Capitolo 4

9.7K 558 145
                                    

Louis socchiuse gli occhi, disturbato dal rumore incessante del citofono. Ci mise qualche secondo a capire che quella non era casa sua e le mani che gli stavano stringendo la vita, erano quelle di Harry. Sorrise un attimo nel realizzare che avevano passato tutta la notte, o almeno, gran parte di essa, a dormire accoccolati sul divano tra le braccia dell'altro ed una coperta viola troppo piccola per coprire entrambi.

Aveva paura di fare qualsiasi movimento, anche respirare troppo forte perchè voleva godersi quell'abbraccio ancora per un attimo, un lungo attimo. Sapeva che, risvegliandosi, Harry avrebbe rovinato tutto, tutto ciò che lui sentiva di giusto in quel momento. Osservò i suoi capelli coprirgli parte della fronte, gli occhi chiusi, l'espressione rilassata. Si soffermò persino su quel filo di barba che contornava le sue labbra carnose e rosee, desiderava assaporarle, farle sue. Mai aveva avuto il desiderio così impellente di baciarle. Si mosse piano in direzione di queste ma il citofono tornò a suonare, svegliando di soprassalto il più grande.

"Che ore -ono?" - domandò con la voce ancora impastata dal sonno, passando una mano sopra al viso per cercare di nascondere gli occhi verdi dalla luce del sole che trapelava dalle imposte lasciate aperte.

"Le undici, quasi"

Harry si alzò immediatamente dal divano, facendo cadere sulla moquette la coperta e Louis stesso -"Cazzo, sono in ritardo!"

"Per cosa?" - ma la domanda del ragazzo fu vana e senza risposta - "Alzati e sistemati" - gli ordinò, andando verso il citofono e successivamente alla porta, aprendola ed aspettando a braccia incrociate l'arrivo di qualcuno. Qualcuno di davvero molto importante per far brillare gli occhi di Harry in quel modo, constatò il più piccolo, seduto nuovamente sul divano. Poteva vederlo anche da lì quel sorriso che aveva incorniciato il suo volto e fece male, come un pugno allo stomaco, perchè in sua presenza non aveva mai sorriso tanto.
Si sentì geloso, di chi non lo sapeva nemmeno lui, ma era evidente sul suo volto, quel fastidio che provava al solo vedere quell'espressione non essere rivolta a lui. Stava per alzarsi, infilarsi le vecchie Vans nere e consumate quando la voce di una bambina inondò le sue orecchie.

"Ranocchietta, vieni qui!" - rispose l'uomo, correndo verso di lei, afferrandola dolcemente ai fianchi per portarsela in braccio - "Non mi dai un bacio?"

La bambina allungò le mani verso il viso dell'uomo e gli diede un bacio su ognuna delle guance, ricevendone in cambio uno sul nasino - "Haz..." - ad interrompere il loro momento e la dolcissima vista di Louis, fu una donna che, appena entrata in casa, lo squadrò - "Non voglio che la bambina veda queste cose, lo sai nel..." - disse, senza neanche salutare o presentarsi.

Ma Harry la interruppe - "Oh, è solo Louis. Non è nulla di quello che credi" - ribattè subito, giustificandosi. Era solo Louis, niente di più. Il ragazzo serrò le labbra a quelle parole, mantenendo un'espressione almeno dignitosa sul suo viso, qualcosa che non facesse trapelare quel velo di delusione che sentiva nascere dentro di sé. Non voleva mostrarsi debole, non davanti ad una donna che sembrava aspettare solo il momento della sua caduta, che a quel solo Louis, aveva persino ghignato soddisfatta.

"Ciao Lewis, io sono Leigh" - si avvicinò a lui, porgendogli una mano laccata di rosso.

"Louis e questa bimba chi è?" - domandò invece con voce acuta, quasi infantile, osservando la piccola stringersi al petto nudo dell'altro mentre lo studiava.

"Non ti mangia. Rispondi" - dissero i due in contemporanea, rivolgendosi alla bambina che, solo dopo averlo guardato ancora per un poco, rispose con un flebile - "Sophia Anne Styles" - presentandosi con il suo nome intero, come gli aveva insegnato il suo papà.

"È tua nipote?"

"Mia figlia" - rispose deciso, marcando quelle parole, quel mia, sorridendole ed accarezzando i capelli biondi e fini.

"Dovevo capirlo dal colore degli occhi"

"Certo che io non ho fatto proprio nulla eh! È anche mia figlia!" - ribatté con tono divertito Leigh, alludendo alla somiglianza tra padre e figlia; osservandola bene, infatti, Louis potè notare che quella era una piccola e perfetta copia del più grande: stessi occhi, labbra carnose, persino il naso era simile. L'unica cosa diversa, era il colore chiaro dei capelli, presi dalla madre. Non sapeva certo che Harry, da bambino, era biondo come lei.

"Io vado, fai la brava oggi. Capito signorina?" - Sophia annuì e le diede un veloce bacio sulle labbra, prima di salutarla con la mano e prometterle che non avrebbe combinato nessun guai e non avrebbe colorato nessun muro, in cambio di un gelato. Harry salutò l'ex compagna con un cenno del capo e rivolgendosi finalmente a Louis disse - "Vai anche tu?" - Louis non disse nulla, raccattò la sua giacca e si diresse verso la porta, sbattendola dietro le spalle.

"Papà ma l'ho fatto arrabbiare io?"

"No, non tu".

28 Days || Larry Stylinson AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora