Harry stava mantenendo la promessa di passare più tempo possibile con Sophia, non essere padre solo in un paio di fine settimana al mese ma essere presente, regolare nella sua vita. Erano gli anni più belli, più formativi per una bambina e lui doveva essere al suo fianco. Aveva maturato quel pensiero dopo gli ultimi due giorni insieme, quando la notte - mentre la bambina gli dormiva sul petto - aveva visitato il sito dell'Ikea, scelto mobili, tendaggi e pittura, rigorosamente gialla come il colore che gli aveva detto essere il suo preferito. Stonava con il resto della casa rigorosamente bianca, nera e rossa ma era quello il bello di Sophia, riusciva a far risplendere tutto, persino una stanza.
Aveva passato gli ultimi due giorni segregato in ufficio cercando di smaltire la mole di lavoro solo per poter passare un pomeriggio tranquillo con sua figlia tra shopping natalizio, cioccolate calde troppo dolci per i suoi gusti ed il parco Wonderland. Aveva persino caricato la macchina fotografica per immortalarla tra le luci di Natale ed un sorriso che spesso le era mancato quando era con lui. Aveva deciso di iniziare a creare con lei dei ricordi e delle tradizioni ma per quanto si stesse impegnando ad essere un padre - un buon padre - c'era sempre qualcosa che gli remava contro, come il suo capo e la consegna di un progetto anticipata - "Ben non posso passare in ufficio! Sono con Sophia..." - aveva provato a dire al suo collega ma era stato tutto inutile, avevano dovuto annullare tutto e rientrare, perdendo lo spettacolo delle luci di Natale ed un sorriso assicurato.I problemi però arrivano sempre in coppia ed oltre il suo capo furioso, si era aggiunta anche Leigh che aveva sfruttato quel giorno lontana dalla bambina per delle commissioni fuori Londra e non poteva rientrare prima di sera inoltrata, insieme a lei, Jordan. Sua sorella Gemma sembrava essere completamente sparita, la mamma di Leigh lo disprezzava dopo la rottura con sua figlia e lui non sapeva a chi lasciare Sophia per quel pomeriggio, non poteva certo portarla a lavoro con sé. Zayn fu l'ultimo tentativo, l'ultima spiaggia - "Sono a locale però!" - Harry aveva sospirato sconfitto e disperato ed aveva accompagnato la piccola dall'amico, con la promessa di passare entro le otto e non oltre. L'amico di conseguenza aveva ribattuto che si sarebbe impegnato a non farle bere birra. Ad Harry quella battuta non divertiva molto.
"Zio Zayn! - aveva urlato Sophia, salendo con gli scarponcini rosa sul bancone vuoto ed appena pulito da Niall - Io mi annoio!" - Il ragazzo maledisse nuovamente il suo migliore amico prima di dirigersi verso di lei con un finto sorriso ed i fogli della prossima fornitura che non riusciva a compilare, distratto com'era dalla voce acuta della bambina ed i continui messaggi di Harry che lo intimavano di stare attento. Zayn non era mai stato un tipo da bambini, a malapena parlava con le figlie di sua sorella maggiore, si limitava a chiamarle ogni tanto e farli costosi regali di Natale, forse gli volevano bene solo per questo motivo. Non aveva mai desiderato averne dei suoi, non si era mai immaginato padre o desideroso di tramandare la sua vita ai posteri, Zayn nella sua indipendenza stava bene. Ma voleva bene alla piccola Sophia, per quanto poco si vedessero - "Cosa vuoi fare Sò?"
"Non lo so, sei tu qui il capo!" - ed in quella risposta Zayn poté notare tutta la somiglianza con Harry: la sicurezza nella voce, le spalle dritte, lo sguardo scrutatore.
"Vuoi disegnare?"
La bambina alzò una serie di fogli scarabocchiati con degli evidenziatori, gli unici colori presenti nel locale - "Già fatto, quando torna papà?"
"Spero presto" - era il giorno di chiusura del locale, Zayn aveva pensato di portarsi avanti con alcuni lavori al locale: l'inventario, provare il nuovo fornitore di vodka, pulire insieme a Niall il magazzino e sistemare finalmente il nuovo impianto audio che Louis aveva preteso per mesi, il vecchio ormai era solo da buttare. Invece si trovava bloccato a fare da baby sitter alla figlia di quel maledetto di Harry e consolare il cuore infranto di Niall che, dietro il magazzino, continuava a piagnucolare per un italiano conosciuto poche settimana prima.
Un asilo, insomma.

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28 Days || Larry Stylinson AU
FanfictionHarry e Louis condividono attimi, passioni momentanee, segreti e qualche ora sotto le lenzuola. Nessuno dei due vuole di più: Harry ha una figlia, un lavoro in una prestigiosa agenzia pubblicitaria e la certezza di aver raggiunto l'equilibrio perfe...