Capitolo 12

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Era stato un evitarsi a vicenda: Harry che non rispondeva ai messaggi di Louis, Louis che non ricambiava le occhiate al locale di Harry. Sentivano di averne bisogno entrambi, di staccare la spina da quel rapporto, da quella carne. Per decidere ma soprattutto capire. Allora erano diventati trasparenti uno all'altro, insignificanti uno all'altro. Finiva tutto su Zayn, la frustrazione di Louis e le mezze parole di Harry, i 'Dimmi solo se sta bene' del secondo ed i 'Non so cosa fare' del primo. Così, era passata una settimana. Non si erano visti, parlati, toccati; non si erano dati nemmeno un'opportunità. Si erano guardati da lontano, voluti e frenati.

Ma ora non ce la facevano più. Louis non ce la faceva più. Aveva seguito il consiglio - "Lascialo sbollentare da solo" - di Zayn ma aveva aspettato fin troppo, sentiva il bisogno di fare qualcosa, concretamente. Sentimentalmente. Aveva studiato varie opzioni: presentarsi a casa sua, intercettarlo in ufficio, farsi trovare nudo da qualche parte, chiamarlo fino allo sfinimento ma niente sembrava giusto. Silenzioso.
La perfetta idea gli venne durante l'ascolto della nuova playlist che stava creando per il periodo natalizio, ricordandosi che una canzone felice dalle parole tristi poteva essere perfetta in quel momento. Alla fine, tra tutte le idee, aveva deciso semplicemente di andargli a parlare, affrontarlo ed esprimersi, ammettere i suoi sentimenti, perchè se non poteva avere il suo cuore, non voleva neanche più il suo corpo. Era deciso.

Il locale di Zayn non aveva grandi pretese: era un miscuglio incoerente tra un pub irlandese ed un lounge bar, colori raffinati e tavoli rustici, il tipico bancone in legno massello ed i cocktail eleganti, una piccola pista da ballo ed una parete piena di sottobicchieri di birre importate; eppure quello strano intreccio funzionava, era il ritrovo perfetto per tutte le diverse generazioni e Zayn era fiero - fierissimo - di ciò che era riuscito a creare dal niente. Louis in tutto questo, era riuscito a trovare un posto persino alla sua musica, alla sua dimensione. Era riuscito a creare una combinazione perfetta, nuove e vecchie generazioni di suono. Alternava brani moderni, a qualcosa di più ricercato, di più orecchiabile, rilassante, quel pezzo che faceva cantare tutti a squarcia gola fino a liberarsi, a ballare a piedi scalzi. In quelle canzoni aveva messo tutto se stesso e quell'aggiunta, quella nuova canzone - Lemon Tree - ci stava maledettamente bene, gli ricordava Harry, la loro prima vera conversazione. Perchè come diceva la canzone - 'I'm waiting for you' - Louis lo stava aspettando davvero.

Quando vide entrare Harry sorrise istintivamente, era bello, bello da far male con la camicia nera infilata all'interno di un pantalone gessato, largo sul fondo; i capelli erano mantenuti indietro da un paio di occhiali da vista che Louis non gli aveva mai visto indossare sul ponte del naso, erano sempre lì, tra quell'ammasso di capelli corti e confusi. Tornò a pensare che era bello, bellissimo nella sua particolarità, in quel verde brillante dei suoi occhi. Lo guardò salutare Niall con una pacca sulla spalla, uguale con Zayn. Lo osservò sorridere a tutte le cameriere ed ai soliti clienti e fermarsi lontano dal solito sgabello, si accomodò in un piccolo tavolo riservato, vicino al magazzino, al loro magazzino. Louis quasi pensò di raggiungerlo e sperò, in cuor suo, di ricevere anche solo un cenno con la testa che indicasse quella porta, un invito a stare insieme anche solo per poco tempo, anche solo per del sesso. Pregò che i loro occhi si incontrassero presto, come i loro corpi.
Prima di salire in postazione ed accendere la musica gli rivolse un'ultima occhiata, spezzata dalle spalle di Zayn.

"Perchè non sei al tuo solito posto?"

"Aspetto qualcuno" - rispose incurante, senza aggiungere nulla di più. Zayn lo guardò accigliato, incrociando le mani al petto in attesa di una risposta più esaustiva che non arrivò, al contrario del suo ospite.

"Xander!" - gridò l'uomo cercando di sovrastare la musica e ricevere l'attenzione di quel qualcuno appena arrivato nel locale. Louis notò l'uomo alla porta, squadrandolo dalla testa ai piedi. Provò un senso di nausea quando lo vide sorridere nella direzione di Harry e raggiungerlo. Ancora peggio, provò un senso di tristezza quando li vide abbracciarsi e scambiarsi un lungo bacio davanti a tutti. Lo stesso che lui agognava da così tanto tempo, mai ricevuto.
Si strinse nelle spalle, serrò le labbra e tornò ad inserire la sua musica, cercando un modo per restare integro fino a fine serata. Insieme al cuore, per quella sera, chiuse anche gli occhi.
Ingiusto.

"Sei in ritardo!" - fece scherzando Harry, spogliandolo dalla sciarpa e dal soprabito per poi abbracciarlo di nuovo, stringersi a quel corpo longilineo, simile al suo e così diverso da quello di Louis. Lo stesso di cui sentiva lo sguardo addosso ad ogni movimento, ad ogni carezza calcolata che lasciava sulle guance ruvide e scavate di Xander ed ogni bacio.

"Mi dispiace, babe, non conosco bene la zona e mi sono perso" - si scusò l'uomo, sedendosi al suo fianco, ricambiando l'ennesimo bacio, per poi chiedere - "Ma il tuo amico ha qualche problema con me?"

"Chi, Zayn?"

"Sì, quando mi ha visto è andato via!"

"Tranquillo, è solo preso dal lavoro. Zayn, Zay! Vieni qui" - urlò di nuovo, attirando l'attenzione dell'amico solo al terzo richiamo ed alla seconda occhiata triste di Louis - "Harry sono impegnato! Cosa c'è?"

"Volevo presentarti Xander" - i due uomini si scambiarono un cenno con la testa, senza neanche stringersi la mano - "Posso parlarti un secondo Harry, da solo..."

Xander fece un cenno affermativo e con la scusa di andare in bagno lasciò i due amici da soli - "Mi spieghi cosa sta succedendo? Quando l'hai conosciuto?" - cominciò, riempiendolo di domande, cercando una dannata spiegazione a tutto quel teatrino. Conosceva il suo migliore amico e conosceva persino quella dannata ed assurda teoria di non voler baciare nessuno se non qualcuno di davvero importante - per mesi aveva sperato che quel qualcuno fosse proprio Louis - e non si riusciva a spiegare tutto quello o almeno, sperava che tutto non fosse stato fatto per ferire volontariamente Louis, non lo meritava - "Dimmi perchè" - ribadì a denti stretti.

"Deve capire che non posso dargli nulla..."

"Louis?"

Harry annuì con la testa, osservando il ragazzo appena nominato dare attenzione solo alla sua consolle, a quella musica lenta e triste che adesso riecheggiava nel locale - "Non posso dargli nulla, cosa capirà"

Zayn socchiuse gli occhi per un momento cercando di mantenere la calma. Avrebbe volentieri preso a schiaffi l'altro - "E secondo te, vedendoti baciare un altro non penserà che era lui a non essere all'altezza? Non penserà di essere stato solo un oggetto sessuale per te?"

Harry provò ad interrompere quello sproloquio di domande, facendo valere le sue ragioni ma Zayn alzò di nuovo la voce - "Sei un coglione, Harry. Fattelo dire da uno che se ne intende" - fece, prima di tornare dietro il suo bancone, spintonare Xander con una spalla e mimare uno 'scusa' a Louis che abbassò di nuovo la testa e lasciò stare. Lasciò stare tutto.

28 Days || Larry Stylinson AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora