Riley

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Fu solo al momento dell'invasione che tutti compresero a che cosa era servito quel labirintico luogo di pietra in cui avevano anche imprigionato Amanita.

- Hanno collegato i pozzi- fece Donovan, abbattendo un paio di dracene con le sue frecce d'oro, che s'infilarono negli interstizi delle loro armature, facendole esplodere- quello negli Inferi e quello qui, sull'Olimpo-

Adam, al suo fianco, respinse un lestrigone con lo scudo.

- Non ti seguo- ammise.

- Significa che i mostri emergono direttamente dal Tartaro e arrivano qui- semplificò Donovan.

Riley osservò gli amici combattere. Era rimasta al fianco di Chirone assieme a suo padre, a sua madre e ad un altro gruppetto di semidei, come le era stato richiesto. Voltò appena la testa e vide i propri genitori irrigidirsi e Chirone scurirsi in volto.

- E' come la battaglia del Labirinto- fece Percy, stringendo l'elsa di Vortice.

- Sono troppi, molti più di quelli che pensavamo- osservò Annabeth- siamo stati davvero degli sciocchi, dovevamo badare alla struttura a forma di labirinto! Hanno una presa diretta con gli Inferi, questo è un problema, dato che tutto è destabilizzato-

Riley fece scorrere gli occhi verde mare sulla battaglia. Vi erano dei mostri giganteschi che non aveva mai visto o sentito e stavano impegnando gli dei in persona. Alcuni Titani erano riemersi e stavano combattendo coi loro consanguinei divini con una certa furia. Solo mentre fissava il caos, Riley si rese conto che mancava qualcuno all'appello.

- Dove sono Nico e Suri?- sbottò.

Sua madre aggrottò la fronte e si guardò attorno.

- Io non li vedo, ma sono saliti con noi, almeno credo- rispose- saranno da qualche parte. Ci serve anche il loro aiuto-

Annuendo, Riley sentì uno strillo. Si voltò di scatto, notando un lestrigone atterrare e disarmare Iris Marygold. Avrebbe voluto correre ad aiutarla, ma Chirone la fermò con un gesto del braccio.

- No, resta qui, non devi mostrare al nemico che hai tu l'arma vincente, non ancora- le disse.

- Ma...- tentò di protestare Riley.

- Sanno come cavarsela, bambina. Sono eroi-

Tornando a guardare Iris, Riley la vide rotolare via da sotto il lestrigone con un colpo di reni. Una specie di masso piovuto dal nulla schiacciò la creatura, sfracellandola. Alabaster Torrington recuperò la fidanzata e corse a dare una mano ad altri in difficoltà. Sospirò di sollievo e guardò in un'altra direzione; fu allora che notò una seconda assenza, decisamente più preoccupante della prima.

- Dov'è Kyle Madison?- si domandò, trasalendo.

Era lui a capo delle armate di Caos, l'unico semidio nel quale era stato infuso quel potere malvagio e oscuro. Una strana sensazione prese possesso della ragazza, un'urgenza di trovarlo. Era certa che la sua assenza non fosse un caso. Poi, nella sua testa rimbombò un bizzarro quanto straziante verso, un chiaro SOS. La spada vibrò nella sua mano come il controller di un videogioco, le sue perle brillarono più intensamente.

- Tutto questo è una vera replica delle battaglie precedenti-

La voce di Jason la risvegliò. Cos'aveva appena detto? Una replica delle precedenti, ovvero quelle contro i Titani e contro Gea. Uno scintillio le passò davanti al naso e vide la figura aggraziata ed elegante di Egle sfrecciare, impegnando in combattimento Luke e Amanita.

- Oh, miei dei- trasalì di colpo.

Non aspettò nessun ordine da parte di Chirone e schizzò via, verso una direzione non specificata. I primi a notarla furono Adam e Donovan.

- Che fa?- esclamò Adam, alzando un sopracciglio.

- Non lo so, ma non possiamo lasciarla andare da sola!- rispose Donovan.

Entrambi scattarono al suo inseguimento. Billy, intento a vedersela con Campe in persona assieme a Ian e Michaela, li vide con la coda dell'occhio.

- Vai- gli disse solo il figlio di Efesto- possiamo cavacela!-

Accennando un ringraziamento, Billy sollevò l'Egida e si mise a correre, proprio nel momento in cui anche Cacciatrici e Amazzoni entravano in scena per aiutare. Si ritrovò presto al fianco di Donovan e Adam.

- Dove sta correndo Riley?- chiese.

Entrambi scossero il capo, non ne avevano la minima idea. La nipote di Poseidone stava zigzagando tra gli edifici immacolati che traboccavano di fontane e porticati fioriti. La caduta di un iperboreo dalle dimensioni di una montagna per poco non ricoprì i ragazzi di calcinacci.

- Riley, fermati!- tentò di chiamarla Adam, ma il fracasso della caduta coprì la sua voce.

Improvvisamente, la giovane si fermò. Era davanti ad un edificio simile ad un giardino pensile, con una splendida fontana dedicata a Poseidone al centro. I tre l'affiancarono, rendendosi conto che stava fissando Kyle Madison con in mano qualcosa che gocciolava. Erano viscere.

- Ci sei arrivata troppo tardi- le disse il giovane, con una voce tagliente e fredda.

Nell'altra mano gli si accese un piccolo fuoco. Riley spalancò gli occhi.

- No!- strillò.

Il fuoco si attaccò velocemente alle viscere animali, bruciandole in una nuvola di vapore nero. Un potente scossone fece tremare gli edifici, semidei e nemici si fermarono di colpo, confusi. Uno ad uno, gli splendidi edifici bianchi con i colonnati iniziarono a sgretolarsi come fossero fatti di sabbia. I giardini appassirono, i rampicanti seccarono, i muri cedettero e le torce si spensero. Anche l'immenso braciere della sala del trono divenne freddo. Il cielo sopra l'Olimpo si squarciò e una gigantesca mano fumosa ad artiglio emerse. I ragazzi gridarono, facendo un balzo indietro. La mano nera pece si mosse come un pendolo, andando a lanciare quella che pareva una rete intessuta di fili d'oro, ma ben presto Riley capì che non era una rete, era una gabbia− dodici gabbie in tutto. Le gabbie imprigionarono gli dei come fossero semplici bamboline di pezza, come se di colpo non potessero più lottare e usare i loro poteri.

- Non ci posso credere- mormorò Billy- hanno davvero imprigionato gli dei...-

L'artiglio recuperò le gabbie e si ritirò con uno strano suono, simile ad una risata. Dove stava portando gli dei, nessuno lo sapeva.

- Quello è Caos- disse Riley, con sicurezza.

Guardò i tre amici e compagni di avventure e tutti annuirono, comprendendo i suoi pensieri. Toccava a loro. Si voltarono e videro quasi al loro fianco Amanita. Riley incrociò lo sguardo con lei e la giovane afroamericana comprese.

- Io vado- disse- sono io la quarta, direi-

- Vai, allora- le disse Luke, sorridendo- ho fiducia in te!-

Ricambiando il sorriso, Amanita gli diede un rapidissimo bacio e corse verso Riley e compagni.

- Io darò una mano più che posso- disse Donovan- buona fortuna, ragazzi-

Guardò con esitazione Adam, quasi sul punto di dire qualcosa, poi invece scosse il capo e corse via, in mezzo alla battaglia, senza guardarsi indietro.

- Si sta chiudendo- osservò Adam- come ci arriviamo, là?-

Riley guardò Billy, che annuì. Forse, Zeus e Poseidone non avrebbero negato loro un aiuto, ora che stavano andando a salvarli. Acqua e vento assieme crearono un vero vortice che li sparò come un geyser verso l'alto. Si appesero tutti ad una gabbia appena in tempo.

- Riley-

Per un attimo, Riley credette di aver sentito la voce di suo padre, ma da quell'altezza sarebbe stato impossibile sentirla. Alzò gli occhi e vide Poseidone. Sembrava quasi trasparente, come se stesse scomparendo lentamente.

- Nonno...-

Quando guardò nuovamente di sotto, la fenditura si era quasi richiusa. Intravide suo padre correre sotto di lei, Vortice che mandava un bagliore dorato nella sua mano. Poi il buio avvolse ogni cosa, loro compresi e non videro più niente tranne la debole luce dorata delle gabbie divine.


Riley Jackson e gli Dei dell'Olimpo [CONCLUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora