20 - Sam

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«Stai ancora fissando Axel come se volessi staccargli la testa a morsi Sam. Sei inquietante» mormora Kayla sfogliando il libro che ha sotto al naso.

«Ma io voglio staccargli la testa a morsi.» batto un pugno sul libro di Diritto Privato che ho accanto. «Perché continua ad ignorarmi? Prima mi bacia davanti a due fottutissime università e ora si comporta come... come... un perfetto non-amico.» sibilo inspirando profondamente. A che razza di gioco stai giocando Brant, eh? Qual è la tua prossima mossa?

«Non-amico? Ma se si comporta come se fosse il tuo migliore amico. Ti apre le porte per farti passare per prima; ti chiede se hai bisogno di una mano con i libri; ti aspetta al Cavalier fino a quando non stacchi per riaccompagnarti al dormitorio. Sei tu che non lo vuoi come amico... o come altro» ribatte la ragazza senza staccare gli occhi dal tomo. Sarà tutto vero, ma sono tutte cose irrilevanti queste. Se prima cercava il contatto fisico, adesso il massimo che fa è darmi un bacio sulla guancia a mo' di saluto. E non sopporto il fatto che tutte quelle stronzette, non vedendomi più tanto spesso accanto a lui, si siano messe in testa l'insensata idea di provarci con lui. Lo so, sono io la prima a dire che non stiamo insieme e che non staremo mai insieme, ma... Sono stressata, frustrata, incazzata. Questa cosa va avanti da dieci giorni. Dieci.

Non capisco se lo faccia di proposito per distruggermi il cervello, o voglia effettivamente darmi il mio spazio. Se fosse la seconda cosa ne dovrei essere felice, ma perché provo questa sensazione di disagio? Si è forse arreso? Non capisco... dove diavolo so o finiti tutti i suoi "mi piaci", eh? Qualcuno mi dia una risposta per favore, perché a furia di pensarci mi sta venendo un'emicrania allucinante.

«Secondo me sta tramando qualcosa... non ti dimenticare che è malefico.» borbotto cupa.

«Sssshh.» sento sbottare... oh, ma guarda chi c'è. Vi ricordate del rompi palle occhialuto della biblioteca? Ecco, è di nuovo lui. Mi volto nella sua direzione e gli lancio un'occhiata di fuoco: "Sssshh" lo fai a tua madre. Qui si sta cercando di risolvere l'arcano. Non capisci che ne vale della mia sanità mentale? Il ragazzo, in tutta risposta, inspira profondamente e si toglie gli occhiali per massaggiarsi brevemente le palpebre, poi alza lo sguardo e mi incenerisce. «Jones, mi hai davvero rotto le scatole.» sbotta a bassa voce. Dilato gli occhi incredula; questo tizio mi conosce?

«Questa è una di biblioteca! La gente ci viene per studiare, non per spettegolare. Ti piace Brant, è evidente Cristo santo; vai e diglielo.» alza la voce esasperato, al che un mucchio di teste si girano nella sua direzione e gli rivolgono in coro un sonoro "Ssssshh.". «Oh, andate tutti quanti al diavolo. Lei urla a mari e monti i suoi problemi e ve la prendete con me? Sul serio?» sbotta riabbassando la voce e si guarda intorno.

Scuote la testa esasperato poi si alza di scatto, prende i suoi libri e se ne va sotto allo sguardo esterrefatto mio e di Kayla... ma da dove escono certi individui? «Che tipo... come fa a sapere il mio nome?» bisbiglio alla mia amica che continua spietata a studiare Sociologia. «Sam, chi non conosce la ragazza che "Mani d'oro" ha baciato dopo la prima vittoria del campionato da parte dei Gators?» oh... non pensavo che ne avrebbero parlato tutti.

Maledetto Brant. Non l'avevo chiesta mica io tutta questa notorietà., penso sbuffando sonoramente. Io volevo solo iniziare il mio primo anno al college, ignorare mia madre e David, laurearmi con la lode e sbattermi per ottenere qualche stage a scopo assuntivo in una qualche società di Consulting & Economy. Ma no; perché rendere la vita semplice a Samanta? Mandiamole Brant come distrazione dal suo scopo principale. Di questo passo non riuscirò nemmeno ad arrivare a San Diego. Quando, quando potrò evadere dalla California e allontanarmi da questo luogo? Quando potrò guardarmi indietro e trovare miglia e miglia che mi distanziano da Oakland?

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