⭐️Capitolo 33⭐️

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<< Buongiorno... >> Saluto Sandy mentre entro in cucina. La vedo affrettarsi nel preparare la colazione.
Mi stropiccio gli occhi e sbadiglio.
<< Ciao. >>
<< Ho preparato la colazione, vieni a sederti. >>
Le sorrido. << Grazie Sandy, sei un tesoro. >>
Mi siedo e mi posa davanti una tazza di latte caldo.
Sa che lo bevo sempre di prima mattina, e sa anche che non mi piace berlo senza niente dentro: << Non ho nient'altro, ci vuoi il caffè dentro? >> Chiede.
Annuisco. << Va bene il caffè,
grazie. >>
<< Hai dormito questa notte? >>
Scuoto la testa e abbasso lo sguardo sulla tazza che tengo tra le mani.
<< Non sono riuscita a chiudere occhio. Sono stata tutto il tempo a cercare di trovare una soluzione ai miei problemi, ma non ho trovato nulla, tranne che trovarmi
un lavoro. >>
<< Tutto si risolverà. >> Posa una mano sulla mia, << Lo spero. >> Dico sospirando.
<< Mi dispiace lasciarti, ma devo andare a lavoro, sono anche un po' in ritardo. >>
<< È colpa mia, scusa, vai pure. >>
Sono d'impaccio qui.
Scuote la testa, e si porta una mano sul petto, << Ti assicuro che non è così. Ieri sera ho dimenticato di programmare la sveglia, e questa mattina mi sono alzata tardi. Quindi non dire così... >>
Annuisco e bevo un po' del mio latte.
<< Ci sentiamo dopo. >> Prende le chiavi della sua macchina che sono sul tavolo e mi saluta con la mano andando alla porta.
<< Posso fare qualcosa qui... >> Dico alzando la voce per farmi sentire.
Prima che chiuda la porta, la riapre e mi lancia un'occhiata, << Non ti azzardare. Sei un ospite. Penso a tutto io quando torno. >>
Annuisco.
<< Ciao Grace! >>
<< Buon lavoro! >> Grido. Non so se mi ha sentita.
Non se ne parla proprio! Non me ne starò con le mani in mano.
Mi metto subito a lavoro: comincio togliendo tutte le briciole dei biscotti dal tavolo.
Sandy quando mangia è un disastro.
Ridacchio immaginandola mentre mangia nel suo modo maldestro.
Sistemo i letti, poi tolgo un po' di polvere e passo l'aspirapolvere.
È una comodità questo attrezzo! Mi chiedo prima come facevano senza di esso!
Be' usavano le classiche scope e paletta! Ecco come...
Mi chiedo da quanto tempo non lava per terra; e senza pensarci su due volte, prendo il secchio con l'acqua e mi metto all'opera.
Quando tornerà troverà questa casa uno specchio!
Non mi dispiace. Mi piace tenere in ordine; infondo... Sono una maniaca dell'ordine, no?

Sono le 13.30, Sandy dovrebbe aver finito il turno a quest'ora, credo stia per tornare.
Non so cosa preferiva per pranzo, quindi ho fatto una semplice pasta al pomodoro.
Sento inserire la chiave nella serratura e poi girare. È tornata!
<< Grace. Mi chiedevo se... >> Appena entra in cucina si blocca.
<< Wow... Che profumino. >> Dice annusando l'aria.
<< È quasi pronto. Va' a lavarti le mani. >> Dico.
Sandy ridacchia, << Va bene
mamma! >>
Scoppio a ridere: che stupida.
Si siede a tavola e le poso il piatto di pasta davanti.
Prende una forchettata e assaggia.
Attendo ansiosa il suo giudizio, spero di non averla avvelenata.
<< Buono! >> Esclama.
Sospiro. << Che bello... >> Sussurro.
<< Cos'hai fatto questa mattina? >> Chiede.
Mi guardo intorno, << Non vedi come splende? >> Le faccio notare.
La sua espressione cambia in un batter doccio.
<< Grace! Ti avevo detto che me ne sarei occupata io... >> La guardo sconvolta.
<< Tranquilla. Non mi è costata fatica; sai che sono ossessionata con
l'ordine... >>
Le spunta un mezzo sorriso, poi ritorna ad essere seria: << Ma volevo
che tu... >>
<< Va tutto bene, non avevo nient'altro da fare. >>
Sospira sconfitta.
<< Non so come devo fare con te, fai sempre di testa tua... >> Dice.
<< Rinuncia... >>
Mi guarda di traverso, poi mi fa un mega sorriso.
<< Allora ti piace la pasta? >> Chiedo. 
Annuisce e addenta un altro boccone.
<< Sicura o lo dici solo per farmi piacere? >>
Scuote la testa. << Perché non ti siedi? Mi sembri la cameriera e io la
padrona. >> Scoppio a ridere.
Annuisco, prendo un piatto per me e mi siedo con la mia amica.

Questo pomeriggio ho deciso di starmene sul letto e dedicarmi un po' alla lettura; anche se leggo e leggo, ma non riesco a prestare attenzione a ciò che sto leggendo.
Il mio cellulare squilla; mi alzo per prenderlo dato che è sul comò che è lontano dal letto: è Sophie. Cosa vorrà?
"Pronto Sophie! Come stai?"

"Ciao Grace. Tutto bene, grazie."

"Hai finito il turno vero?"

"Si..." rimane per qualche secondo in silenzio, poi riprende a parlare: "Volevo sapere se hai trovato lavoro..."
mi rabbuio al solo sentire la parola "lavoro".
Sospiro.
"No."

"Grace, Christian vorrebbe parlarti."
Spalanco gli occhi.

"Cosa?! E perché?"

"Potresti venire al bar verso le 18:00?"
No. Io non ci andrò...

"Sophie..."

"Vuole parlare con te..."

"Mi dispiace, ma io non metterò più piede lì dentro."

La sento sospirare. "Ti capisco. Va bene. Scusami ma devo riattaccare, ci sentiamo."

"Ciao..."

Riattacco e mi sdraio di nuovo sul letto, guardo il soffitto e sospiro. Ultimamente non faccio altro che sospirare.
Venti minuti dopo, minalzo dal letto e vado in cucina per prendere un bicchiere d'acqua.
Trovo Sandy parlare al cellulare.
<< Ti ho detto che non puoi venire adesso. C'è una mia amica. >>
Vado in cucina in silenzio, non voglio disturbarla.
<< Non è come credi. Io amo te. >>
La sento dire, e di colpo mi blocco.
Oh...
Riprendo a camminare, ma non vedo il tavolino e ci sbatto contro.
<< Ahi! >> Strillo.
Mi volto di scatto verso Sandy, che si è voltata dalla mia parte e mi guarda con occhi spalancati e il cellulare ancora all'orecchio.
<< Devo riattaccare. Ci sentiamo
dopo. >>
Viene verso di me.
<< Grace... >> Sussurra. Le si spezza la voce.
<< Hai... Hai qualcuno? >> Chiedo.
Mi vengono le lacrime agli occhi, sono delusa. Molto delusa.
<< Non ho detto niente a nessuno perché devo ancora capire cosa provo. Grace sono confusa. >>
Rimango a bocca aperta, scuoto la testa: << Non sai cosa provi? >> Chiedo. Non ho capito bene, oppure ho capito fin troppo bene, ma non voglio crederci.
<< Allora perché hai detto: "io amo te"? >>
<< Grace, ho conosciuto un ragazzo due giorni fa, e... >>
Sospiro. << Ho capito. >>
<< Perché non provi ad uscirci? >>
Spalanca gli occhi. Scuote la testa.
<< Non posso. Sto con... >> Si interrompe e abbassa lo sguardo.
<< ... Katie... >> Termina.
<< So che non è corretto nei suoi confronti, non la conosco nemmeno, e non vorrei farmela nemica prima ancora di averla incontrata... >>
Scuote la testa e si stringe nelle spalle.
<< Non voglio farvi litigare... >>
Trattiene il respiro e poi caccia tutta l'aria.
<< Non deve per forza venirlo a sapere... >>
Scuote la testa. << Non voglio. >> Dice.
<< Ma così rimarrai col dubbio. >>
Fa spallucce: << Non importa. >>
Incrocio le braccia al petto e mi acciglio: << Come non importa? Non vuoi essere felice? >>
Resta in silenzio, si guarda intorno:
<< Vado a fare due passi. >> Dice ed esce di casa.
Sospiro.
Così si rovinerà la vita.
Il mio cellulare squilla di nuovo:
<< Perché non posso avere un po' di pace? >> Dico parlando al cellulare, ma naturalmente non può rispondermi...
Rispondo: "Pronto?"

"Watson..."
Spalanco gli occhi rimanendo in silenzio.

"Cosa vuoi Christian..." Dico con tono brusco.

"Parlare con te."

"Io no. Addio."
Riattacco prima che possa dire qualcosa.
Ho detto che non voglio parlare con lui, e non parlerò. Punto.
Mi chiedo perché dopo avermi cacciata senza darmi la possibilità di spiegarmi, adesso vuole parlarmi...
Perché sono così strani gli uomini?
Riuscirò mai a capirli?
⭐️⭐️⭐️⭐️
Sera!!!!
Domani mi attende un lungo viaggio..
6 ore di preciso.. 😱
AIUTO!
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Buona lettura e buona notte!
A presto! ❤️

Ti odio. Ma forse ti amo{COMPLETA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora