Capitolo 5

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Louis uscì dalla metro, lasciandosi alle spalle la stazione di Finsbury Park e si diresse a passo veloce verso il piccolo Tesco alla sua destra, salutò con un sorriso Gabriela, la vecchia e bisbetica cassiera e si diresse verso il reparto panetteria. Liam era lì, accompagnava fischiettando il motivetto che proveniva dalla radio ed ondeggiava i fianchi a ritmo, il Natale lo aveva sempre reso felice.

Quando era corso via da casa di Harry, aveva pensato immediatamente a lui, alle braccia in cui voleva sprofondare dentro per essere accolto e consolato, per sentirsi bene, una volta tanto. Voluto, avrebbe voluto aggiungere. Conosceva Liam da una vita, erano arrivati a Londra insieme ed in lui, Louis, aveva trovato il suo riparo nelle giornate grigie, nelle sue giornate grigie.

Bastò un'occhiata veloce ai suoi capelli scompigliati, al suo sguardo ferito per capire - "Lou...- mormorò - Cosa ti ha fatto questa volta?"

Louis alzò le spalle e serrò le labbra in una linea fine, senza dire nulla, senza sputare fuori tutto ciò che gli faceva male nel petto, in tutto il corpo. Fece solo due passi e cinse l'ampia vita dell'amico con le braccia, stringendosi a lui. Liam non replicò, lo conosceva bene e sapeva che non avrebbe mai ammesso il motivo del suo stare male ma lo sapeva, entrambi lo sapevano, solo che pronunciare quel nome, ora, faceva rabbia ad entrambi.

"Ho conosciuto sua figlia - provò a spiegare, ancorando i suoi occhi a quelli grandi e scuri dell'altro - è uguale a lui"

"Non sapevi avesse una figlia?"

Louis scosse la testa - "Zayn mi aveva parlato di responsabilità molto grandi ma non pensavo certo questo! Credevo si riferisse al suo lavoro di capo grafico o insomma, quello che è"

Liam gli accarezzò la nuca portandoselo ancora più vicino, stringendolo. Avrebbe voluto prendersi tutto il dolore al cuore che sentiva l'amico pur di vederlo stare bene, stare lontano da quell'Harry Styles che mai, mai, gli era piaciuto. Nell'ultimo anno aveva visto il suo migliore amico distruggersi per quell'uomo, annullarsi, perdere la sua dignità, la gioia dei suoi venticinque anni. Peggiorare ogni mattina, quando afferrava le chiavi di scorta del suo appartamento da sotto il tappetino e silenziosamente si sedeva al suo fianco, cercando un qualsiasi tipo di consolazione emotiva.

"Non capisco perchè ti fai usare ancora da lui! Ti tratta come una puttana, Lou"

"È...Lui è quello che è, mentre io..."

"La prossima volta fatti pagare" - ammise cinico interrompendolo, lasciando il corpo dell'amico per fissarlo negli occhi azzurri ma spenti, morti - "Almeno questo avrebbe un senso"

"Sei ingiusto! Lui..."

"Lui ti usa, ti scopa e ti rimanda a casa!" - urlò, facendo rigirare verso di loro Gabriella ed un vecchio che, inutilmente, cercava di comprare dei cornetti alla cannella.

Louis scosse la testa e debolmente, battè i pugni sull'ampio petto di Liam, facendolo indietreggiare di qualche passo - "Vaffanculo Lì! Vaffanculo!"

"Lo dico per te! Fallo per te, Lou!"


***

Harry S. (21:07):
Zayn mi ha detto che ti sei preso un giorno libero.

Harry S. (21:07):
Posso passare? Magari ci divertiamo

Louis Tomlinsex (21:10):
No.

Louis sfilò la felpa blu, scoprendo il petto nudo davanti lo specchio della sua piccola e disordinata camera da letto. Si fissò per interi minuti, guardò il suo corpo asciutto, le sue gambe magre, i piedi piccoli perennemente freddi. Si osservò i capelli, passandoci una mano dentro, quasi a tirargli, magari quelli li avrebbe cambiati domani, o il giorno dopo, per adesso aveva iniziato dall'arricchire il petto. Ghirigori neri e lettere, una frase, un'arresa: It is what it is.

Sfiorò con due dita quelle parole tatuate poche ore prima, una scelta d'istinto, di petto e cuore. Era corso in Camden Town, con quelle parole scritte su una nota del vecchio iPhone, a ripeterle cento volte per non dimenticarle, per non confondersi. In pochi minuti aveva scelto tutto, il posto vicino al cuore, la scrittura corsiva, confusa ed un perchè che gli riempiva la testa, gli ricordava di tutta quella situazione.

Cercò di lasciare Harry fuori eppure lui era in ogni lettera.

28 Days || Larry Stylinson AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora