Capitolo 8

9.7K 513 80
                                    

Louis venne svegliato dalla suoneria del telefono e con gli occhi ancora chiusi rispose alla chiamata, senza controllare neanche chi fosse - "Pronto?" - biascicò, allungando la vocale finale insieme ad uno sbadiglio.

"Hai davvero la febbre?" - chiese Zayn dall'altra parte, sincerandosi di ciò che il suo amico gli aveva scritto nel bel mezzo della notte. Si fidava di Harry e di Louis, meno di loro due insieme, per questo aveva deciso di chiamare e sentire personalmente delle condizioni del ragazzo - "Mi ha scritto Harry..."

"Harry... - sussurrò, aprendo gli occhi lucidi dalla febbre e cercando il corpo dell'altro, assente in quel letto - "Scusa Zaynie, ho la febbre. Posso restare a casa anche stasera?"

"È lunedì, è comunque il tuo giorno libero. Tienimi aggiornato per domani, così mi organizzo al locale e chiamo Josh, l'amico di Niall" - Louis fece un cenno con la testa ma ricordandosi di non poter essere visto lo ringraziò, promettendogli di tenerlo aggiornato. Dopo aver chiuso la telefonata, buttò il telefono tra le coperte e con poche forze, si alzò dal letto con la speranza di trovare Harry nel suo appartamento. Si avvolse nella coperta verde lasciata ai piedi del letto e sorrise al solo ricordo di Harry che, in continuazione, gliela sistemava addosso, baciandogli la fronte per sincerarsi della sua temperatura. Inutili erano state le sue proteste, i suoi "Harry dormi, non c'è bisogni che rimani sveglio a controllarmi" e le carezze che gli aveva lasciato sul viso con la speranza di farlo addormentare, come i bambini. Alla fine della notte, Louis si era addormentato con il viso nascosto nel petto di Harry, con le sue mani affusolate tra i capelli e le spalle, tanto stretti da confondersi i battiti del cuore.

"Harry?" - chiamò con un filo di voce ma senza ricevere risposta. Andò in bagno poi nel piccolo ed accogliente salotto ed infine in cucina, di Harry non c'era nemmeno l'ombra eppure il suo cappotto era lì, abbandonato su una delle sedie accostate alla piccola isola usata come tavolo. Rimase deluso dal non sentire la sua voce, dal non vederlo lì sorridere per prendersi cura di lui, ancora. Sentì un fastidio montargli dentro, qualcosa simile alla rabbia, rabbia verso se stesso per avergli creduto, per aver dato peso a quelle carezze ed a tutti quei gesti, quelle cure. Ma Harry non lo aveva mai curato, anzi, gli aveva impresso solo più ferite perchè adesso era lui a dover fare i conti con tutte quelle illusioni.

Continuava a pensare in piedi nel mezzo del salotto quando sentì la porta dell'appartamento aprirsi ed il sorriso di Harry fare capolinea. Si diede dell'idiota quando incrociò quel verde così brillante, tanto da portare un po' - un bel po'- di luce anche nel suo azzurro.

"Sono uscito a comprarti un termometro per la febbre e qualcosa con cui fare colazione" - disse, alzando i sacchetti bianchi che teneva in mano e sistemandoli sul marmo scuro dell'isola. Più che qualcosa con cui fare colazione aveva comprato tè, cornetti, frutta, latte, caffè liofilizzato, carne, confezioni di brodo già pronto, uova e persino una piccola sacher al cioccolato bianco - "Ho esagerato" - e Louis si ritrovò a ridere insieme a lui, accennando un sì con la testa.

"Non sei a lavoro?"

"Ho preso un giorno di permesso, non mi andava di lasciarti qui solo in queste condizioni" - ammise; era arrossito nel pronunciare quelle parole e per nasconderlo, aveva nascosto il viso nel frigo con la scusa di mettere in fresco ciò che aveva appena comprato ed i medicinali. Louis, semplicemente, rimase stupito da quell'affermazione e con il cuore caldo che aveva mandato via quella rabbia precedente. In quel momento, per la prima volta in due anni, si sentì importante, importante per Harry.

"Misura la febbre!"

"Non ci pensare nemmeno, odio quei cosi!" - ribatté, indietreggiando di qualche passo.

"Misura la febbre o giuro che ti infilo questo coso in bocca!"

"Non ci puoi infilare altro?"

Harry alzò un angolo della bocca, sorridendo - "Dopo" - disse con voce bassa e maliziosa, prima di afferrare per le spalle il ragazzo, costringendolo a misurare la temperatura. Dopo qualche minuto, un bip riecheggiò per tutto l'appartamento silenzioso, interrompendo gli occhi ancorati uno in quelli dell'altro - "È bassa, sto bene!"

Harry afferrò per una manica della felpa grigia l'altro, portandosi sotto gli occhi il termometro per avere la conferma di ciò che Louis avesse appena detto - "Non è molto bassa..."

"Sto bene Har, puoi solo scoparmi adesso? Non ti prenderai la febbre, nemmeno mi baci..." - le ultime parole furono quasi sussurrate con un tono diverso da tutte le altre, non c'era malizia o lussuria, solo un'accennata tristezza. Harry sembrò quasi notare quello sguardo basso ma non gli diede retta, seguì solo il suo istinto, il suo basso istinto.

Smisero di parlare, di guardarsi in quel modo osceno, pieno di voglie, quando Harry iniziò a baciargli rudemente la pelle della mandibola e del collo, succhiando una piccola parte sotto l'orecchio, sussurrando poi un - "Lasciati scopare allora" - e per Louis quel mormorio nell'orecchio era stato abbastanza per perdere ogni freno inibitore. Scansò Harry dal suo corpo solo per togliersi la felpa, rimane a petto nudo e non importava se aveva freddo ed i brividi erano superiori all'eccitazione, lui voleva quello, sentire Harry, appartenere a lui.

"Succhialo" - impose mentre sfilava dall'alto la camicia scura rubata dall'armadio del ragazzo, quella mattina. Louis fece come ordinatogli e si inginocchiò portando la mano al cavallo dei pantaloni, facendo fatica ad aprire la fibbia della cintura di Burberry. Ancorò gli occhi a quello dell'altro, prima di liberare l'erezione dai boxer stretti, sfarfallò con le lunghe ciglia prima di aprire la bocca ed inglobare completamente l'erezione del più grande, senza preavviso, iniziando subito a muoversi con movimenti decisi mentre la lingua si allappava intorno al suo glande rosso ed umido. Un basso gemito esplose nella gola di Harry - "Sei nato per fare questo, tesoro" - disse, stringendolo con una mano tra i capelli chiari mentre con l'altra cercava di toccargli il labbro inferiore, pieno di se stesso e bagnato. Louis si allontanò dal membro con un filo di saliva e sperma ed Harry giurò a se stesso di non aver mai visto niente di più erotico e perfetto di quello.

28 Days || Larry Stylinson AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora