vedere Harry indeciso su Barbie cavallerizza oppure Barbie principessa delle nevi. Tutta l'esperienza che aveva accumulato negli anni con le sue quattro sorelle minori era stata finalmente utile in qualcosa, per questo consigliò al più grande di prendere la prima, aggiungendo il set con gli animali. Harry, alla fine, era finito per comprare una serie infinita di piccoli accessori, vestiti e persino il camper delle bambole, non appena Louis gli ricordò della lista che entrambi avevano scritto, non accennò però al suo desiderio, alla fine cosa ne poteva sapere l'altro di quella lettera?
Impiegarono più di un'ora, svariati sorrisi da parte di alcune commesse e delle madri lì presenti e quasi duecento sterline, prima di uscire dal grande negozio di giocattoli e cercare un ristorante dove sedersi per mangiare qualcosa. Si trovarono entrambi d'accordo per un piccolo chiosco messicano, al secondo piano del grande centro commerciale in cui si erano rifugiati. Harry inizialmente aveva organizzato un'uscita in Oxford Street, un pranzo rilassante in un piccolo ristorante italiano dove era solito andare con la sua famiglia, del sano shopping natalizio e poi finire ad osservare le decorazioni natalizie con il ragazzo al suo fianco ma tutto era saltato quando la mattina era uscito di casa ed era stato investito da un tremendo temporale, per questo aveva ripiegato sul centro commerciale. La cosa importante, in fin dei conti, era avere Louis al suo fianco. Alla luce del sole, più o meno.Harry ebbe quasi un sussulto quando il ragazzo davanti a lui allungò la mano ed avvicinò alle sue labbra una piccola porzione di fajitas - "Mi devo fidare?" - gli aveva chiesto, prima di aprire la bocca ed inglobare le dita di Louis, assaporando la pietanza e succhiandogli parte dell'indice. Stava per dire che tutto ciò era davvero buono - ed eccitante, fottutamente eccitante - quando vennero richiamati da una voce al più grande più che familiare, fin troppo familiare.
"Harry?" - l'uomo allontanò repentino la mano di Louis dal suo viso, senza vedere la sua reazione e gli occhi bassi, feriti, per rigirarsi immediatamente verso sua sorella ed un'amica che le stava dietro - "Gemma! Che ci fai tu qui?"
La donna lo osservò interdetta per qualche istante prima di sorridergli ed avvicinarsi a lui, stringendogli una spalla a mo' di saluto, a Louis riservò un semplice cenno della testa - "Sto facendo shopping, tra queste buste c'è anche il tuo regalo" - Gemma alzò alcune buste di Selfridges, sorridendo poi al fratello. Conosceva fin troppo bene i suoi gusti - "Tu non sei il DJ del locale di Zayn?"
Louis raddrizzò le spalle e si mise composto non appena capì che la sorella del ragazzo si stava riferendo proprio a lui. La osservò per qualche istante, la somiglianza con il fratello era incredibile, di una bellezza mozzafiato con quegli occhi verdi ed i capelli biondi, lasciati lunghi sulle spalle. Quasi gli sembrò di vedere Sophia già donna, l'aveva intravista qualche volta al locale ma mai si era soffermato su di lei. Solo dopo che Harry richiamò il suo nome, il ragazzo decise di risponderle, facendo solo un cenno affermativo con la testa - "Cosa ci fate qui insieme?" - domandò ancora, sottolineando l'ultima parola, turbata di vedere suo fratello in compagnia di un uomo, in pieno orario lavorativo e soprattutto con le dita nella sua bocca.
Harry si ammutolì all'istante quando vide lo sguardo confuso di sua sorella osservare le loro gambe vicine, il piatto unico che avevano deciso di condividere e le buste del negozio di giocattoli ai piedi del tavolo. L'uomo guardò prima il ragazzo, poi sua sorella ed infine ancora Louis prima di dire - "È un cliente dell'agenzia. Stiamo parlando del suo sito web e della pubblicità che potremmo fare alla sua musica". Gemma sorrise a quella spiegazione, quasi alleviata e senza interromperli ancora, visto la questione lavorativa, salutò entrambi e raggiunse la sua amica nel negozio lì vicino.
Harry invece, non ebbe nemmeno il coraggio di guardare gli occhi leggermente lucidi di Louis."Questo è da stupido" - sussurrò.

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28 Days || Larry Stylinson AU
FanfictionHarry e Louis condividono attimi, passioni momentanee, segreti e qualche ora sotto le lenzuola. Nessuno dei due vuole di più: Harry ha una figlia, un lavoro in una prestigiosa agenzia pubblicitaria e la certezza di aver raggiunto l'equilibrio perfe...