Capitolo 1.

55 4 2
                                    

"Questo schifo di mondo non mi appartiene e vuoi sapere la verità?
Io non voglio farne parte, ecco perchè sono qui. Ecco perchè sono seduto sul bordo di questo fottuto grattacielo alle tre di notte; per porre fine a tutto, per sparire e trovare finalmente la pace che credo di meritare dopo anni di silenziosa agonia. Anzi no, no, no.. definirlo uno schifo è un'eufemismo, questo ammasso di merda merita di peggio.
E se non fosse stato per te, se tu non ti fossi intromesso avrei già assaporato la felicità per la prima volta da quando ne ho memoria.
Guardali Josh, osservarli dall'alto..
T-tutti questi mostri travestiti da persone in carne e ossa non fanno altro che fingere e.. e mentire perchè non c'è altra cosa che gli riesce meglio fare.. fuori angeli, dentro squali. Li odio, odio la loro capacità di farti sentire un totale disastro in tutto semplicemente guardandoti da cima a fondo con quei occhi vuoti.
E adesso osserva i miei polsi, le mie braccia e perchè no, anche le mie gambe.
Li vedi questi numerosi tagli?
Sono l'effetto collaterale che loro hanno su'di me. Ti starai chiedendo cosa mi hanno fatto per farmi arrivare ad autodistruggermi o peggio ancora, starai pensando che sono uno psicopatico egocentrico, che ho bisogno di farmaci e forse è vero, ma sono diventato così a causa loro. Il dolore ti fa'cambiare. Voglio andare via di qui, sono stanco di sopravvivere. Lasciamelo fare.. ti prego."

Queste sono state le parole di Andy, il ragazzo che incontrai sul tetto di un grattacielo il trentuno dicembre di due anni fa'. Non ero lì per caso.
Io e i miei amici stavamo giocando ad obbligo o verità in piazza e uno di loro come penitenza per non aver risposto ad una domanda imbarazzante mi disse di salire a piedi ventisei piani. Assurdo, da stronzi ma vero purtroppo.
Quella fu'la prima e ultima volta che vidi quel ragazzo dai meravigliosi occhi azzurri, gonfi e arrossati a causa del pianto.
Ero stato io a fermarlo afferrandolo per il giubbotto in pelle nero, era sul punto di buttarsi, mormorava qualcosa tra se'ma lo salvai.
Ricordo ogni secondo di quell'incontro voluto dal destino.

Quando smise di piangere, dopo essersi sfogato, iniziammo a parlare un po'di tutto.
Mi disse che aveva sedici anni proprio come me, che amava i Twenty-one pilots e il fatto che mi chiamassi Joshua, come il cantante della nostra band preferita lo entusiasmava molto.
Gli parlai della mia passione per la fotografia, lui quella della scrittura e.. più il tempo trascorreva, più sentivo di volerlo con me per sempre.
Ma mentre mi stava raccontando della morte del padre, avvenuta circa un anno prima, il cellulare che si trovava nella tasca dei miei pantaloni, squillò e siccome era Ronnie, quel mio amico che avrei ringraziato più tardi per avermi mandato sul tetto, dovetti rispondere altrimenti si sarebbe preoccupato.
Chiesi così a Andy di attendere un momento, mi alzai e mi allontanai di qualche passo. Pochi istanti più tardi, terminata la chiamata, mi voltai ma lui era sparito nel nulla.

Da allora il mio sguardo continuava a cercare il suo tra la folla, lo cercavo tra quelli che lui chiamava mostri e lo faccio tutt'ora, anche se è da stupidi.

Spesso ritorno lì, su'quel grattacielo dall'incantevole panorama con la speranza di incontrarlo di nuovo.

| Twenty-six plans |Место, где живут истории. Откройте их для себя