Jealous Luke

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"Ugh, non posso crederci!" Urlò Sam quando entrammo in camera mia. "Che diavolo c'è di sbagliato in te?" Urlò di nuovo mentre lanciava la sua giacca.

Io la guardai mentre mi toglievo le scarpe e lei lanciò la borsa sulla poltrona. "Che diavolo ti aspettavi che facessi?" Urlai. "Pensavi davvero che mi andava bene vedere lui che ti toccava in quel modo?"

Qualche minuto fa eravamo tutti fuori a far festa ed un ragazzo, che andava a scuola con Sam apparentemente, era un po' ubriaco, ma sinceramente lo ero anche io. Non era questo il punto. Il punto era che stava toccando un po' troppo Sam per i miei gusti. Come toccarle il suo fottuto ginocchio e piegarsi verso di lei per sussurrarle cose all'orecchio o farle troppo complimenti. Eravamo venuti a New York per il fine settimana a far visita e capivo che Sam non vedeva i suoi amici da un po' e che le mancavano, ma ero fottutamente irritato.

Ammettevo di essere fottutamente geloso.

"Non significava niente!" Sbottò lei e si tolse i tacchi. Sembrava che volesse lanciarmeli contro.

Quasi risi. "Beh, non mi importa!" Sbottai. "Sai che tu saresti fottutamente irritata se Becca si fosse comportata così con me."

Sam mi guardò e si mise a sedere sul letto. Ultimamente sentivo come se tutto quello che facevamo era litigare ed era vero. Litigavamo per tutto e faceva schifo perché il tour stava per ricominciare e non volevo che il nostro tempo passasse così.

"Quindi, si, Sam, se qualche ragazzo ti tocca io mi arrabbierò." Dissi. "Sono il tuo fottuto ragazzo, è ovvio che sono geloso."

Sam sospirò e si stese sul letto. "E' solo che odio il fatto che ti sia così arrabbiato quando è solo uno dei miei amici. Se fosse stato un ragazzo qualunque ti avrei capito-"

Io andai verso il letto e la tirai gentilmente su, facendola sedere. "No, non capisci." La interruppi. "Tu non vedi le cose come me quando si tratta di altri ragazzi. Non voglio che nessuno ti guardi come se volesse averti. Tu stai con me."

Volevo davvero dire che lei era mia, ma probabilmente si sarebbe arrabbiata e avrebbe detto che non era un proprietà.

"Quindi scusami per essermi innervosito quando qualche ragazzo stava cercando di provarci con la mia ragazza." Dissi e lei mi guardò.

All'inizio non mi importava che lui stesse parlando con lei. Capivo che aveva amici e che alcuni di essi erano maschi, ma un amico non ti toccava e non parlava in quel modo con un'amica. E di sicuro non le chiedeva di andare a parlare in privato da qualche parte.

Sam si alzò, il suo corpo a pochi centimetri dal mio quando disse, "Capisco che ti sei innervosito, ma sai che non sarei mai andata con un altro ragazzo."

"E' solo-"

Lei posò l'indice sulle mie labbra, interrompendomi. "Perché dovrei volere qualcun altro," iniziò a dire mentre mi sfilava la giacca, "quando ho te?"

"Non puoi cercare di sedurmi dopo avermi fatto arrabbiare." Dissi mentre lei posava le mani sulle mie spalle e mi baciava il collo.

"Ma mi piace quando sei arrabbiato." Sussurrò Sam al mio orecchio e spinse i fianchi contro i miei. "Sei così sexy quando sei arrabbiato."

Io gemetti e la baciai. Le nostre labbra si mossero insieme mentre lei mi tirava i capelli. Se voleva questo allora poteva averlo.

Continuammo a baciarci mentre la spingevo sul letto, l'improvviso movimento ci fece separare. Le aprì le gambe per sistemarmi tra di esse e la baciai di nuovo. ero ancora un po' arrabbiato per quello che era successo questa sera, ero sicuro che poteva capirlo anche lei dal modo in cui la stavo baciando e le stavo mordendo il labbro.

Le posai le mani intorno al collo, ma la presa non era rude o stretta. Era solo un promemoria di quello che stava per succedere.

"Non posso credere a quel tipo." Mormorai contro la sua bocca mentre muovevo una mano sul petto e mi strusciavo contro di lei, lentamente e forte. "Che pensava di poterci provare con te." Continuai mentre le baciavo il collo. "Probabilmente stava pensando a quanto voleva scoparti."

Lei gemette. "Non dirlo."

Io la ignorai e dissi, "Ragazzo stupido che pensava di poterti avere quando sei mia." Sapevo che non le diceva quando dicevo questa cosa, ma non ne potevo fare a meno al momento. Non quando ero giù così duro.

Spostai le mani sulle sue mutande ed ero all'improvviso felice che stesse indossando un vestito questa sera. La guardai e ghignai quando sentì quanto era bagnata mentre lei gemeva.

"Voglio che ti dica il mio nome, ancora e ancora." Dissi mentre le toglievo il vestito e le baciavo la pelle sotto il reggiseno. "Urlalo mentre ti scopo." Le mie parole la fecero ansimare mentre continuavo a baciarle il corpo e mentre le tenevo aperte le gambe con le mani.

Le sue mani stavano già stringendo le lenzuola nonostante non avessi ancora iniziato a fare niente e questo mi fece eccitare ancora di più. Gemette mentre la baciavo tramite le mutande.

"Cosa, Sam? Dimmi cosa vuoi, supplicami." Dissi e mi misi a sedere per spogliarmi e poi lanciai il suo reggiseno dall'altra parte della stanza.

Poi le abbassai subito le mutande. La mia bocca si attaccò alla sua coscia, baciandola e leccandola. Lei ansimò quando succhiai la pelle, lasciando un marchio.

"Ti prego, Luke." Sussurrò, il fiato pesante per le mie provocazioni.

"Non lo so." Le dissi, spostandomi sull'altra coscia. "Non penso che dovrei accontentarti. Soprattutto dopo quello che è successo questa sera."

Posai le mani ai lati della sua testa e le baciai la mascella. Sapevamo entrambi che le avrei dato quello che voleva, lo facevo sempre, ma amavo vederla tutta frustrata e affannata quando la facevo supplicare. Non potevo dirle no.

"Lo vuoi, Sam?" Sussurrai al suo orecchio, mordendole il lobo. Lei ansimò, ma annuì comunque.

Le diedi subito quello che voleva e non appena iniziò a gemere e sudate la sua schiena si inarcò dal materasso. Ma lei stava trattenendo i gemiti.

"Non trattenerti, voglio sentirti gemere ed urlare." Le dissi e continuai a muovere la lingua contro di lei. Lei fece quello che avevo detto e potevo dire dal modo in cui iniziò a muovere i fianchi che era vicina. Mentre stava per venire mi tirai indietro e lei si lamentò.

"Luke." Gemette e strine le lenzuola, le sue nocche diventarono bianche.

Mi misi su di lei, le afferrai i polsi e li bloccai sul materasso. "Qualcuno ha avuto un caratterino questa sera." Dissi mentre la guardavo negli occhi. "Sam, perché sei stata una cattiva ragazza?"

Le mie parole la fecero arrossire, probabilmente perché di solito non le parlavo così quando facevamo queste cose. "Non preoccuparti, piccola, ti darò quello che vuoi." Sussurrai mentre con una mano mi abbassavo i boxer.

Non passò molto prima che iniziassi a muovermi dentro di lei. All'inizio ero lento, ma poi mi ricordai che non volevo essere dolce. Non questa sera almeno. Quindi quando i miei movimenti diventarono sempre più forti e veloci lei piegò la testa indietro. La vena sul mio collo era prominente mentre lei gemeva il mio nome. La stanza era calda, gemiti e ansimi riempivano l'aria.

Sam mi guardò e mi tirò giù per baciarmi. Il bacio era soffice e pieno d'amore, a differenza dei movimenti dei nostri corpo. Si tirò indietro quando una certa spinta la fece urlare. Stava per venire, ma questa volta glielo avrei permesso.

"Guardami mentre vieni, piccola." Gemetti e i suoi occhi incontrarono i miei. Quando raggiunse il limite la baciai mentre continuavo a muovermi. Non avevo idea di cosa fosse, ma sembrava tutto un sogno. Probabilmente perché non facevamo sesso da un po'.

"Cazzo." Ansimai perché non riuscivo a riprendere fiato e collassai su di lei. "Oh mio Dio, ti amo così tanto." Mormorai contro il suo collo.

Sam ridacchiò e mi strinse a se. "Ti amo anche io."

Mrs All American -luke TRADUZIONE ITALIANADove le storie prendono vita. Scoprilo ora